L’IRRAZIONALITÀ DEL REALE

Una sera di maggio, dopo cena, il vecchio Hegel passeggiava nel centro di Berlino con Romina, la sua fidanzata, una studentessa che vedeva regolarmente ormai da otto minuti. Era una bellissima serata senza luna e il cielo era così limpido che si potevano vedere tutte le stelle, anche quelle dell’emisfero sud. Hegel, però, aveva altro a cui pensare.


Senti, Romina...

Dimmi, Georg Wilhelm Friedrich.

Trombiamo.

Georg Wilhelm Friedrich!

Ovviamente da me, non qui in strada.

Come può una grande mente filosofica dire una cosa del genere?

A chi ti stai riferendo?

C’è modo e modo di dire le cose.

Senti, signorina mia, io coi giri di parole ci ho ho fatto la carriera, okay? Non ti ho mica chiesto una prestazione metafisica.

Hai mai sentito parlare di corteggiamento?

Non è una categoria dello spirito.

È come si comporta la gente normale.

La gente normale... se volevi la gente normale dovevi uscire col tabaccaio. Io sono Hegel, hai presente? Lo spirito assoluto, l’essere in sé e per sé, l’aufhebung... mica cazzi.

Come sei volgare.

D’accordo. Romina, amore mio, vuoi salire da me a fare un po’ di “dialettica”?


A quel tempo Hegel era un filosofo di gran moda, i suoi corsi erano i più seguiti d’Europa e tutte le persone che contavano facevano a gara per avere a cena quest’uomo col colletto di pelliccia che diceva cose tanto bizzarre. Eppure non era sempre stato così. Per esempio alle elementari Hegel andava malissimo.


Hegel Georg Wilhelm Friedrich.

Presente!

Parlami di Cartesio.

Sì, questa la so.

Vai.

Dicesi Cartesio: filosofo razionalista vissuto in Francia nel Seicento sotto il regno di Re Luigi, noto soprattutto per le sue posizioni filosofiche.

Cosa diceva?

...

Hegel, ascolta --

Cogito.

Cogito, e poi?

Ergo est.

Est?

Est.

Penso dunque esiste?

Sì.

È una stupidaggine.

Quello che penso esiste.

E quello che esiste?

Lo penso.

Senti, signorino mio, se non ti metti a studiare farai la fine di Fichte.


Finita la scuola dell’obbligo, Hegel trova lavoro come commesso in una tabaccheria. Da qui a filosofo di fama internazionale il passo è breve.