Nonostante il progredire della civiltà e l’indiscutibile acume intellettuale della specie umana
nell’universo ci sono ancora molte cose misteriose che aspettano una risposta convincente, definitiva e possibilmente breve.
Per esempio, chi ha inventato l’abbinamento prosciutto e melone? Come gli è venuto in mente? È andato a tentativi? Mortadella e anguria, salame e banana, ciccioli e mandarino, finché un giorno, “eureka!”, prosciutto e mango? “Mm, quasi”. Ma soprattutto perché faceva esperimenti col cibo invece di mangiare la pastasciutta come fanno tutti? Chissà, forse anche i cetrioli nel caffelatte sono buonissimi, solo che nessuno li ha ancora provati. Quante segrete squisitezze ci tiene ancora nascoste il caso? Perché lo Stato non finanzia la ricerca di nuove leccornie? Finanzia praticamente tutto: film, lungometraggi, cinema, perché non finanzia anche le leccornie? E si dice “leccornìe” o “leccòrnie”? Sul dizionario c’è scritto che la gente dice “leccòrnie” ma sarebbe corretto dire “leccornìe”, ma corretto rispetto a cosa? Esiste un dizionario eterno e incorruttibile in orbita intorno al Sole da consultare col telescopio? E se non esiste allora perché non decidiamo tutti insieme di accentare la prima sillaba di tutte le parole? Sarebbe comodo: “léccornie”, “càminetto”, “àlbergo”, éccetera. A proposito, perché gli asciugamani degli alberghi hanno tutti lo stesso caratteristico odore di asciugamano d’albergo? Ovunque, da Varese a New York. Intendo quell’inconfondibile aroma che sembra un misto di limatura di ferro, corde di iuta e minestra d’ospedale. Per caso è usanza degli hotel lavare gli asciugamani con un apposito detersivo fatto di limatura, iuta e ospedale? Oppure esiste un unico centro mondiale di lavaggio degli asciugamani d’hotel a cui tutti si rivolgono per ragioni di, boh, abitudine? Perché la gente cede così facilmente al richiamo dell’abitudine? Se non fosse per l’abitudine che fine farebbero cose palesemente assurde come il latte scaduto con estratto di stomaco di vitello (“formaggio”), le X sulle schede elettorali o le mutande delle donne? Vista la fortunata collocazione dei genitali femminili, le mutande delle donne sono veramente la cosa più inutile del mondo. Per il pene è un altro discorso, è molto difficile proteggerlo dalle intemperie, eppure per qualche motivo gli uomini ci tengono ad averlo lungo. Perché? Non sarebbe molto più utile avercelo, che so, luminoso? (Ho come la sensazione di avere già detto questa cosa del pene luminoso) Certo, questo cambierebbe radicalmente la storia dell’arte figurativa mondiale, ma in peggio o in meglio? Perché i quadri di Picasso sono belli anche se sono disegnati male? E perché i disegni che io facevo al liceo fanno schifo anche se sono disegnati bene? Per caso è il nome che conta? Se Pablo Picasso si fosse chiamato, per dire, Alvaro Pischiappa sarebbe comunque considerato un grande pittore? Pensiamo per esempio a Mario Schifano, chi mai mangerebbe schifano e melone? Eppure magari è buonissimo.