L'universo è un posto assurdo, per rendersene conto non è necessario pensare a buchi neri, big bang o paradossi quantistici, basta guardare una stella: cosa c'è di più familiare di una stella? In realtà ciò che è familiare è la parola, non la stella. Purtroppo le parole hanno questa fregatura: rendono banale l'eccezionale. Da un lato è un bene, è comodo: se ci fermassimo a riflettere tutte le volte su ogni cosa che nominiamo, non riusciremmo più a vivere in modo funzionante (lavarci, uscire di casa, pranzare, quelle cose lì), ma d'altra parte è anche un peccato, perché la familiarità delle parole ci fa dimenticare che viviamo in un posto assurdo.
Per esempio, Deneb.
Quando la sera in estate esco sul terrazzo, ogni tanto guardo quelle quattro o cinque stelle che l'inquinamento luminoso cittadino mi permette di vedere: una di queste è Deneb.
All'apparenza non è niente di speciale, solo un puntino luminoso, se però mi fermo a pensare a cosa sto guardando, la rassicurante normalità di tutto quello che ho intorno (vasi, parapetti, luci cittadine eccetera) inizia a perdere senso.
Deneb è la più lontana di tutte le stelle facilmente visibili a occhio nudo: si trova a circa 2600 anni luce. Per dire, le altre stelle che in questo periodo riesco a vedere sono Altair (17 anni luce), Vega (25), Arturo (37). Questo significa che io, che sono miopissimo e ho una vista di merda anche con gli occhiali, mentre me ne sto seduto in terrazzo sommerso dalle luci della città, riesco comunque a vedere senza problemi un oggetto che si trova a 25 milioni di miliardi di chilometri. Non è assurdo? Già mi stupisco quando nelle mattine serene d'inverno riesco a vedere le Prealpi, che sono a circa 200 chilometri, figuriamoci un coso che sta a 25 milioni di miliardi di chilometri.
Siccome con i numeri così grandi è difficile farsi un'idea e alla fine dire "un miliardo di chilometri" o "mille miliardi di miliardopoli" è un po' la stessa cosa, facciamo un paragone molto approssimativo giusto per rendere l'idea: se questi due pallini sono il Sole e la Terra
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allora Deneb si trova grosso modo a 1500 chilometri dal tuo monitor.
Non so se questo esempio è stato di aiuto, ad ogni modo il punto è questo: ci sono dei fotoni denebiani che sono usciti dall'atmosfera della stella 2600 anni fa, quando Anassimandro immaginava che l'universo fosse fatto così
hanno viaggiato per tutto quel tempo nello spazio interstellare senza interagire con niente e ieri sera sono arrivati intatti e incontaminati come Deneb li ha fatti dritti nei miei occhi, sono stati raccolti dalla mia retina e hanno prodotto impulsi elettrici nel mio cervello che adesso mi stanno facendo scrivere questo post. È a tutti gli effetti un contatto diretto con un remotissimo oggetto alieno, è come averlo toccato.
Ok, i fotoni sono particelle con massa a riposo nulla e, a differenza delle particelle di cui è fatta la materia, posso metterli tutti nello stesso stato quantico senza che si lamentino, però sono comunque particelle, non sono concetti o leggende, sono entità fisiche reali che sono uscite dall'atmosfera di una stella aliena e sono finite nei miei occhi.
L'assurdità della situazione aumenta se penso a cos'è davvero Deneb, perché da qui sembra un innocuo puntino ma in realtà è un'immensa palla di gas luminoso al cui confronto il nostro Sole, che pure è discretamente immenso, diventa un'insignificante cacchina. Questo il confronto
Non fa impressione? Se prendiamo questo tramonto
e immaginiamo di mettere Deneb al posto del Sole, il risultato è questo
Carino, vero? Questo perché il raggio di Deneb è circa uguale alla distanza della Terra dal Sole.
Deneb emette così tanta luce che se fosse alla distanza di Alfa Centauri, la stella a noi più vicina, sarebbe più luminosa della Luna piena, cioè la vedremmo benissimo anche di giorno, come una specie di secondo Sole (giusto per farsi un'idea più precisa: la magnitudine della Luna piena è -12,7; se Deneb fosse alla distanza di Alfa Centauri avrebbe una magnitudine di -13,2, cioè sarebbe 1,6 volte più luminosa della Luna). Peccato non sia andata così, sarebbe stato divertente. Di certo riusciremo a vedere Deneb di giorno quando esploderà come supernova fra qualche milione di anni. Non vedo l'ora.
Noi siamo abituati a un mondo di tramonti, Prealpi, terrazzi eccetera, non siamo abituati a un mondo di vuoto quasi perfetto, anni luce di oscurità e immense palle di gas luminoso che si muovono nel nulla e ogni tanto esplodono. Il nostro mondo familiare è la stranezza, il posto assurdo in cui invece ci troviamo è la normalità.