Quando si è in più di cinque è meglio darsi una qualche forma di governo. In uno si fa quel che si vuole, in due si fa a turno, in tre c’è sempre quello che gli va bene tutto, in quattro si fa a turno per coppia, in cinque è più difficile ma almeno si sta ancora su una macchina, in sei bisogna darsi una qualche forma di governo, non solo per decidere in che pizzeria andare in un tempo significativamente inferiore alla speranza di vita di un essere umano, ma anche per cercare di assassinarsi il meno possibile. La gente è fatta così, se la lasci libera si assassina. Per questo motivo qualsiasi forma di governo è sempre meglio dell’anarchia, anche una dittatura, perché con la dittatura sei in balìa di uno stronzo, mentre con l’anarchia sei in balìa di otto miliardi di stronzi. Dice Stobeo che in Persia, per far apprezzare l’esistenza della legge, alla morte di un Re si indicevano cinque giorni di anarchia. Oggi è sufficiente farsi un paio di giorni a Bologna. Non più di due, però, se no si inizia ad apprezzare anche il fascismo.
Nel corso della Storia si sono sperimentate varie forme di governo, tutte più o meno imperfette. Oggi va di moda la democrazia. L’idea è molto semplice: non decide uno, non decidono alcuni, ma decidono tutti tranne qualcuno. In base a come i tutti esercitano il loro diritto a decidere e a chi è il qualcuno escluso da questo esercizio, si hanno i vari tipi di democrazia. Per esempio ad Atene si decideva in prima persona e erano esclusi le donne, gli schiavi, i minorenni, gli stranieri e i gatti, oggi invece si decide per interposta persona e sono esclusi i minorenni, gli stranieri e i gatti. È un passo avanti? Può darsi, anche se nessuno dice mai avanti verso cosa.
Hai fatto un passo avanti.
Ah, benissimo!
Verso due schiaffi.
Per quello che interessa a me, lo scopo di una forma di governo non è la felicità dei cittadini o il progresso dell’umanità, ma tenere occupata la gente con qualcosa di diverso dall’assassinarsi mentre io sono in vita. Da questo punto di vista la democrazia va bene tanto quanto una qualsiasicosacrazia, almeno finché non arriva un demagogo.
Le forme di governo sono come i videogiochi, ognuna ha il suo trucco. Il trucco della democrazia è la demagogia, e consiste in questo: invece di dire quello che penso e poi vedere chi mi vota, dico quello che pensano tutti così tutti mi votano. Semplice, e infatti è un trucco scoperto più di duemila anni fa, circa cinque minuti dopo l’invenzione della democrazia.
Guarda!
Che c’è?
Ho inventato la democrazia!
Sarebbe? Un governo dimostrativo?
No, è che ognuno dice quello che pensa e vince chi prende più voti.
Divertente. Io dico a morte Socrate, e tu?
Ma non lo pensi veramente.
Questo lo risolvo poi.
Se tutti odiano x il demagogo dice “a morte x”, dove x è di volta in volta uguale a “gli empi”, “i monaci”, “i comunisti”, “gli aristocratici”, “gli ebrei”, eccetera. Questa è l’unica differenza tra l’assenza di governo e un governo di demagoghi: nel primo caso ci si assassina a caso, nel secondo si segue un programma preciso, o almeno si promette di seguirlo, visto che poi non tutti sono efficienti come i tedeschi. Oggi è il turno degli speculatori finanziari
Nessuno sa esattamente dove siano e che forma abbiano, ma tutti li odiano perché, si dice, “responsabili della crisi economica mondiale”. Anche mia zia li odia. Mia zia ha venduto centomila euro di BTP più o meno qui
eppure anche lei odia gli speculatori e si lamenta della pensione. I colpevoli sono sempre gli altri, non importa se ti sei inventato una misteriosa infiammazione alla ghiandola pelvica per farti sostituire da un supplente e passare l’anno scolastico a giocare a tetris in biblioteca, o se ogni volta che vai a ritirare la posta dell’ufficio protocollo ti fermi al bar mezza giornata, o se per un’ecografia all’addome chiedi centocinquanta euro in nero, o se per vent’anni hai votato una banda di delinquenti, i colpevoli sono gli speculatori. Così se oggi uno vuole racimolare qualche voto, vendere qualche copia di giornale o rimorchiare in discoteca, deve solo dire “a morte gli speculatori”.
Gli occhi tuoi rifulgono come lapislazzuli eleusini leccati dai rai del vespro, e quasi mi par d’udire gli onomatopeici lamenti delle superne stelle innanzi all’impareggiabile luccicore de la sinopia tua. Tu pure li odi?
Scusa è tardi, vado a casa.
A morte gli speculatori.
Prendimi adesso!
