I cani sono migliori degli uomini. Anche i gatti lo sono, certo, e i delfini, i maiali, il vitello tonnato e tantissimi altri animali, ma ora concentriamoci sui cani.
I cani sbavano, è vero, non posso negarlo; poi hanno questa curiosità un po’ morbosa per l’odore dell’ano altrui, che, voglio dire, è un po’ inquietante; non si fanno la doccia, mai, nemmeno se insisti, e nessuno di loro ha mai scritto un libro anche solo lontanamente leggibile, neanche uno, eppure sono migliori degli uomini. Non dico solo sul piano morale, quello è scontato, dico proprio come esseri umani: i cani sono persone migliori. Dimostrarlo è molto facile.
Prendiamo una data a caso e guardiamo le prime notizie di BBC news. Per esempio, 4 marzo 2018.
Gente bombardata, un calciatore morto, una guerra commerciale, adolescenti assassinati, gli Oscar. Cinque notizie, cinque sventure: quattro causate dagli uomini, una dal caso, zero dai cani, che, com’è noto, non farebbero mai una cosa orribile come la cerimonia degli Oscar.
È solo una questione di bilancio tra la quantità di infelicità e la quantità di felicità che uno immette nel mondo. Quanta infelicità mondiale producono gli uomini? Anche se trascuriamo le guerre, i genocidi e le altre cose spettacolari, restano comunque tutti quei piccoli comportamenti fastidiosi, quelle cose quotidiane che magari sono troppo banali per finire sui giornali, ma che se le metti tutte insieme fanno tre o quattro guerre mondiali, cose tipo abbandonare l’immondizia in strada, parlare nell’area silenzio, parcheggiare sulle strisce pedonali, saltare la coda, mandare messaggi vocali superiori ai cinque nanosecondi e così via, tutte cose che prese singolarmente possono anche essere sopportabili, ma tutte insieme ti stroncano.
E oltre a tutto questo, oltre a tutta questa infelicità che gli uomini elargiscono così generosamente ai loro simili, va anche aggiunta l’infelicità che ognuno di noi dà a se stesso. Perché è questo il bello dell’uomo, non solo peggiora la vita degli altri, ma è un maestro anche nel peggiorare la propria. Ci sono tantissime tecniche con cui uno riesce a rovinarsi la vita: i rancori, le ripicche, l’invidia, ma ce n’è una che le batte decisamente tutte: l’amor proprio. Sia chiaro, un po’ di amor proprio ci vuole, è ovvio, se no uno diventa uno zerbino ambulante, ma quando l’amore che uno prova per se stesso è superiore a qualsiasi riconoscimento che può ricevere, allora questa persona è destinata alla frustrazione eterna. L’amor proprio è come un buco nero, tu ci butti dentro roba pensando di soddisfarlo: complimenti, like, presunti successi personali, ma il buco, invece di richiudersi, si ingrandisce, e più roba ci butti dentro più lui si ingrandisce, fino a risucchiare te e tutta la tua vita. Per essere frustrati non c’è bisogno di essere dei cosiddetti falliti. Prendi Donald Trump, per esempio. Donald Trump sembra lo stadio Super Sayan di Berlusconi. Uno penserebbe che quest’uomo, essendo ricchissimo e potentissimo, debba essere la persona più soddisfatta del mondo, e invece è un frustrato di merda. Sempre incazzato, sempre pieno d’odio, e la gente che mediamente trovi in rete è uguale a lui. Sono anni che lurko le discussioni della gente su internet e non ho mai, dico mai, trovato uno che dica “ah sì, scusa, ho detto una cazzata”. Mai. Di solito le discussioni sono così:
Bellissimo film.
Orribile.
Si vede che non l’hai capito.
Se l’hai capito tu che sei analfabeta funzionale...
Fascista.
Fascista.
Fascista.
Fascista.
E così via.
È incredibile, no? Nonostante le innumerevoli cause di infelicità naturale che già esistono al mondo, terremoti, tsunami, malattie, gli uomini sfruttano la loro intelligenza superiore per autoinfliggersene di nuove.
I cani invece sono gente semplice. Per carità, anche loro producono una certa dose di infelicità mondiale, per esempio sporcano il terrazzo, abbaiano tutta la notte senza motivo e, se non stai attento, possono mangiare il gatto, ma è poca roba, niente in confronto alle tonnellate di felicità pura e immediata che regalano ai loro padroni.
Chi è che ti vuole bene come un cane? La mamma, forse; in certi casi il tuo coniuge; gli amici no di certo, nessun amico è mai così felice di vederti da volerti leccare tutto; i figli non parliamone, un figlio ti vuole bene fino alla pubertà, poi, quando meno te l’aspetti, ti fa rinchiudere in un ospizio. Un cane non ti metterebbe mai in un ospizio, piuttosto viene a vivere con te sotto un ponte.
Ma non è solo per questo che i cani sono migliori. Per esempio a me il loro affetto non interessa. Non che mi siano antipatici, è solo che ho problemi a frequentare chi non si lava i denti, soprattutto quando il suo hobby preferito è leccarsi le palle. Cioè, tanto di cappello, eh, bravi, però ognuno per la sua strada, e questo è per l’appunto l’altro pregio dei cani: se tu non li vuoi frequentare, loro non ti frequentano, fine. Non mi è mai successo che un cane mi abbia inchiodato sul pianerottolo di casa per un’ora cercando di vendermi “Torre di guardia” o “Lotta comunista”. Ah giusto, anche questa cosa: nessun cane ha mai teorizzato mondi utopici nei quali, chissà come mai, in nome di un grande bene comune è sempre necessario che gli altri rinuncino a più o meno piccole libertà private. Solo gli uomini sono specializzati in questo tipo di cose, dei veri e propri talenti naturali nel rompere le palle al prossimo. Gli uomini e le zanzare.
Quindi si può dire che i cani, complessivamente, contribuiscono ad aumentare il livello di felicità mondiale, mentre gli uomini contribuiscono ad abbassarlo, e, se siamo d’accordo che rendere felici gli altri sia meglio che renderli infelici, da ciò segue che i cani sono migliori degli uomini.
Secondo lo stesso ragionamento, anche il lievito della pizza è migliore degli uomini.