Al liceo il mio gruppo preferito erano gli Iron Maiden e questo completava il quadro del perfetto sfigato: occhiali, brufoli, Iron Maiden, oltre ovviamente alla totale mancanza di rapporti sessuali con donne non immaginarie, ma questo concetto è già compreso nella parola “sfigato”. Gli Iron Maiden mi piacevano perché erano diversi dai gruppi che andavano di moda, per esempio avevano le chitarre distorte, gli urli, gli assoli e grazie a dio non facevano canzoni d’amore. Che palle le canzoni d’amore! Sempre uguali. Invece le canzoni degli Iron Maiden erano molto più varie: la morte di un soldato inglese nella guerra di Crimea, la morte di Alessandro Magno, la morte di un condannato a morte e così via. E poi le copertine erano molto più in sintonia con il mio stato d’animo.
Oltre a questo c’era anche il fatto che gli Iron Maiden mi facevano sentire parte di una comunità, un po’ come gli scout o i marxisti: mi bastava mettere una divisa e pronunciare certe parole d’ordine e subito mi sentivo un membro riconosciuto di una grande famiglia. Non mi sono mai sentito così accettato e rispettato come il giorno in cui sono andato al mio primo concerto, non importava quanti brufoli avessi o quanto fossero spessi i miei occhiali, tutti mi trattavano come un amico. Sono anche andato vicino ad avere un rapporto sessuale (contatto visivo superiore ai dieci secondi).
Recentemente mi è capitato di scoprire che gli Iron Maiden esistono ancora! (Il punto esclamativo sta a indicare la mia grande sorpresa). Secondo i miei calcoli dovrebbero avere circa 126 anni, ma quello che conta è che esistono, non si sono sciolti (come band, intendo) e fanno ancora i concerti, anche se spero non in calzamaglia attillata come negli anni ‘80. Rispetto al tempo in cui li ascoltavo io, hanno fatto altri dieci dischi (si dice ancora “dischi”?) e a giudicare dai titoli delle canzoni sono sempre quelli di una volta: “Death qui”, “Death là”, “Death everywhere”. Così, un giorno in cui avevo un po’ di tempo libero, ho aperto Youtube, mi sono messo sul divano e no, non sono più quelli di una volta. Non che adesso le canzoni siano poi così brutte, però mi sembrano stanche, ripetitive, ingenue. Sono loro che sono peggiorati o sono le mie orecchie che sono migliorate? Per togliermi il dubbio ho riascoltato le vecchie canzoni e devo ammettere che mi piacciono ancora, così ora la domanda diventa: sono loro che sono peggiorati o sono le mie orecchie che sono migliorate ma la nostalgia non mi permette di accettare il fatto che ascoltavo musica brutta? Il problema è che la mente umana è ingannevole, per proteggerci dalle delusioni cerca di farci vedere non ciò che è vero, ma ciò che ci piace, e in questo caso potrebbe cercare di farmi credere che le mie tanto care e amate canzoni della giovinezza (e di conseguenza la mia giovinezza) sono ancora lì, belle e intatte come una volta.
Per stabilire quale sia la verità oggettiva, ho condotto la seguente indagine: prima di tutto ho selezionato un campione di persone rappresentativo della popolazione mondiale che non ha mai ascoltato gli Iron Maiden: mia moglie; dopo di che ho creato una lista di canzoni degli Iron Maiden da sottoporre al suo giudizio. Per evitare di scegliere quelle del passato che mi piacciono di più e corroborare così la tesi più piacevole con un banale trucco (la mente umana fa anche questo), ho stabilito un criterio di selezione da applicare sistematicamente a ogni album (si dice ancora “album”?): per ognuno di essi ho preso il primo minuto e mezzo della seconda canzone. Avrei potuto scegliere il 33 giri tutto intero (33 giri?), ma non voglio abusare della pazienza del mio campione statistico e rischiare così che diventi un campione rappresentativo della popolazione delle mie ex-mogli. Per ciascuna canzone è stato chiesto al campione di dare un punteggio da 0 a 2, avendo avuto naturalmente cura di presentare le canzoni in ordine casuale. 0 significa “non mi piace”, 1 “non saprei”, 2 “se ti dico che mi piace possiamo finirla qui?”.
I risultati sono indicati qui sotto
Raggruppando le canzoni per quattro e facendo la media dei giudizi e degli anni di pubblicazione, si ottiene l’andamento temporale della qualità delle canzoni indicato nel grafico qui sotto.
Da questi risultati sembrerebbe emergere abbastanza chiaramente che le canzoni degli Iron Maiden sono più o meno sempre le stesse, da cui segue che i loro vecchi long playing (!?) sono brutti tanto quanto quelli nuovi. Bisogna però osservare che il campione intervistato è fatto al 100% di persone che ascoltavano Edoardo Bennato, e quindi che ne sanno?
CONCLUSIONI
La mia giovinezza è ancora là, pura e intatta, congelata in un passato eterno sempre a portata di mano.