SCAFANDRO SOCIALE

Le persone mi prendono sempre in antipatia, ormai non ci faccio neanche più caso, soprattutto commessi, impiegati, panettieri e in genere tutte quelle persone con cui è richiesta un minimo di formalità. Tutti mi trattano come se avessimo un conto in sospeso.


Buongiorno.

‘Ngio’.

Vorrei un filoncino, per favore.

Mm?

Un filoncino, per favore. Grazie.

Filoncino non vuol dire niente.

Mi scusi. Vorrei quello lì, grazie. Per favore e grazie.

Quello lì, quale?

Quello che vuole lei. Grazie. Scusi. Grazie. Grazie. Buongiorno.

Allora, guarda, questa qui si chiama baguette, qui c’è il pugliese, il toscano, la mezzaluna, la treccia, la rubatta, il pastrone, la mugnara, lo sfilaccio, il fregio, la metopa e il triglifo. Filoncino non vuol dire niente.

Pa-ne.


Per esempio c’è la cassiera del Conad che appena mi vede le si drizzano i baffi. Io per ignorarla uso sempre il vecchio trucco di far finta di parlare al telefono.


Sì, sì, sì.

...

No, no, no.

...

Sì.

...

Sì.

...

Sì.

...

No, no, no.


Peccato che una volta si sia messo a suonare. Sono quelle figure di merda che ti segnano dentro e io, dentro, ho più segni di un dizionario LIS.
Perché se vado in posta e chiedo come si compila la distinta per versare un assegno, mi guardano come se avessi chiesto un secchio di saliva? Eppure lo chiedo usando solo ed esclusivamente le parole “come”, “si”, “compila”, “la”, “distinta”, “per”, “versare”, “un”, “assegno”, più o meno in quest’ordine, accompagnate da un ragionevole numero di sorrisi di circostanza e formule di cortesia e sforzandomi pure di imitare il loro accento bolognese.


Come [fischio]ì compiiila la di[fischio]tinta per ver[fischio]aaare un a[fischio]egno?

Co[fischio]’è che vuoooi te?

Come compiiilo la di[fischio]tinta. Grazzie.

Oh, mo come paaarla ‘[fischio]to qua?


Eppure fra di loro si capiscono.
Io credo che il mio problema sia la maschera sociale, cioè quel velo di ipocrisia che serve per mantenere le distanze, proteggersi dal sarcasmo altrui e far funzionare gli sconosciuti. Avere una maschera sociale non è una cosa spregevole, ce l’hanno tutti ed è indispensabile per non sembrare pazzi.


Ciao panettiere.

...

Dammi un filoncino.

Filoncino non vuol dire niente.

Oh madonna, chi sei? Garzanti?

Ho la baguette, il pugliese --

Prendo tutto.


Il fatto è che le persone, normalmente, portano maschere leggere e modificabili a seconda della situazione, invece io non ho una maschera così, io ho uno scafandro. Mentre gli altri possono fare piccole modifiche alla loro maschera (mettersi o togliersi il naso da pagliaccio, decidere il colore della parrucca, eccetera), io ho solo due modalità: con lo scafandro o nudo. Per l’incolumità dell’amor proprio lo scafandro è perfetto, nessuno può scalfirmi quando sono in immersione, solo che tratto le persone come se fossero distributori automatici: uso formule convenzionali, scandisco bene le parole e alla fine inserisco le monete. Questo può funzionare con commercianti e camerieri, ma con la gente in borghese è un disastro: se metto lo scafandro passo per borioso, se non lo metto per deficiente. Potrei sforzarmi di adottare una modalità intermedia, per esempio lo scafandro con lo sportello aperto, ma forse passerei per borioso deficiente.
In attesa che mi venga un’idea, tutto quello che posso fare è cercare di non dare troppo nell’occhio.

L'ALTRO

PRETI - EP.16 ULTIMA CENA



Voci: Guglielmo Favilla (stagista) e Fabrizio Odetto (parroco)
Musica: Snook

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LE RISPOSTE A TUTTE LE DOMANDE CHE NON CONTANO

Si può morire mangiando mascarpone scaduto?

Sì, basta buttarsi dal decimo piano mangiando mascarpone scaduto.

Perché non tutte le scimmie sono uomini?

Alcune sono donne.

Qual è il significato del numero sette?

In certe culture è usato per indicare la metà di quattordici.

Sulle navi da crociera vendono le sigarette?

Certo, ma è molto più comodo comprarle sotto casa.

Come cucinare i campanelli?

