LA GUERRA, LA BELLEZZA

TUTTI GLI INTEGRALISTI SONO SCIOCCHI

Gli integralisti sono dappertutto: nella religione, nella politica, nella preparazione dei cocktail, in tutto. Sono quelli che prendono un testo che gli piace e decidono di seguirlo alla lettera, compresi gli errori di ortografia.


"Una parte di dry Vermut".

Ok.

"Sei parti di gin".

Ok.

"Quattordicimila olive".

Ok.


Così fanno quelli che usano Marx anche per sturare il lavandino, quelli che si nutrono di noccioli di ciliegia perché l'ha detto un famoso medico preistorico, quelli che prendono a martellate delle statue perché il loro testo sacro non contempla l'eventualità "cosa fare in caso di statue”. Queste persone sono sciocche e lo sono indipendentemente dal libro che integralizzano. È l'integralizzazione che è sciocca, non il libro. Un integralista è sciocco anche se integralizza la Critica della Ragion Pura, figuriamoci il Corano.
Il presupposto dell'integralismo è che prendere un testo alla lettera significa coglierne il suo senso autentico, mentre interpretarlo significa tradirlo. Bisogna quindi presumere che quando un integralista dice "torno fra cinque minuti" intende veramente dire che torna dopo cinque minuti precisi, e quando per esempio dice "facciamo quadrato" è perché sente il bisogno di disporsi con te sul pavimento in modo da formare un quadrato perfetto. Invece no. L'integralista prende alla lettera il suo libro, ma poi col resto dell'umanità interagisce normalmente: come tutti interpreta il senso di una frase  non solo in base al suo contenuto letterale, ma anche al contesto. Per esempio la frase "fermati pure a dormire da me" è una gentilezza se la dici a un vecchio amico, un'avance sessuale se la dici al tecnico della caldaia, una struggente espressione di malinconia esistenziale se la dici a una falena. Questo l'integralista lo sa, altrimenti non potrebbe vivere senza un insegnante di sostegno, ma se lo dimentica ogni volta che legge il suo amato testo, e dimenticarsi quello che si sa è sciocco.
Non è possibile leggere un testo senza interpretarlo. L'interpretazione non è una cosa aggiuntiva che si applica alla comprensione, come se prima si comprendesse e poi si interpretasse: comprendere e interpretare sono la stessa cosa. Anche il prendere alla lettera è in realtà un'interpretazione, una fra le tante, non sempre quella giusta. Quindi anche gli integralisti interpretano il loro amato testo, solo che invece di cercare di volta in volta un’interpretazione sensata, come si fa nella vita, applicano pedissequamente sempre la stessa, quella letterale, e questo li rende ancora più sciocchi del previsto, come è sciocco chi rinuncia a comprendere pur di seguire una regola.
Poi, oltre a essere sciocchi, gli integralisti hanno anche la tendenza a essere pericolosi. Per risolvere il problema basterebbe ristampare tutti i testi del mondo, sacri e non sacri, aggiungendo alla fine un semplice "in bocca al lupo!".

SCIENZA! SCIENZA! SCIENZA!

Gli affreschi della Cappella Sistina sono uno dei maggiori esempi del genio umano: scene dell’Antico e del Nuovo Testamento dipinte con ineguagliabile maestria a più di venti metri di altezza! Come ha fatto Michelangelo ad arrivare là in alto? Vecchio, malato, probabilmente omosessuale. Aveva pennelli lunghissimi? Come ha fatto a sollevarli? Si dice con pulegge azionate da migliaia di schiavi egizi, ma dove sono finiti questi favolosi pennelli? Distrutti, bruciati, sepolti? Da chi? Può una buca essere più profonda di un pennello di venti metri? Ecco un primo indizio:



Giorgio Vasari in “vite e opere di artisti in odore di essere extraterrestri” ci narra questo strano episodio della vita di Michelangelo: “nol conobbi né mai lo vidi”. Come può Vasari, il primo critico d’arte nel senso moderno del termine (cioè artista mediocre), non avere mai incontrato Michelangelo? Eppure, stando alla teoria del Big Bang, il mondo di allora era più piccolo di quello di oggi. È forse Vasari il vero autore degli affreschi della Cappella Sistina? E se sì, cosa ci faceva coi pennelli di Michelangelo?
Lo studioso John Shapiro avanza un’ipotesi giudicata dai più stravagante: “forse la Cappella Sistina è stata pensata per osservatori esterni”. Ma è un’idea poi così stravagante? Ecco gli affreschi visti dallo spazio.


Cosa significa veramente “Cappella Sistina”? Questa espressione appare per la prima volta nelle carte dei progetti della Cappella Sistina. È anche questa una coincidenza? C’è poi un interessante particolare che da secoli suscita la curiosità degli studiosi.


