COME RICONOSCERE I CIARLATANI
In tempo di pandemia è tutto un proliferare di virologi: virologi veri, virologi per modo di dire, virologi in pensione, medici che virologheggiano, tuttologi. I tuttologi non mancano mai, sono come le brutte notizie: non vorresti mai sentirne una, ma sai bene che prima o poi arriveranno.
Proliferano anche gli epidemiologi, gli infettivologi, i microbiologi e tanti altri qualcosologi, tutte persone che studiano gli innumerevoli modi in cui il corpo umano può ammalarsi e morire. Per semplicità li chiamerò tutti "virologi", come fanno i giornali.
Dunque, dicevamo, i virologi.
I virologi proliferano in ordine sparso su tutti i mezzi di comunicazione e con le loro affermazioni coprono più o meno tutto lo spettro del dicibile, con il risultato che alla fine ognuno può scegliere il virologo che preferisce e credere a ciò che vuole: "il virus è clinicamente morto ma non ce lo dicono", "è solo un'influenza ma non ce lo dicono", "si può curare con un antiparassitario per cavalli ma non ce lo dicono" eccetera. È incredibile quante sono le cose che "non ci dicono" che continuano a dirci.
Ora la domanda è: in mezzo a tutti questi virologi veri e presunti, come si fa a riconoscere i ciarlatani? Facile: i ciarlatani sono quelli non attendibili. Non sto dicendo che tutte le persone non attendibili siano ciarlatani, ma di certo tutti i ciarlatani sono persone non attendibili.
Proseguiamo.
Come si fa a distinguere una persona attendibile da una non attendibile? Per rispondere a questa domanda bisogna prima rispondere a una domanda più fondamentale: qual è la fonte dell'attendibilità? O, detto in altro modo, su cosa si fonda l'attendibilità di una persona?
Sto parlando di "attendibilità" non di "verità". La verità è una questione molto più complicata di cui dibattono le persone con una preparazione specifica nelle opportune sedi: congressi, seminari, distributori di caffè nei centri di ricerca eccetera, luoghi senza conduttori televisivi dove la verità (o una sua approssimazione) può essere ricercata fra le tante ipotesi attendibili.
In TV non è così, in TV è già tanto se c'è almeno una persona che sa di cosa sta parlando. In questo caso sarà dunque sufficiente essere in grado di distinguere questa persona dai ciarlatani.
Quindi, dicevamo, su cosa si fonda l'attendibilità? Sulla sua autorevolezza? Facciamo che sia vero.
Su cosa si fonda l'autorevolezza?
L'autorevolezza, come tutti sanno, si fonda sui titoli di studio, la carriera, i premi. Se un virologo e mia madre discutono di virus a RNA a singolo filamento positivo (non so cos'ho detto), le probabilità che il virologo sia più attendibile di mia madre sono molto alte. Questo significa che l'attendibilità del virologo si fonda sul suo essere un virologo? No.
Se vedo una Lamborghini so bene che è più veloce della mia FIAT Ritmo del 1982, non ho neanche bisogno di comprarla per saperlo, ma la maggiore velocità della Lamborghini non si fonda sul suo nome. Chi non ci crede può provare a scrivere "Lamborghini" sulla sua macchina e vedere cosa succede.
Una persona è attendibile se fa affermazioni attendibili. Questo è innegabile.
Su cosa si fonda l'attendibilità di un'affermazione attendibile? Allora, dicesi "affermazione scientificamente attendibile": una qualsiasi affermazione che sia ricavata da uno o più articoli contenuti in riviste specialistiche. Ok, e perché una rivista specialistica infonde attendibilità alle affermazioni che contiene? Perché è autorevole. No. Perché ci sono degli specialisti indipendenti, i cosiddetti "referee", che esaminano l'attendibilità di quelle affermazioni prima di approvarle per la pubblicazione. Quindi l'attendibilità di un'affermazione dipende dall'approvazione che riceve da altre persone attendibili? Sì. Sicuro? No. Come fanno questi referee a stabilire se un'affermazione è attendibile? Non saprei. Esaminano le apparizioni televisive dell'autore? No. La sua carriera? No. Cosa esaminano? I dati. Esatto, esaminano i dati! (Incredibile come funziona bene la maieutica con gli interlocutori inesistenti).
