Una cosa interessante di questa pandemia è vedere come alcuni l'abbiano usata come pretesto per prendersela con le persone che odiavano già prima della pandemia. Alcuni esempi: i pigri hanno deciso che gli untori sono quelli che corrono (bei tempi quando le persone avevano la delicatezza di andare a correre in posti appartati, ora invece ti vengono a sgambettare sotto il naso vestiti nel modo più catarifrangente possibile, costringendoti inevitabilmente a pensare a tutti i Tegolini che non stai smaltendo); chi non sopporta il gioventume che tutte le notti fa baldoria sotto la sua finestra incolpa la (chiedo scusa per la parola) mo(scusa, davvero)vida; gli appassionati di Marx incolpano il capitalismo; gli xenofobi incolpano gli stranieri; chi odia la scuola incolpa le scuole; chi ama la scuola incolpa chi chiude le scuole; e, più in generale, chi ama un certo tipo di attività (cinema, palestra, discoteca, carcere) riterrà quelle attività magicamente protette da ogni possibilità di propagazione del contagio e crederà di individuare la fonte di ogni male nelle attività che invece odia. È davvero strano e per certi versi affascinante come alcune persone siano riuscite a passare attraverso più di un anno di pandemia senza avere capito assolutamente niente.
Per un virus, soprattutto un virus che si trasmette attraverso le vie respiratorie e non attraverso, che so, l'ingestione dei peli delle ascelle, ogni contatto sociale è un'occasione di contagio, non importa se coloro che si contattano socialmente sono stranieri, proletari, discotecari, vigili urbani, fisici nucleari o Presidenti delle Repubbliche, il virus non guarda in faccia a nessuno, e ogni occasione di contagio è per lui una possibilità in più di replicarsi, propagarsi e evolversi. Certo, ci sono alcune attività sociali che sono più virus-friendly di altre (per esempio giocare a rugby nello sgabuzzino è sicuramente più a rischio che giocare a ping pong nel deserto), ma rimane il fatto che, ogni volta che si entra in contatto con un'altra persona senza adottare tutte le precauzioni che ormai dovremmo avere imparato a memoria, si sta giocando nella squadra del virus. Perché è così, è come se ci fosse una partita Umani - Virus, una specie di derby, visto che entrambe le squadre giocano in casa, e chi ignora le suddette precauzioni è uno che, per qualche motivo, ha deciso di giocare col virus. Chi dice cose tipo "se non mi metto la mascherina sono cazzi miei" è esattamente come un giocatore della Juventus, poniamo, che dice ai suoi compagni di squadra "se durante la partita Juventus – Torino provo a fare autogol sono cazzi miei". Cioè, se vuoi fare autogol fai pure autogol, hai il libero arbitrio, ma non è vero che sono “cazzi tuoi”; se fai autogol il punteggio diventa Juventus – Torino: 0–1, non Juventus – Torino – Giocatore della Juventus che ha fatto autogol: 1–1–0.
Quindi, visto che non ci sono untori, bisogna rassegnarsi all'idea di non dare la colpa a nessuno? Beh, non saltiamo subito alle conclusioni. Se oggi la situazione è molto più grave di quella che avrebbe potuto essere, se dovremo trascinarci dietro questo flagello per chissà quanto tempo ancora e se per un bel pezzo le nostre vite non sono state e non saranno più quelle di prima, i colpevoli ci sono. Sono i minimizzatori e i negatori, a cominciare dal Governo cinese.
In questo articolo (Covid-19: Five days that shaped the outbreak), Jane McMullen ricostruisce in modo chiaro e preciso il comportamento delle autorità cinesi nei primi giorni della non-ancora-pandemia. Il concetto è grosso modo questo: in una fase in cui per la prima volta il virus stava esplodendo in modo esponenziale (n.b. la parola "esponenziale" è qui usata nel senso di "esponenziale" e non nel senso di "pazzesco") e in cui, cito, "ogni giorno e ogni ora erano determinanti", la Cina ha deciso di minimizzare e negare l'esistenza del problema per più di due settimane, silenziando i suoi medici e i suoi scienziati. "That was the shot we had, and we lost it", dice l'articolo.
Dopo di che (qui sono io che parlo, non è più l'articolo) la torcia del minimizzare e del negare è passata al resto del mondo: ad altri Governi non democratici o aspiranti tali, a politici opportunisti, a giornalisti ignoranti, a sedicenti esperti a caccia di notorietà e, infine, ai semplici scemi (gli scemi sono sempre la base della piramide di ogni disastro). Tutti questi minimizzatori e negatori sono colpevoli, esattamente come sarebbe colpevole chi invitasse la gente a guidare ubriaca minimizzando o negando gli effetti dell'alcol sulla lucidità della mente umana, o come chi si mettesse lui stesso a guidare ubriaco, o perché ha deciso che non gli frega niente delle conseguenze o magari semplicemente perché è disperatamente scemo.
