LA CAPSULITE ADESIVA PIÙ PAZZA DEL MONDO

La capsulite adesiva, dice Wikipedia, è "un particolare tipo di degenerazione periarticolare dolorosa che causa perdita parziale di mobilità della spalla" e i suoi sintomi principali, questo lo so anche senza Wikipedia, sono: male al braccio (anche durante il sonno) e impossibilità di fare certi movimenti, tipo il saluto romano (è per dare l’idea). Il lato positivo della capsulite adesiva è che passa, il lato negativo è che può durare anni, soprattutto se non viene curata. Qual è la causa? Non si sa, ma ho letto che capita a circa il 2% delle persone, quindi non è esattamente una malattia rara e dunque un ortopedico, faccio per dire, potrebbe anche riconoscerla al primo colpo o perlomeno prenderla in considerazione. Ma andiamo con ordine.
Tempo fa mi contatta il signor Shockdom per propormi di fare un libro di fumetti (si dice così?) sullo stile delle strisce che metto su Instagram (vedi qui). Disegnare, in sé, non è una cosa che mi piaccia particolarmente, è giusto una tacca sopra le pulizie del bagno, però l'idea del libro di fumetti mi piace, perché alla fine è una cosa attraverso cui ci si può esprimere (diversamente dalle pulizie del bagno), e poi, mi sono detto, se c'è un contratto con delle scadenze eccetera, ho la scusa per potermi dedicare a qualcosa di un po' più elaborato e temporalmente dispendioso del solito senza sentirmi in colpa. Quindi parto con il libro: penso a un soggetto, scrivo la sceneggiatura, mi compro una tavoletta grafica nuova, disegno i personaggi, preparo i font, sostituisco la tavoletta grafica nuova con un'altra tavoletta grafica nuova che funzioni, trovo persino un titolo ("Il mondo più pazzo del mondo") e quando finalmente parto con le prime tavole inizio a sentire un leggero dolorino al braccio destro. Indovina con quale braccio disegno? Esatto.
La mia politica con i dolorini è molto semplice:
a) se interessano parti non vitali del corpo, li ignoro;
b) se interessano parti vitali (cuore escluso), prenoto una visita da uno specialista;
c) se interessano il cuore, vado al pronto soccorso.
Quindi, dolorino al braccio: ignoro. Di solito questa tecnica funziona egregiamente: ignora oggi, ignora domani, a un certo punto ti accorgi che il dolorino non c'è più. In questo caso, però, succede che dopo qualche settimana non solo il dolorino non se ne è andato, ma si è trasformato in dolore a tutti gli effetti (dolore di magnitudo 3, per la precisione) e disegnare inizia a darmi fastidio, intendo più fastidio del solito. In condizioni normali avrei continuato a ignorarlo (prima che io inizi a preoccuparmi per un banale braccio bisogna arrivare almeno a magnitudo 7), ma qui il problema è che ho circa un centinaio di tavole che aspettano di essere disegnate e disegnare con questo dolore non è più semplicemente una tacca sopra le pulizie del bagno, è una tacca sopra il waterboarding. Devo vedere uno specialista.
La mia personale fornitrice di specialisti è mia madre, lei e le sue amiche conoscono i nomi di tutti i medici della zona, le loro caratteristiche, l'affidabilità, le prestazioni eccetera, sentirle parlare di medici e ospedali è come sentire dei bookmaker che parlano di cavalli da corsa. Naturalmente, per riuscire ad accedere alla preziosa informazione, bisogna prima passare indenni attraverso il fuoco di sbarramento delle cure fai da te: "hai preso la Cibalgina?", "prova a far riposare il braccio per qualche giorno", "la cugina della sorella dello zio Mario aveva anche lei male al braccio (anche durante il sonno) e impossibilità di fare il saluto romano e le è passato tutto facendo gli impacchi col ghiaccio" eccetera, dopo di che, se si ha pazienza, arriva il tanto agognato nome, a volte addirittura una rosa di tre o quattro nomi fra cui poter scegliere, o almeno di solito funziona così, perché purtroppo in questo caso non arriva nessun nome. Per quanto possa sembrare inverosimile, mia madre non conosce nemmeno un ortopedico; conosce pneumologi, oculisti, otorinolaringoiatri, dermatologi, cardiologi, mandrie di gastroenterologi e persino uno psichiatra, ma sorprendentemente nemmeno un ortopedico. O meglio, qualche ortopedico lo conosce (ci mancherebbe!), ma nessuno che sia stato testato da un numero sufficiente di persone affidabili (oltre alla lista di medici affidabili, mia madre ha una lista di pazienti affidabili, e l'affidabilità della prima lista si fonda sull'affidabilità della seconda; su cosa si basi l'affidabilità della seconda lista, non è ora il caso di indagare). Quindi? Quindi niente, vado a caso.
Apro il Fascicolo Sanitario Elettronico e scelgo un ortopedico più o meno a caso, cercando solo di mediare fra costo, distanza da casa e rinomanza dell'istituto per cui lavora. In questo modo finisco col prenotare una visita con quello che chiameremo Ortopedico #1 (150 €).
La visita con Ortopedico #1 è abbastanza surreale e non solo per il fatto che dura solo 13 minuti (150 € per 13 minuti fanno circa 11.5 € al minuto, cosa che mi ha costretto a pormi la domanda "perché non ho fatto l'ortopedico? è un lavoro pulito, non tocchi le mucose di nessuno, non devi aprire corpi o maneggiare testicoli altrui, al massimo vedi qualche brutto corpo, ok, ma 11.5 € al minuto sono 690 € all'ora, 31740 € alla settimana considerando le classiche 36 ore, 1650480 € all'anno, sai quanti corpi brutti sarei disposto a vedere per 1650480 €? Avrei potuto fare l'ortopedico per tre o quattro anni e poi ritirarmi nella mia villa con infinity pool sul Monte Athos e fare tutti i libri di fumetti del mondo con l'ausilio di una squadra di disegnatori da far impallidire lo Studio Ghibli"), è una visita surreale soprattutto perché, di quei 13 minuti, Ortopedico #1 ne passa almeno la metà a scrivere il referto al computer, un referto di 14 righe (ce l'ho qui in mano, le ho appena contate), cioè circa 2.2 righe al minuto. Mentre lo osservo battere sulla tastiera un tasto alla volta, col solo uso dei due indici, ho la netta sensazione di avere appena fatto scendere i miei 150 € giù per il water, ma siccome non è mai facile ammettere con se stessi di avere sbagliato, soprattutto quando hai appena speso così tanti soldi (150 €), mi costringo a pensare che sì, dai, sarà un impedito come dattilografo, ma magari è un bravo ortopedico.
Quello che segue è un resoconto oggettivo di come sono andati i circa 6 minuti e mezzo di visita ortopedica che hanno preceduto la suddetta prestazione dattilografica.