Siamo dunque arrivati alla conclusione che un'affermazione è attendibile quando è supportata dai dati: esperimenti, osservazioni, simulazioni, qualsiasi evidenza oggettiva che tutti possono verificare e riprodurre. Senza dati, le affermazioni di un virologo valgono tanto quanto quelle di mia madre.
Per esempio, Luc Montagnier (biologo, virologo, professore presso l'Istituto Pasteur di Parigi, premio Nobel) dice che il virus SARS-CoV-2 è stato creato artificialmente modificando l'HIV, mentre mia madre (quinta elementare) dice che molto probabilmente ha avuto un'origine naturale. Chi dei due è attendibile? L'affermazione di mia madre è fondata su uno studio del genoma del virus pubblicato su Nature, mentre l'affermazione di Montagnier non è fondata su nessuna evidenza, bisogna crederci perché lo dice lui. Dunque, in questo caso specifico, la persona attendibile non è il premio Nobel ma mia madre. Bravissima mamma! Peccato le abbia proibito di leggere questo blog.
Quindi un metodo molto efficace per riconoscere i ciarlatani consiste nel fare semplicemente caso alla loro avversione per i dati. Mentre le persone attendibili fanno riferimento a ricerche precise e ne citano gli autori, il contesto, il metodo, i risultati e gli eventuali limiti, i ciarlatani non fanno riferimento a niente di tutto ciò, ma solo alla loro autorevolezza (vera o presunta), all'esperienza personale (che non ha rilevanza statistica), all'emotività di chi ascolta ("non ce lo dicono!"), ai sospetti ("solo una coincidenza?") e a tante deduzioni più o meno logiche da premesse arbitrarie ("lo dice il buon senso"), ma niente dati; quando si tratta di evidenze empiriche, i ciarlatani diventano improvvisamente vaghi e elusivi.
Con questo metodo è dunque possibile scremare la maggior parte dei ciarlatani in circolazione anche senza sapere niente dell'argomento trattato. Non è fantastico? Certo, saperne qualcosa aiuterebbe, ma questo è un altro discorso.
Tutto bello, tutto perfetto, se non fosse che purtroppo esistono anche ciarlatani più evoluti, ciarlatani di secondo livello potremmo chiamarli, che hanno capito il trucco dell'attendibilità e quindi citano anche loro dati (finti) pubblicati su riviste (senza referee) da loro stessi o da altri colleghi (ciarlatani come loro). I ciarlatani di secondo livello sono meno comuni, è vero, ma esistono. La mente umana è incredibilmente fantasiosa quando si tratta di fregare gli altri. Come si fa con questi?
Un esperto è in grado di riconoscerli istantaneamente, è esperto, ma un profano come me come fa? Non può mica verificare a una a una tutte le fonti citate per capire se sono vere o finte. Uno avrebbe anche la sua vita a cui pensare.
Ecco il mio metodo.
Quando una trasmissione o qualsiasi altra cosa dà voce a un ciarlatano del primo livello, quelli tutti "autorevolezza" e niente dati, bisogna subito depennarla e consegnarla al proprio personale oblio. I ciarlatani transitano tutti per le stesse strade, se una trasmissione, un giornale, un sito hanno dato voce a un ciarlatano di primo livello, o perché non sono stati in grado di filtrarlo o perché lo hanno fatto apposta per fare un po' di spettacolo, prima o poi daranno voce anche a un ciarlatano di secondo livello, quindi vanno depennati senza nessuna pietà dalla lista dell'ascoltabile e del leggibile.
In questo modo, depennamento dopo depennamento, si dovrebbe arrivare in breve tempo a seguire solo Radio3 Scienza.
PERCHÉ ODIO TRUMP
In questi anni ho passato almeno un'ora al giorno a leggere articoli su Trump, guardare video su Trump, parlare di Trump con amici, parenti e me stessi. Sessanta minuti al giorno per quattro anni e nove mesi (ho iniziato intorno a febbraio 2016) fanno 1800 ore, cioè approssimativamente 1000 film, 18000 km di corse al parco, 60 corsi universitari. Forse avrei potuto occupare tutto questo tempo con qualcosa di più utile, per esempio studiare un piano per assassinare Trump. Dopotutto se uno sciroccato con disturbi schizoidi certificati come Oswald è riuscito a uccidere un presidente degli Stati Uniti, perché non dovrei riuscirci io che ho pochissimi problemi psichici?
