SCHOPENHAUER E I RAPPER ITALIANI

Oggi avrei voluto scrivere un post su quanto mi danno fastidio il chiasso e i rumori, ma siccome l'ha già scritto Arthur Schopenhauer sul suo blog Parerga e Paralipomena, io mi limito a trascrivere le sue parole.
Sostituirò solo "schioccare delle fruste" con "canzoncine dei rapper italiani" e poco altro ("carro di sabbia" con "telefono", "concime" con "casse bluetooth", "far camminare gli animali da tiro" con "intrattenere il popolo", "un nodo in cima ogni frusta" con "l'uso degli auricolari", "proletari" con "borghesi", "cavalli di posta liberi" con "l'autoradio a palla", "montando un cavallo da tiro sciolto" con "in sella a una bicicletta con le casse", "a fianco degli animali" con "con uno di quegli zaini stereo", "carrettieri" con "truzzi", "facchini" con "punkabbestia", "gente oziosa" con "studenti fuoricorso di Lettere e Filosofia", "Germania" con "Bologna"). 

«Il chiasso è la più impertinente di tutte le interruzioni, poiché interrompe, anzi perfino spezza i nostri pensieri. Ma dove non vi è nulla da interrompere, il chiasso non sarà avvertito in modo particolare. [...]
Ora però, passando dal genus alla species, debbo denunciare come il rumore più imperdonabile e infame le canzoncine veramente infernali dei rapper italiani nelle vie rumorose della città. Queste improvvise e acute canzoncine, che paralizzano il cervello e spezzano e ammazzano i pensieri, dovrebbero essere sentite dolorosamente da ognuno che porti nella sua testa qualcosa che somiglia a un pensiero, e dovrebbero, dunque, disturbare centinaia di persone nella loro attività spirituale, per quanto di genere comune: al pensatore, però, questo rumore penetra nelle sue meditazioni con un dolore così micidiale, come quando la spada del boia stacca la testa dal tronco. Nessun suono ferisce il cervello in modo così tagliente, quanto queste maledette canzoncine dei rapper italiani; [...] non capisco perché un qualsiasi villano, che sta portando un telefono o delle casse bluetooth, debba solo perciò avere il privilegio di soffocare in germe ogni pensiero che sgorga nel cervello di diecimila teste in successione (una mezz'ora di strada attraverso la città). Martellate, abbaiar di cani e strilli di bambini sono orribili; ma l'unico vero e proprio assassino dei pensieri sono le canzoncine dei rapper italiani. La loro destinazione è di distruggere ogni momento di raccoglimento, che ad uno sia dato ogni tanto di avere. Soltanto nel caso che non vi fossero altri mezzi per intrattenere il popolo, se non questo rumore più abominevole di tutti, ciò potrebbe essere scusato. Ma proprio al contrario, queste maledette canzoncine dei rapper italiani non soltanto non sono necessarie, ma perfino inutili. [...] Che una simile infamia venga tollerata nelle città è una grande barbarie e ingiustizia; tanto più che sarebbe facile eliminarla se la polizia prescrivesse l'uso degli auricolari. Non può essere cosa nociva attirare l'attenzione dei borghesi sul lavoro mentale delle classi superiori: essi, infatti, provano un timore enorme verso ogni lavoro cerebrale. Ma che un villano, il quale, attraversando le vie strette di una città molto popolata con l'autoradio a palla o in sella a una bicicletta con le casse, o addirittura camminando con uno di quegli zaini stereo, emetta senza tregua e con tutte le forze canzoncine di rapper italiani lunghissime, non meriti di essere obbligato a scendere immediatamente per ricevere cinque bastonate date con convinzione, non mi convinceranno tutti i filantropi del mondo. [...] Deve, dunque, mentre tutti hanno cura del corpo e delle sue soddisfazioni, lo spirito che pensa essere l'unico al quale mai viene concesso il minimo riguardo o protezione, per non parlare di rispetto? Truzzi, punkabbestia, studenti fuoricorso di Lettere e Filosofia che stanno agli angoli della strada e altri simili sono gli animali da soma della società umana; essi vanno senz'altro trattati umanamente, con giustizia, benevolenza, indulgenza e con le cure necessarie; ma non dovrebbe essere permesso loro di diventare un impedimento col chiasso petulante alle aspirazioni più alte del genere umano. Vorrei sapere quanti grandi e bei pensieri questi rapper italiani abbiano già cacciato via dal mondo con le loro  canzoncine. Se potessi comandare io, si dovrebbe creare nella mente dei truzzi un nexus idearum indiscutibile fra le canzoncine dei rapper italiani e il ricevere bastonate. [...] La tolleranza generale riguardo al chiasso inutile, ad esempio riguardo allo sbattere le porte, abitudine oltre modo maleducata e volgare, è addirittura un sintomo dell'ottusità generale e della povertà di idee. In Bologna le cose stanno come se si mirasse a far sì che per il chiasso nessuno riesca a riflettere; per esempio, battendo il tamburo senza scopo».
Arthur Schopenhauer