Il paziente entra nell'ambulatorio di Ortopedico #1.
Convenevoli.
Ortopedico #1 invita il paziente a riferire il motivo della visita.

PAZIENTE – Ho male al braccio destro (anche durante il sonno) e impossibilità di fare certi movimenti, tipo questo.

Il paziente prova a fare il saluto romano.
Ortopedico #1 sembra perplesso.

ORTOPEDICO #1 – Anche durante il sonno, ha detto?
PAZIENTE – Sì.
ORTOPEDICO #1 – Mm... strano.

Il paziente riferisce che rimane molte ore al computer a disegnare con appoggio sull'avambraccio destro e, come origine del dolore, indica la parte superiore del braccio, appena sotto la spalla, sostenendo che detto dolore si irradia poi al gomito, all'avambraccio e, talvolta, anche al polso.
Ortopedico #1 esamina il braccio del paziente a mani nude e ipotizza che la sintomatologia sia dovuta a neuroaprassia del nervo ulnare e/o sospetta tendinite dei flessori del polso.

PAZIENTE – Polso?
ORTOPEDICO #1 – Sì.
PAZIENTE – Ma a me fa male il braccio. Qui, guardi.
ORTOPEDICO #1 – Una tendinite del polso può procurare dolore anche al braccio.

Segue stesura del referto.

