FAN DELL’ARTE

Sulla Terra ci sono un sacco di fenomeni spettacolari. Non mi riferisco alle eruzioni vulcaniche (quelle ci sono anche su Venere) o alle grandi tempeste (su Giove ce n’è una che dura da tre secoli) o alla vita (la vita in sé è un fenomeno abbastanza noioso: cellule che fanno cellule per fare altre cellule che fanno cellule e così via, sempre cellule), mi riferisco ai comportamenti umani. 
Ce n’è uno in particolare che è veramente incredibile e che si può osservare nei musei di tutto il mondo, soprattutto quelli che contengono opere di inestimabile valore artistico come Gioconde, Altari di Pergamo, David di Michelangelo, tirannosauri. Questo fenomeno inizia a manifestarsi la mattina, con incalcolabili quantità di persone che si ammassano l’una sull’altra aspettando l’apertura del museo, disposte in lunghe file che si attorcigliano su se stesse, resistendo eroicamente in piedi per ore nutrendosi perlopiù di patatine, piccoli snack e lepidotteri, finché a un certo punto le porte del museo si aprono e tutti si riversano dentro correndo verso l’agognata opera di inestimabile valore artistico, come se questa da un momento all’altro potesse diventare un po’ meno inestimabile, e quando finalmente la raggiungono, sublime conquista dell’ingegno umano, le fanno un paio di foto e poi vanno in bagno. Il bagno è il secondo posto più frequentato di un museo. Il primo è il bar.
La spettacolarità del fenomeno non sta tanto nel grande sforzo compiuto da così tante persone (in qualsiasi officina metalmeccanica si possono vedere sforzi ben più spettacolari), ma nell’incomprensibile sproporzione che c’è tra lo sforzo e il risultato dello sforzo: un paio di foto. Che senso ha fare foto alla Gioconda quando in rete ce ne sono già miliardi?


In realtà queste persone non sono attratte dal valore estetico dell’opera, ma dalla celebrità dell’oggetto. Se invece della Gioconda ci fosse una mosca spiaccicata su un parabrezza, sarebbe uguale, purché la mosca fosse molto celebre. Le foto non servono a visualizzare l’opera, ma a testimoniare l’essere stati in presenza dell’oggetto. Ecco perché non importa se la foto riesce bene o male. L’unica cosa che importa è che la foto sia “mia”, testimonianza tangibile e a tutti mostrabile di quello storico giorno in cui ho incontrato la celebrità. La foto dell’oggetto sostituisce l’osservazione dell’opera e fatta la foto non resta nient’altro da fare che andare in bagno. È la stessa cosa che succede con le star: quando si incontra una star non ci si avvicina per apprezzare l’espressività dei suoi occhi, la forma del sorriso o il misterioso paesaggio alle spalle, ma le si fa una foto e fine. Proprio come le star, anche l’opera di inestimabile valore artistico è protetta dai fan per mezzo di addetti alla sicurezza, transenne e vetri antiproiettile per evitare che faccia la fine di John Lennon. Non si sa mai come può reagire la gente quando scopre che la Gioconda non rilascia autografi.