Persona che vai in autostrada a 180 all’ora e hai la piacevolissima abitudine di chiedere strada lampeggiando a tutto e a tutti come se stesse arrivando sua maestà (da qui in avanti “persona”, in latino), ho un paio di cose da dirti. La prima è che non sei per niente piacevolissimo, ma forse questo già lo sai. Invece una cosa che di sicuro non sai è che non sei nessuno. Ti informo che sulle autostrade italiane circolano almeno una decina di milioni di personae come te, tutte convinte di essere sua maestà come te, tutti maschi come te e tutti con la tua stessa identica faccia. Ma c’è un’altra importantissima cosa che evidentemente non sai, ed è che la tua pratica lampeggiatoria, benché sempre non molto piacevolissima, ha senso solo in alcuni specifici casi. Per esempio questo
questo
o questo
ma di certo non questo
cioè il tuo caso preferito. Secondo te dove dovrebbe andare quello a cui stai così magnanimamente abbronzando la collottola? A destra c’è un camion, a sinistra c’è l’altra carreggiata e dietro, ti ricordo, ci sei tu. Magari tu vorresti che abbandonasse immediatamente la sua velocità di crociera, smettesse di pensare ai fatti suoi e sprecasse preziosi millilitri di carburante per togliersi di mezzo il prima possibile, proprio come farebbe un suddito fedele di fronte a un minimo lampeggiamento di sua maestà. Chissà, magari trovi pure qualcuno che ti accontenta, è possibile. Ora però ti dico cosa faccio io: io freno. Esatto, freno e decelero fino a raggiungere la velocità
dove v è la velocità del camion e ∆v è l’incremento di velocità più piccolo consentitomi dalla meccanica quantistica. Devi infatti sapere che la quantità di moto (p) e la posizione (x) sono due grandezze fisiche che non commutano, il che significa che il risultato di una loro osservazione dipende da cosa si osserva prima e cosa dopo. Ti sconsiglio di usare questo argomento per contestare le multe, dicendo per esempio che se l’autovelox avesse fatto prima la foto e poi preso la velocità avrebbe trovato 90 all’ora invece di 180, perché, vedi, i carabinieri non conoscono la meccanica quantistica. La conseguenza di questa non commutatività di p e x è il famoso Principio di Heisenberg, il quale dice che l’incertezza sulla quantità di moto (∆p) e l’incertezza sulla posizione (∆x) non possono essere piccole a piacere, come vorrebbero gli amanti dell’ordine cosmico e della sublime armonia del creato, ma il loro prodotto deve sempre essere maggiore di una certa quantità
questo
o questo
ma di certo non questo
cioè il tuo caso preferito. Secondo te dove dovrebbe andare quello a cui stai così magnanimamente abbronzando la collottola? A destra c’è un camion, a sinistra c’è l’altra carreggiata e dietro, ti ricordo, ci sei tu. Magari tu vorresti che abbandonasse immediatamente la sua velocità di crociera, smettesse di pensare ai fatti suoi e sprecasse preziosi millilitri di carburante per togliersi di mezzo il prima possibile, proprio come farebbe un suddito fedele di fronte a un minimo lampeggiamento di sua maestà. Chissà, magari trovi pure qualcuno che ti accontenta, è possibile. Ora però ti dico cosa faccio io: io freno. Esatto, freno e decelero fino a raggiungere la velocità
v + ∆v
dove v è la velocità del camion e ∆v è l’incremento di velocità più piccolo consentitomi dalla meccanica quantistica. Devi infatti sapere che la quantità di moto (p) e la posizione (x) sono due grandezze fisiche che non commutano, il che significa che il risultato di una loro osservazione dipende da cosa si osserva prima e cosa dopo. Ti sconsiglio di usare questo argomento per contestare le multe, dicendo per esempio che se l’autovelox avesse fatto prima la foto e poi preso la velocità avrebbe trovato 90 all’ora invece di 180, perché, vedi, i carabinieri non conoscono la meccanica quantistica. La conseguenza di questa non commutatività di p e x è il famoso Principio di Heisenberg, il quale dice che l’incertezza sulla quantità di moto (∆p) e l’incertezza sulla posizione (∆x) non possono essere piccole a piacere, come vorrebbero gli amanti dell’ordine cosmico e della sublime armonia del creato, ma il loro prodotto deve sempre essere maggiore di una certa quantità
∆p ∆x ≥ h/4π
dove h è la costante di Planck. In pratica quello che succede è che più si vuole essere precisi su x più si perde precisione su p, e viceversa. Ora, siccome l’unica cosa che a me interessa è stare affiancato al camion, ∆x può anche essere grande quanto un tir (L), quindi il più piccolo incremento di velocità che posso dare alla mia macchina di massa m, tenuto conto che p = m v, sarà
∆v = h/(4π m L)
che facendo i conti si trova essere circa 10-38 chilometri all’ora, cioè grosso modo una lunghezza di Planck all’ora. Speravo un po’ meno, ma mi accontento.
Quindi d’ora in poi sappi che, quando lampeggi a uno che ha appena iniziato un sorpasso e come effetto ottieni quello di restargli dietro per circa 1032 anni, quello sono io. Ma soprattutto sappi, cara persona, che mentre tu ti sbracci e imprechi e mostri al cielo tutti i diti medi di cui la natura ti ha dotato, io invece me ne sto tranquillamente seduto nel mio salottino mobile, ascolto Schubert e di tanto in tanto, quando ho voglia di farmi due risate, guardo te nello specchietto.