Mescolare in una ciotola cento grammi di farina, sale, due tuorli d’uovo e mezzo bicchiere di latte. Amalgamare il tutto fino a ottenere una pastella fluida. Lavare i campanelli e asciugarli delicatamente facendo attenzione a non romperli. Montare a neve gli albumi, versarli nella ciotola e immergere i campanelli nella pastella. Scaldare l’olio e farli dorare: devono risultare molto croccanti. Quindi asciugare l’eccesso d’olio, aggiungere sale quanto basta e gettare tutto nell’immondizia.

Perché a Newton finiva sempre il cibo negli occhi?

Era prima che scoprisse la legge di gravità.

Come fa il computer a indovinare quello che penso?
 
Perché è spento.

Dove si mandano i soggetti cinematografici?

Da me sono i cassonetti gialli.

Com’è nato il giornalismo?

È il mestiere più vecchio del mondo.

Quanti gradini ci sono per salire sul Monte Sinai?

Uno solo, detto “Monte Sinai”.

Come si riproducono le vongole?

Non lo so, ma ti prego non farlo.

Come fare per sembrare più vecchi?

Ci vuole pazienza.

Jacques Prévert era omosessuale?

Stava con un uomo, ma era convinto che fosse una donna.

Come si chiama la verdura che non si rade mai?

Peperone, per esempio.

Le scimmie hanno il pollice opponibile?

Ne hanno addirittura quattro.

Quali sigarette fanno più male?

Quelle verdi a forma di spirale.

Si può vivere felici senza Yahoo Answers?

Spero sia una domanda retorica.

LUCI

PRETI - EP.15 SALMI 7:1-2



Voci: Guglielmo Favilla (stagista) e Fabrizio Odetto (parroco)
Musica: Snook

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DALLA PARTE DEI LEGHISTI

Uno dei problemi più seri che ci sono oggi in Italia è la presenza di una grande quantità di leghisti. Riconoscerlo non significa essere razzisti.
Sono milioni i leghisti presenti sul territorio nazionale, concentrati soprattutto nelle aree rurali del nord, ed è innegabile che la convivenza di questa gente col resto della popolazione non sia una cosa semplice. Le incomprensioni linguistiche, le barriere culturali, le differenze di valori, idee e abitudini producono inevitabili attriti che sarebbe sbagliato minimizzare. Anche l’aspetto del leghista, con quel suo modo di vestire che a noi può sembrare zotico e quei tratti somatici vagamente preistorici, ci porta istintivamente a vederlo con diffidenza, come una specie di barbaro arrivato da chissà dove per sovvertire l’ordine sociale e distruggere la civiltà occidentale. Certamente l’integrazione dei leghisti è un processo lento e faticoso, essendo perlopiù gente non abituata a vivere nelle moderne città europee, ciononostante deve restare l’obiettivo primario di ogni politica responsabile e razionale, sia essa di destra o di sinistra. Possono cambiare gli strumenti, ma non l’obiettivo. Certo è facile annunciare tolleranza zero e espulsioni di massa per racimolare qualche voto in più, ma prima ancora di chiedersi se ciò sia morale (un leghista è pur sempre un essere umano, anche se spesso tendiamo a dimenticarlo), bisogna anche chiedersi se convenga.
Non tutti i leghisti vivono mendicando un posto in parlamento, la maggior parte di loro ha un lavoro come tutti e spesso si tratta proprio di quei lavori che gli italiani non vogliono più fare: tabaccaio, dentista, commercialista e così via. Cacciare tutti i leghisti dal suolo nazionale, ammesso che sia possibile, avrebbe ripercussioni negative sull’economia di tutto il Paese e quindi sul benessere degli stessi italiani. Si dice che i leghisti siano gente propensa a delinquere, e a sostegno di questa tesi si cita spesso il fatto che commettano proporzionalmente più reati di tutti gli altri: evasioni fiscali, lavoro nero, abusi edilizi e strafalcioni linguistici. Anche tralasciando il fatto che questo dato è tutto da dimostrare, è chiaramente assurdo ipotizzare una propensione genetica al crimine, mentre ha più senso parlare di comportamenti che possono essere favoriti dal basso grado di istruzione. È noto infatti che esiste una stretta correlazione fra mancanza di istruzione e delinquenza, e i leghisti sono purtroppo una delle popolazioni col più basso grado di istruzione del mondo. Per questo motivo è importante che a scuola i figli dei leghisti stiano nelle stesse classi dei figli degli italiani: la loro presenza potrà rallentare la programmazione didattica, ma tutti ne guadagneranno in termini di integrazione e educazione alla convivenza. Le giovani generazioni devono imparare che la diversità non è qualcosa di cui aver paura, ma una ricchezza. Per esempio, se il leghista ha l’abitudine di parlare sbraitando e inveendo, invece di sorridere della sua grossolanità si potrebbe usare la sua bocca come fonte di energia eolica: basta montargli una piccola turbina davanti alla bocca e colpirgli di tanto in tanto le orecchie con un acchiappamosche.
Infine una leggenda da sfatare: è assolutamente falso che i leghisti abusino sessualmente dei loro animali domestici. Almeno credo.