Sono troppo severo? Non mi pare. Se non fosse per quelli che "le mascherine sono inutili", "è solo un'influenza", "muoiono solo i vecchi", "la cura esiste ma non ce lo dicono", "i numeri sono gonfiati" eccetera, ora non saremmo nella situazione in cui siamo, e visto che non si può dare la colpa di tutto questo a un virus che sta semplicemente facendo il suo lavoro in modo egregio, a chi altri la si può dare se non a quelli che, pur non essendo nella squadra del virus, hanno deciso di giocare con lui?
Se hai un amico minimizzatore o negatore, per favore, fagli leggere questo post e digli da parte mia che è un criminale, ma senza la dignità di quei criminali che pianificano i loro crimini e li portano a termine, no, è più un criminale tipo Schettino. “Te lo ricordi Schettino?” digli, “ecco, tu sei così. Un criminale deficiente”.
Per un virus, soprattutto un virus che si trasmette attraverso le vie respiratorie e non attraverso, che so, l'ingestione dei peli delle ascelle, ogni contatto sociale è un'occasione di contagio, non importa se coloro che si contattano socialmente sono stranieri, proletari, discotecari, vigili urbani, fisici nucleari o Presidenti delle Repubbliche, il virus non guarda in faccia a nessuno, e ogni occasione di contagio è per lui una possibilità in più di replicarsi, propagarsi e evolversi. Certo, ci sono alcune attività sociali che sono più virus-friendly di altre (per esempio giocare a rugby nello sgabuzzino è sicuramente più a rischio che giocare a ping pong nel deserto), ma rimane il fatto che, ogni volta che si entra in contatto con un'altra persona senza adottare tutte le precauzioni che ormai dovremmo avere imparato a memoria, si sta giocando nella squadra del virus. Perché è così, è come se ci fosse una partita Umani - Virus, una specie di derby, visto che entrambe le squadre giocano in casa, e chi ignora le suddette precauzioni è uno che, per qualche motivo, ha deciso di giocare col virus. Chi dice cose tipo "se non mi metto la mascherina sono cazzi miei" è esattamente come un giocatore della Juventus, poniamo, che dice ai suoi compagni di squadra "se durante la partita Juventus – Torino provo a fare autogol sono cazzi miei". Cioè, se vuoi fare autogol fai pure autogol, hai il libero arbitrio, ma non è vero che sono “cazzi tuoi”; se fai autogol il punteggio diventa Juventus – Torino: 0–1, non Juventus – Torino – Giocatore della Juventus che ha fatto autogol: 1–1–0.
Quindi, visto che non ci sono untori, bisogna rassegnarsi all'idea di non dare la colpa a nessuno? Beh, non saltiamo subito alle conclusioni. Se oggi la situazione è molto più grave di quella che avrebbe potuto essere, se dovremo trascinarci dietro questo flagello per chissà quanto tempo ancora e se per un bel pezzo le nostre vite non sono state e non saranno più quelle di prima, i colpevoli ci sono. Sono i minimizzatori e i negatori, a cominciare dal Governo cinese.
In questo articolo (Covid-19: Five days that shaped the outbreak), Jane McMullen ricostruisce in modo chiaro e preciso il comportamento delle autorità cinesi nei primi giorni della non-ancora-pandemia. Il concetto è grosso modo questo: in una fase in cui per la prima volta il virus stava esplodendo in modo esponenziale (n.b. la parola "esponenziale" è qui usata nel senso di "esponenziale" e non nel senso di "pazzesco") e in cui, cito, "ogni giorno e ogni ora erano determinanti", la Cina ha deciso di minimizzare e negare l'esistenza del problema per più di due settimane, silenziando i suoi medici e i suoi scienziati. "That was the shot we had, and we lost it", dice l'articolo.
Dopo di che (qui sono io che parlo, non è più l'articolo) la torcia del minimizzare e del negare è passata al resto del mondo: ad altri Governi non democratici o aspiranti tali, a politici opportunisti, a giornalisti ignoranti, a sedicenti esperti a caccia di notorietà e, infine, ai semplici scemi (gli scemi sono sempre la base della piramide di ogni disastro). Tutti questi minimizzatori e negatori sono colpevoli, esattamente come sarebbe colpevole chi invitasse la gente a guidare ubriaca minimizzando o negando gli effetti dell'alcol sulla lucidità della mente umana, o come chi si mettesse lui stesso a guidare ubriaco, o perché ha deciso che non gli frega niente delle conseguenze o magari semplicemente perché è disperatamente scemo.
Sono troppo severo? Non mi pare. Se non fosse per quelli che "le mascherine sono inutili", "è solo un'influenza", "muoiono solo i vecchi", "la cura esiste ma non ce lo dicono", "i numeri sono gonfiati" eccetera, ora non saremmo nella situazione in cui siamo, e visto che non si può dare la colpa di tutto questo a un virus che sta semplicemente facendo il suo lavoro in modo egregio, a chi altri la si può dare se non a quelli che, pur non essendo nella squadra del virus, hanno deciso di giocare con lui?
Se hai un amico minimizzatore o negatore, per favore, fagli leggere questo post e digli da parte mia che è un criminale, ma senza la dignità di quei criminali che pianificano i loro crimini e li portano a termine, no, è più un criminale tipo Schettino. “Te lo ricordi Schettino?” digli, “ecco, tu sei così. Un criminale deficiente”.