Cosa rappresenta questo misterioso simbolo? Un serpente? Dio? Pennelli lunghissimi? A prima vista sembrerebbe un sigaro sovrastante due propulsori ad antimateria, ma come faceva l’ignoto autore di questi affreschi a conoscere l’esistenza del sigaro? Com’è noto il tabacco è arrivato in Europa solo dopo la scoperta dell’America (1789) ed è da escludere che nel Cinquecento fosse già stata inventata la macchina del tempo. Oggetti molto simili compaiono in numerosi dipinti coevi e, cosa ancor più strana, l’attrice porno Janet Honey, ventitré anni e tutta una carriera davanti (e di dietro), sostiene di averne recentemente avvistato uno a poche miglia da Huston.


Stavo rientrando al ranch di zio Randy, ero molto stanca e disinibita.

Che ore erano?

Non saprei. A un certo punto vedo uno di questi cosi venirmi incontro.

Un oggetto volante non identificato?

Sì, a parte il fatto che non volava. Ero così spaventata che mi sono subito dovuta spogliare.

Veramente?

È una cosa che mi rilassa. Purtroppo però ne è arrivato subito un altro, poi un altro e un altro ancora... mio dio, erano enormi! Poi finalmente è arrivato zio Randy, ma ne aveva uno anche lui.


Forse non conosceremo mai la verità, forse il segreto dei pennelli di Janet Honey resterà custodito per sempre fra le rovine di Pompei, la città etrusca distrutta dal terribile asteroide che ha estinto i mammut, Dracula e la grande muraglia cinese.

ESSERE MATTEO SALVINI

Molta gente ha problemi con chi non la pensa come lei. Se a uno a cui piace Lars Von Trier, per dire, dici che i film di Lars Von Trier non ti piacciono, costui non prenderà il tuo giudizio come un giudizio sui film di Lars Von Trier o al massimo come un giudizio su Lars Von Trier, che ci può ancora stare, o sulla montatura degli occhiali di Lars Von Trier o sul commercialista della sorella del marito del cane di Lar Von Trier, no, lo prenderà come un giudizio su di lui, proprio sulla sua illustrissima e ingiudicabilissima persona: tu dici “i film di Lars Von Trier non mi piacciono” e lui capisce “imbecille”. Lo si può intuire dal fatto che da quel momento in poi, per tutta la durata della birra che ha in mano, l’unica cosa che farà sarà cercare di farti rimangiare quello che hai detto. Questo i più educati, i meno educati pareggeranno subito i conti.


I film di Lars Von Trier non mi piacciono.

Imbecille sarai tu, stronzo!


Per qualche motivo queste persone trovano offensivo il semplice fatto che uno si permetta di essere diverso da loro: essere diversi da loro, per loro, significa disprezzarli. Per questo io evito sempre di essere troppo diretto nell’esprimere giudizi.


I film di Lars Von Trier hanno la tendenza ad avere la caratteristica non necessariamente negativa di non essere perfettamente in sintonia con quello che presumibilmente sono i miei opinabilissimi gusti personali, secondo me.

Mi stai dando dell’imbecille?


Forse milioni di anni fa questo comportamento aveva un senso, dico quando l’uomo era ancora un pollo e doveva difendere i suoi geni dalla concorrenza, ma oggi? Oggi ci sono peni e vagine in abbondanza per tutti e anche l’ultimo dei disadattati può tranquillamente spargere per il pianeta il suo preziosissimo patrimonio genetico. Quindi che senso ha tutta questa rabbiosa ottusità? Io non lo so, mi limito solo a constatare che queste persone sono pericolose. Finché sono molto giovani non sono un problema, anzi si può dire che sia normale essere dei ciechi adoratori di se stessi fino a quattro o cinque anni, ma quando uno inizia ad avere l’età per maneggiare un Kalashnikov o, peggio, per fondare un movimento politico, allora possono diventare una minaccia.
Cercare di farli ragionare con argomentazioni razionali non serve a niente. Meglio ricorrere a dei piccoli shock: appena uno dà segni di insofferenza di fronte a qualcosa che non gli piace, gli si fa vedere questa cosa.


Come monito.
Ovviamente questo potrebbe non avere l’effetto desiderato con chi è fan di quest’uomo e quindi è già venuto a patti con la propria ottusità, ma agli altri potrebbe fare impressione: ti va il sangue alla testa se mangio specie viventi che ti stanno simpatiche? Sei Salvini. Mi disprezzi perché ascolto canzoncine diverse da quelle che ascolti tu? Sei Salvini. Vorresti bruciarmi vivo solo perché penso che i film di Lars Von Trier siano l’equivalente cinematografico di una zanzara nell’orecchio? Sei Salvini. Eccetera.
Ogni volta che provi il desiderio di far sparire chi non è d'accordo con te, stai provando il desiderio di essere Salvini.

LA DONNA IDEALE