Un interlocutore fittizio potrebbe chiedermi: perché tutto questo odio per Trump, un politico di un paese in cui nemmeno vivi? Mi aspettavo questa domanda.
Allora, prima di tutto, se il politico in questione fosse kirghiso potrei anche darti ragione, che mi frega a me del Kirghizistan? Non so neanche dov'è. Trattandosi invece del paese con l'arsenale nucleare più grande del mondo, tanto per dirne una, il fatto che a prendere il potere sia un sociopatico paranoico con deliri di onnipotenza mi dà qualche pensiero.
Ma il motivo principale per cui odio Trump non è questo. E non è nemmeno un motivo politico, visto che Trump non c'entra niente con la politica.
Mi fa ridere chi pensa che le persone "di sinistra" ce l'abbiano con Trump perché è "di destra". Trump non è "di destra". Voglio dire, hai mai sentito un suo comizio? Non ci sono idee, progetti o cose simili; non dico idee originali o progetti intelligenti, non ci sono neanche idee banali o progetti stupidi, non c'è assolutamente niente che abbia anche solo la parvenza di un discorso politico. Questi "comizi" sono solo bagni di folla in cui Trump insulta i nemici e loda se stesso. Fine. Sono riti religiosi con la divinità presente sul palco, graziosamente disponibile a lasciarsi adorare come un vitello d'oro animato. In questo caso un maiale d'oro. Certo nei suoi discorsi c'è anche la xenofobia, l'autoritarismo, il cospirazionismo e altre cose tipiche dell'estrema destra, ma è politica questa? Questi sono da sempre i trucchi dei demagoghi per aizzare il popolino, non è politica. È come il doping nello sport. La politica dovrebbe essere quell'attività umana in cui una o più persone cercano di risolvere problemi collettivi sulla base dei fatti oggettivi e della loro idea soggettiva di come dovrebbe essere un mondo in cui sia piacevole vivere.
Per esempio, tanto per fare un'ipotesi assurda, supponiamo che scoppi una pandemia di un virus sconosciuto che fa migliaia di morti al giorno in tutto il mondo; un politico propriamente detto prende atto dei seguenti fatti: "nuovo virus", "migliaia di morti al giorno", "bere la candeggina non fa bene" e poi, a seconda che dia più valore all'economia o alla salute, propenderà per soluzioni più rischiose per la salute o per l'economia, rispettivamente. Un politico parte dai fatti, si ispira a dei valori e poi decide che fare. Può anche prendere decisioni orribili ma rimane sempre un politico, magari un politico che non capisce i fatti e si ispira ai valori di Totò Riina.
Trump invece cosa fa? Parte dai propri valori, decide che fare e poi inventa i fatti che gli servono per giustificare le sue decisioni. Si noti anche che i valori di Trump sono essenzialmente due: "Trump" e "più Trump". In pratica è un bambino di tre anni nel corpo di un suino adulto.
Un politico, quando racconta una bugia, si preoccupa di essere coerente con le bugie dette prima e, in certi casi particolarmente importanti, cerca di mettere in scena qualcosa di finto che possa assomigliare a un fatto vero. Per esempio Bush e i suoi amici, quando volevano invadere l'Iraq, hanno usato la scusa delle famose armi chimiche e hanno fatto la fatica di recuperare prove finte. Trump non ha bisogno di fare questa fatica, perché lui produce i fatti sul momento, semplicemente aprendo la bocca ("Obama è nato in Kenya!"), e se poi questi "fatti alternativi" non gli fanno più comodo ne crea altri ("Era Hillary Clinton a dire che Obama è nato in Kenya, non io!") senza preoccuparsi non solo della realtà o del giudizio di chi sa, ma nemmeno della coerenza con se stesso. Da questo punto di vista ha veramente i tratti della divinità, essendo un ente produttore di mondi. Mondi di parole, ok, ma in questi mondi vivono almeno 73 milioni di persone. Non so come ciò sia possibile, da un certo punto di vista è anche ammirevole, ma di sicuro non è politica, al massimo è ipnosi.
Il motivo principale per cui odio Trump è molto semplice, è lo stesso motivo per cui, quando ho letto Animal Farm, odiavo i maiali.