IL DISEGNO

PRETI - EP.14 MIRACOLI



Voci: Guglielmo Favilla (stagista) e Fabrizio Odetto (parroco)
Musica: Snook

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L’ANTITERRA

I pitagorici tenevano in grande considerazione l’astronomia, ma sfortunatamente il loro sistema planetario era troppo complicato per avere successo. Tanto per fare un esempio sostenevano che il Sole orbitasse intorno al Sole, concetto abbastanza difficile da capire se non si ha confidenza col misticismo. Erano arrivati a questa conclusione grazie al loro particolarissimo metodo d’indagine, il cosiddetto “tirare a indovinare” (τιραρε α ινδοϖιναρε), metodo in base al quale Filolao aveva stabilito con certezza che in orbita intorno al Sole dovesse esserci un pianeta gemello della Terra, la cosiddetta Antiterra, non visibile dalla Terra per tutta una serie di ragioni sbagliate (le famose ragioni σβαγλιατε tanto care ai greci e di cui Aristotele diventerà maestro).
L’Antiterra è rimasta una leggenda per secoli, finché pochi anni fa non si è scoperto che esiste veramente. Si tratta di un pianeta che segue esattamente la stessa orbita della Terra, ma sfasata di sei mesi, in modo da trovarsi sempre dietro al Sole e dunque in una posizione non osservabile. L’Antiterra è in tutto e per tutto identica alla Terra (massa, dimensioni, atmosfera, eccetera), solo che ogni cosa è al contrario. Per esempio il Nord e il Sud sono invertiti, come si può vedere da questa immagine.


Sull’Antiterra i religiosi credono nel modello ΛCDM e tutte le domeniche si radunano negli osservatori astronomici per rendere grazie al Big Bang. Invece gli scienziati studiano Dio in laboratorio


Se esiste, al tre dica “ciao”. Uno, due, tre.

...

Cerchi di dirlo sopra la soglia udibile, per favore. Uno, due, tre.

...

Uno, due, tre.

...

Ultimo tentativo.


Nei gran premi di Formula Uno vince chi arriva ultimo, i figli educano i genitori e tutti sono gay. Quest’ultima cosa fa sì che alcune cose siano abbastanza diverse, per esempio le bandiere.


Gli eterosessuali sono una minoranza e vengono visti come individui un po’ troppo stravaganti nell’ostentazione della loro monotonia. Loro stessi si definiscono flat: c’è la comunità flat, i locali flat e ovviamente il flat pride, una sfilata di uomini in ciabatte e donne coi bigodini che spingono passeggini stracarichi di prole. Ovviamente non tutti gli eterosessuali sono così, ma si sa che le minoranze vogliono colpire l’opinione pubblica con gesti eclatanti, anche perché, sembra incredibile, c’è ancora chi considera l’eterosessualità un disturbo psichico.


Credo che mio figlio sia flat, dottore.

Stia tranquillo, signor Capezzoli, il fatto che si addormenti al cinema non significa niente.

L’ho sorpreso mentre guardava sul computer una di quelle cose disgustose che emettono suoni striduli, tutte piene di rigonfiamenti e buchi superflui.

Una donna?

Sì, sembra che ne sia attratto.

Probabilmente è solo “invidia della vagina”.


Ovviamente i religiosi sono organizzati in un’Antichiesa e ovviamente l’Antichiesa condanna l’eterosessualità in quanto pratica contro natura. «Il simile deve andare col simile» dice tutte le domeniche l’Antipapa alla folla radunata in piazza San Hubble, «pensate cosa succederebbe se un protone si accoppiasse con un antiprotone. Si annichilirebbero all’istante e l’universo non esisterebbe». Ma in realtà sono tutte stupidaggini. Purtroppo sull’Antiterra la gente ha l’abitudine di abbandonarsi ai luoghi comuni e consegnare il proprio cervello al sentito dire. Non come qui da noi.

IL MONDO NUOVO

PRETI - EP.13 ABRAMO, GESÙ E MAOMETTO



Voci: Guglielmo Favilla (stagista) e Fabrizio Odetto (parroco)
Musica: Snook

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