È strano che ancora oggi, nel 2507 dopo Pericle, nessuno abbia messo in pratica l’unico tipo di democrazia che ha una qualche possibilità di non degenerare: quella senza gli appassionati di demagogia. Basta fare così: ogni dieci anni si indicono elezioni fasulle, che per sicurezza verranno chiamate “elezioni autentiche”, e durante queste elezioni, con tanto di campagna elettorale “autentica” e talk show “autentici”, uno o più candidati reciteranno la parte dei demagoghi e diranno le solite cose: “meno tasse per tutti”, “padroni a casa nostra” o “a morte gli speculatori”, e tutti quelli che li voteranno saranno privati a vita dei diritti politici. In questo modo si avrà finalmente una forma di governo, non dico perfetta, ma almeno passabile, una democrazia in cui decidono tutti tranne quelli che vanno dietro ai demagoghi. Tutti gli altri vanno bene, anche i gatti.
Nel corso della Storia si sono sperimentate varie forme di governo, tutte più o meno imperfette. Oggi va di moda la democrazia. L’idea è molto semplice: non decide uno, non decidono alcuni, ma decidono tutti tranne qualcuno. In base a come i tutti esercitano il loro diritto a decidere e a chi è il qualcuno escluso da questo esercizio, si hanno i vari tipi di democrazia. Per esempio ad Atene si decideva in prima persona e erano esclusi le donne, gli schiavi, i minorenni, gli stranieri e i gatti, oggi invece si decide per interposta persona e sono esclusi i minorenni, gli stranieri e i gatti. È un passo avanti? Può darsi, anche se nessuno dice mai avanti verso cosa.
Hai fatto un passo avanti.
Ah, benissimo!
Verso due schiaffi.
Per quello che interessa a me, lo scopo di una forma di governo non è la felicità dei cittadini o il progresso dell’umanità, ma tenere occupata la gente con qualcosa di diverso dall’assassinarsi mentre io sono in vita. Da questo punto di vista la democrazia va bene tanto quanto una qualsiasicosacrazia, almeno finché non arriva un demagogo.
Le forme di governo sono come i videogiochi, ognuna ha il suo trucco. Il trucco della democrazia è la demagogia, e consiste in questo: invece di dire quello che penso e poi vedere chi mi vota, dico quello che pensano tutti così tutti mi votano. Semplice, e infatti è un trucco scoperto più di duemila anni fa, circa cinque minuti dopo l’invenzione della democrazia.
Guarda!
Che c’è?
Ho inventato la democrazia!
Sarebbe? Un governo dimostrativo?
No, è che ognuno dice quello che pensa e vince chi prende più voti.
Divertente. Io dico a morte Socrate, e tu?
Ma non lo pensi veramente.
Questo lo risolvo poi.
Se tutti odiano x il demagogo dice “a morte x”, dove x è di volta in volta uguale a “gli empi”, “i monaci”, “i comunisti”, “gli aristocratici”, “gli ebrei”, eccetera. Questa è l’unica differenza tra l’assenza di governo e un governo di demagoghi: nel primo caso ci si assassina a caso, nel secondo si segue un programma preciso, o almeno si promette di seguirlo, visto che poi non tutti sono efficienti come i tedeschi. Oggi è il turno degli speculatori finanziari
x = gli speculatori finanziari
Nessuno sa esattamente dove siano e che forma abbiano, ma tutti li odiano perché, si dice, “responsabili della crisi economica mondiale”. Anche mia zia li odia. Mia zia ha venduto centomila euro di BTP più o meno qui
eppure anche lei odia gli speculatori e si lamenta della pensione. I colpevoli sono sempre gli altri, non importa se ti sei inventato una misteriosa infiammazione alla ghiandola pelvica per farti sostituire da un supplente e passare l’anno scolastico a giocare a tetris in biblioteca, o se ogni volta che vai a ritirare la posta dell’ufficio protocollo ti fermi al bar mezza giornata, o se per un’ecografia all’addome chiedi centocinquanta euro in nero, o se per vent’anni hai votato una banda di delinquenti, i colpevoli sono gli speculatori. Così se oggi uno vuole racimolare qualche voto, vendere qualche copia di giornale o rimorchiare in discoteca, deve solo dire “a morte gli speculatori”.
Gli occhi tuoi rifulgono come lapislazzuli eleusini leccati dai rai del vespro, e quasi mi par d’udire gli onomatopeici lamenti delle superne stelle innanzi all’impareggiabile luccicore de la sinopia tua. Tu pure li odi?
Scusa è tardi, vado a casa.
A morte gli speculatori.
Prendimi adesso!
È strano che ancora oggi, nel 2507 dopo Pericle, nessuno abbia messo in pratica l’unico tipo di democrazia che ha una qualche possibilità di non degenerare: quella senza gli appassionati di demagogia. Basta fare così: ogni dieci anni si indicono elezioni fasulle, che per sicurezza verranno chiamate “elezioni autentiche”, e durante queste elezioni, con tanto di campagna elettorale “autentica” e talk show “autentici”, uno o più candidati reciteranno la parte dei demagoghi e diranno le solite cose: “meno tasse per tutti”, “padroni a casa nostra” o “a morte gli speculatori”, e tutti quelli che li voteranno saranno privati a vita dei diritti politici. In questo modo si avrà finalmente una forma di governo, non dico perfetta, ma almeno passabile, una democrazia in cui decidono tutti tranne quelli che vanno dietro ai demagoghi. Tutti gli altri vanno bene, anche i gatti.