A seguito della visita, Ortopedico #1 mi consiglia di eseguire un'ecografia al polso (77 €) e un'elettromiografia al nervo ulnare (200 €). Naturalmente avrei potuto scegliere di fare questi esami con il Servizio Sanitario Nazionale e spendere meno, ma i tempi di attesa sarebbero stati troppo lunghi. Per esempio, per l'ecografia: libera professione, due settimane; SSN, nove (giuro) mesi.
Passo le due settimane senza disegnare, in modo da far riposare un po' il braccio (o il polso, a seconda dei punti di vista), tanto la deadline del libro è molto lontana, e nel frattempo, come suggerito da Ortopedico #1, assumo Brufen 600 mg una volta al dì, cosa cui purtroppo non fa seguito alcuna apprezzabile diminuzione del dolore. In compenso, dopo due giorni, inizia a sanguinarmi il naso. Curioso. Il quarto giorno mi sveglio con uno strano sapore in bocca e noto con una certa apprensione che la federa del cuscino è imbevuta di sangue. Dopo essermi assicurato di non essere stato assassinato nel sonno, decido di interrompere l'assunzione di Brufen 600 mg. Precisazione: ovviamente non sto dicendo che epistassi e suddetto farmaco siano collegati da un nesso di causa-effetto, dico solo che, nel dubbio, preferisco tenermi il dolore.
Ecografista #1 è una persona dall'aspetto molto professionale, non solo per l'abbigliamento e il contegno, ma anche per l'espressività assolutamente in linea con quello che io mi aspetto da un professionista, cioè nessuna espressività. Mentre mi esamina il polso, dice di rilevare lievi note degenerative della radio-carpica con versamento articolare associato, ma nessun segno di tendinite. "E queste note degenerative, chiamiamole pure così, possono provocare male al braccio (anche nel sonno) e impossibilità di fare il saluto romano?", chiedo. "No", risponde.
Siccome Ecografista #1 ha un'aria familiare (mi ricorda un po' Mr. Spock), mi azzardo a chiedergli se per caso non può dare un'occhiata anche a questo nervo ulnare di cui si parla tanto. Ecografista #1 recepisce la richiesta senza commentare e subito inizia a esaminare il gomito con il tricorder. "Instabilità del nervo ulnare", dice. "E come si cura?", chiedo. "Intervento chirurgico", risponde.
Visto che la causa del mio dolore al braccio era stata finalmente trovata, o almeno così credevo, avrei potuto anche disdire l'elettromiografia e spendere quei 200 € per qualcosa di più piacevole, che so, una dose di 37.5 cl di Chateau d'Yquem, dopo tutto non l'ho mai bevuto e si favoleggia che sia molto più efficace del Brufen, ma io sono una persona meticolosa e se mi viene assegnato un compito lo eseguo e lo porto fino in fondo senza chiedermi che senso abbia quello che sto facendo. Ok, forse questa non è proprio la definizione di persona meticolosa.
Il primo appuntamento disponibile per questa misteriosa elettromiografia è dopo due mesi (ovviamente in libera professione, se no è nel 2057 o qualcosa del genere). Non so, forse c'entra anche il fatto che nel frattempo stava infuriando la famosa pandemia del 2020-2028 e magari questo rendeva tutto molto più complicato. Nell'attesa il mio dolore sale a magnitudo 5 e io mi vedo costretto a chiedere aiuto al braccio sinistro se voglio avere qualche speranza di finire il famoso libro. Tanto per cominciare, mi impongo di usare il mouse con la sinistra. All'inizio è un po' complicato, come quando cerchi di tagliarti i capelli allo specchio, ma dopo un po' ci si abitua. Sistemata la faccenda mouse, inizio ad applicare la sinistra anche ad altre attività: bere, lavare denti, pettinare, praticamente tutto tranne disegnare. Già non è che io disegni proprio benissimo, se poi mi metto pure a disegnare con la sinistra penso che il risultato sia indistinguibile da Picasso. 
Come sempre succede quando informi amici e parenti dei tuoi acciacchi, ognuno ti propone la sua teoria. Per esempio mia madre dice che è colpa della nuova tavoletta grafica, mio fratello dice che probabilmente mi sono fatto male in palestra, una mia amica (che chiameremo indicativamente Sandra) dice che ho la capsulite adesiva. "Capsu-che?", le chiedo; "lite adesiva", mi risponde. Io rispondo a tutti "certo, può essere" e intanto penso "certo, può essere", ma con sarcasmo. Se fosse possibile capire le cause dei problemi fisici di una persona semplicemente ascoltandola, non ci sarebbe bisogno dei medici, no?
Magnitudo 6.
L'elettromiografia si rivela un'esperienza molto interessante, vale tutti i soldi spesi fino all'ultimo centesimo, e non tanto perché abbia risolto alcunché, almeno nel mio caso, ma perché mi ha fatto capire alcune cose sulle scene di tortura nei film.
Ad aspettarmi nell'ambulatorio ci sono due elettromiografisti (Elettromiografista #1 e Elettromiografista #2), se posso chiamarli così, ognuno con un compito ben preciso: Elettromiografista #1 è incaricato di produrre delle scariche elettriche attraverso il mio corpo, mentre Elettromiografista #2 deve impedirmi di fuggire. In estrema sintesi l'esame consiste nell'applicare degli elettrodi al braccio e far passare della corrente attraverso i nervi, in modo da verificare se la conduzione elettrica è nella norma o se ci sono delle lesioni che deteriorano il segnale, il tutto compiuto più volte, a diverse intensità, per circa un'ora, in più punti del braccio (entrambe le braccia, per sicurezza). Che spettacolo curioso vedere il proprio braccio che saltella come una rana di Galvani sul lettino dell'ambulatorio e nel frattempo sentire dentro di sé come un piccolo martello che ti colpisce il nervo a mitraglietta. Presente quando sbatti il gomito contro uno spigolo? Ecco, stessa cosa, ma in questo caso lo sbatti centinaia di volte al secondo. A questa prima parte dell'esame segue poi una seconda parte in cui ti vengono conficcati degli aghi conduttori nei muscoli allo scopo di rilevare l'elettricità prodotta durante i movimenti, sempre che io abbia capito.
Allora, il punto è questo: prima di fare questa elettromiografia io ero per qualche motivo convinto che essere trafitti dovesse essere molto più doloroso che essere fulminati, se così si può dire. Beh, sbagliavo. Come ho avuto modo di verificare personalmente, gli elettroni possono essere molto più dolorosi di un ago, tanto che, durante la seconda parte dell'esame, io potevo tranquillamente osservare il mio bicipite che veniva infilzato come se si fosse trattato della bistecca di un altro. Ecco perché nei film di guerra i prigionieri vengono sempre torturati con l'elettroshock e non con altri metodi visivamente più impressionanti, ma evidentemente meno dolorosi.
Mentre esco dall'ambulatorio tutto soddisfatto per la scoperta e col mio bel pacchetto di referti in mano, mi cade casualmente l'occhio su quello che aveva scritto a suo tempo Ortopedico #1:

Il paziente riferisce dolore al polso ed [sic] avambraccio destro fino al gomito prevalentemente sul versante ulnare.

Come sarebbe a dire "polso" e "avambraccio"? Io ho "riferito" che mi fa male il braccio (anche durante il sonno), sei tu, caro Ortopedico #1, che hai ipotizzato che la causa del mio dolore provenisse dal polso e/o dal nervo ulnare (chi non ci crede può rileggere il resoconto oggettivo riportato più sopra) e c'è una bella differenza fra "il paziente riferisce" e "io ho ipotizzato". A quanto pare le difficoltà nella scrittura non erano l'unico problema di Ortopedico #1.
La prassi avrebbe richiesto che io tornassi da Ortopedico #1 per mostrargli gli esiti degli esami che mi aveva consigliato, ma a quel punto ho preferito puntare su un altro cavallo. Accedo al solito Fascicolo Elettronico Sanitario (ormai il mio social network preferito) e punto 120 € su Ortopedico #2.
Ortopedico #2 si rivela uno specialista di tutt'altro livello. Prima di tutto sa usare il computer come una qualsiasi persona senza disturbi dell'apprendimento; in secondo luogo, cosa che un po' mi ha emozionato, ha accettato senza protestare l'idea che a me facesse male il braccio e non l'avambraccio, il polso o la caviglia; e infine, senza bisogno di nessun aiuto, ha capito che il punto che io indicavo e chiamavo ingenuamente "braccio" si chiama in realtà "spalla" (io non sono un medico, ok?). Ma purtroppo sul nostro rapporto si allungava ancora l'ombra nefasta di Ortopedico #1 e delle sue ipotesi balzane, e così il buon Ortopedico #2, sviato dal referto di Elettrografista #1 (a sua volta sviato da me (a mia volta sviato da Ortopedico #1)), si orienta sull'instabilità del nervo ulnare (detta anche snapping triceps syndrome) come possibile causa del mio dolore, anche se, per sicurezza, mi consiglia un'ecografia alla spalla (77 €).
Mi rendo conto che questa storia delle mie disavventure ortopediche sta diventando lunghina, ma è importante seguire tutti i passaggi per potersi fare un'idea precisa della fondamentale e ineliminabile incomunicabilità fra esseri umani. Allora, ecografia alla spalla.
Ad aspettarmi nell'ambulatorio c'è Ecografista #2, un ragazzo molto gentile, scrupoloso, professionale, forse un po' troppo ostentatamente professionale per essere davvero professionale come lo era Ecografista #1, ma, mi dico, dopotutto io sono un conclamato caso di snapping triceps syndrome, la mia cosiddetta spalla non ha niente che non va, sono qui solo per uno scrupolo. Ecografista #2 mi fa disporre il braccio in varie posizioni, tutte definite con grande precisione, come se bastasse un millimetro fuori posto per invalidare l'esame, e in tutti i casi l'esito è sempre lo stesso: "la sua spalla è sana come un pesce, signor paziente". Quindi tutto ok, altri 77 € ben spesi (lo dico seriamente, ci mancava solo che mi trovasse qualcos'altro). Mi sto già mentalmente predisponendo a tornare a casa, quando all'improvviso nell'ambulatorio appare Ecografista #1, quasi riesco a sentire il caratteristico rumore del teletrasporto, ed è così che, con mia grande sorpresa, scopro che quello che credevo essere Ecografista #2 altri non era che Specializzando di Ecografista #1.
Dopo di che avviene più o meno ciò che segue:

