COSA DICEVA PLATONE DEI QUALUNQUISTI

C’è un passo nella Repubblica di Platone in cui si parla dei qualunquisti. Ovviamente al tempo non erano chiamati così, ma "isoti", cioè "equiparatori", dal verbo "ἐξισόω" che significa rendere uguale, livellare​. Gli equiparatori erano quelli che dicevano cose del tipo "Cleone e Pericle alla fine sono la stessa cosa".
È incredibile come 2500 anni fa ci fossero già tutti i tipi umani che oggi contribuiscono a rendere il mondo una merda: i populisti che fanno gli amici delle masse (demagoghi), i loro tirapiedi che sperano in qualche tornaconto (sicofanti), i boccaloni che si bevono tutto (euetei) e i qualunquisti che scambiano la propria ignoranza per saggezza (isoti).
Il passo è questo qua.

«Dimmi, Adimanto, chi è peggiore tra il demagogo, i suoi sicofanti, gli euetei che lo sostengono e gli equiparatori, che appiattiscono ogni differenza tra giusto e ingiusto, credendo così di essere più saggi degli altri?»

«Non mi sembra giusto chiamare ignoranti gli equiparatori,» rispose Adimanto. «Sono cittadini come noi, non schiavi o donne, e hanno facoltà di esprimere il loro pensiero».

«Risparmiami la tua morale, ti prego,» replicò Socrate, «giacché sai che la virtù non si conquista simulando di possederla. Piuttosto dimmi chiaramente il tuo giudizio».

«Se devo rispondere,» disse Adimanto, «penso che i sicofanti siano i peggiori: delatori e opportunisti sempre pronti a compiacere i potenti per ottenere favori. Il demagogo sfrutta passioni e istinti diffusi nella massa, ma sono i suoi sicofanti – consiglieri, sofisti, oratori – a trasformare la sua retorica in potere concreto. Costoro amplificano le sue falsità per trarre vantaggio dal disordine che essi stessi generano».

«Ciò che dici è corretto. Eppure,» ribatté Socrate, «i sicofanti hanno almeno un tornaconto personale, mentre gli euetei non solo non ottengono nulla, ma danneggiano anche se stessi».

«Questo è vero,» rispose Adimanto, «ma gli euetei sono vittime ingannate da falsità, timori e vane illusioni, mentre l’errore più grave resta dei sicofanti, poiché senza di loro il demagogo rimarrebbe solo una figura ridicola priva di potere, simile ai mimi di strada».

«Considera, tuttavia,» osservò Socrate, «che gli euetei, sostenendo i propositi iniqui del demagogo, agiscono spinti dall'odio senza ottenere nulla in cambio. A differenza dei sicofanti, il loro male è duplice, poiché alla malvagità uniscono l’incapacità di discernere. Chi dunque è peggiore, caro Adimanto: chi fa il male consapevolmente a proprio vantaggio o chi lo fa inconsapevolmente a proprio danno?»

«Peggiore,» rispose Adimanto, «è certamente chi agisce senza sapere ciò che fa».

«E allora chi è peggiore, gli euetei o i sicofanti?» domandò Socrate.

«Gli euetei,» disse Adimanto senza esitazione. «Perché un sicofante, per quanto meschino, può essere confutato con il ragionamento, mentre una massa cieca e adorante, incapace di ragionare, è incontrollabile».

«Sono d'accordo con te!» disse Socrate. «Ora dimmi, sai perché gli equiparatori sono persino peggio degli euetei?»

«Lo so bene,» rispose Adimanto, «perché essi, pur avendo in sé la capacità di discernere il giusto dall'ingiusto, vi rinunciano per ignoranza e affermano che tutto è uguale, sottraendosi così alla responsabilità di opporsi al male».

«Ben detto, Adimanto!» rispose Socrate, e aggiunse «gli equiparatori scambiano la loro ignoranza per un'indistinzione propria dell'essere, come chi avendo la vista offuscata crede che il mondo intero sia avvolto nella nebbia. Gli euetei almeno riconoscono la malvagità del demagogo e lo appoggiano proprio perché la trovano conforme ai loro desideri, invece questi maledetti isoti, a causa della loro superba ignoranza, non riescono nemmeno a vedere la differenza tra un uomo probo e un malfattore».

«L'ignoranza», aggiunse Adimanto, «è un vizio ben più grave della stupidità, poiché mentre lo stupido è privo di colpe, essendo tale per natura, l'ignorante è responsabile della propria condizione».

«Mi hai tolto le parole di bocca, Adimanto!»

«Bene, Socrate! Vedo che siamo sulla stessa linea. 🚀»