Ecografista #1 – Allora? Che cos'ha il paziente?
Specializzando di Ecografista #1 – Il soggetto si è presentato per una valutazione alla cuffia dei rotatori, ma a mio parere è tutto perfettamente nella norma. Ovviamente sarò felice di essere smentito.
Paziente (pensa) – "Sarò felice di essere smentito"!? Ehi ragazzi, guardate che vi sento! Sono un essere umano, non una macchina dal carrozziere.

Ecografista #1 esamina la spalla del paziente e dopo pochi secondi si volta verso Specializzando di Ecografista #1 guardandolo vulcanianamente.

Ecografista #1 – Il paziente ha una borsite subacromiondeltoidea ipertrofica. Verifichi lei stesso, signor Specializzando.
Specializzando di Ecografista #1 – Dannazione, è vero! Come è potuta sfuggirmi?
Paziente – Scusate se vi interrompo, ma questa borsite può essere la causa del male al braccio (anche durante il sonno) e dell'impossibilità di fare il saluto romano?
Ecografista #1 – Sì.

Inizio ad avere il sospetto che più si analizza questo braccio, più saltano fuori cose che non vanno.
Prenoto la visita di controllo con Ortopedico #2 (23 €) e nell'attesa il dolore sale a magnitudo 8. Ormai mi sono ridotto a disegnare con la sinistra e a usare la destra solo per ripassare i disegni provvisori. Con un certo disappunto scopro che la mia mano sinistra non disegna poi molto peggio della destra, è solo molto più lenta.
Quando mi presento da Ortopedico #2 e gli annuncio questa nuova borsite gigantonomacheica, o come si chiama, vedo che la cosa non gli fa nessun effetto, a quanto pare le borsiti non sono niente di particolarmente appassionante. "Come va il braccio?", mi chiede; "magnitudo 8", rispondo. Ortopedico #2 mi si avvicina per appurare di persona la mobilità del braccio e appena mi tocca fa un salto indietro inorridito, come in quei film horror quando il sensitivo tocca un personaggio e capisce che è posseduto dal demonio: "capsulite adesiva!".
Proprio così, "capsulite adesiva!", dice.
Alla fine, quindi, la mia amica cosiddetta Sandra aveva ragione. Come ora mi spiega Ortopedico #2, l'instabilità del nervo ulnare non c'entra niente, pare sia addirittura una cosa che ho per costituzione e che probabilmente non mi dà nessun problema, infatti, come ora mi fa notare, ce l'ho anche al braccio sinistro, "tocchi qui, sente?". Sento, e intanto penso: com'è possibile che ci siano voluti 2 ortopedici, 1.5 ecografisti, 2 elettromiografisti e 647 € per arrivare alla stessa conclusione a cui è arrivata Sandra (0 €) solo sentendomi pronunciare le parole "male al braccio (anche durante il sonno) e impossibilità di fare il saluto romano"? Si noti che Sandra non è un medico, non è nemmeno una di quelle persone ipocondriache che conoscono a memoria i sintomi di tutte le malattie che non hanno; Sandra ha riconosciuto la capsulite adesiva solo perché ne aveva già vista una.
Comunque sia, Sandra o non Sandra, quello che conta è che ora sono sulla strada giusta e dopo un percorso fisioterapico (450 €), un visita fuori programma con Ortopedico #3 (23 €, lasciamo perdere) e un'ultima visita di controllo con Ortopedico #2 (18 €), le condizioni della mia spalla sono molto migliorate: il dolore è sceso a magnitudo 2, non sento più male durante il sonno e, se mi impegno, riesco persino a fare il saluto romano.
E poi, nonostante tutto, mi pare che il libro stia venendo bene.