Ma guardiamo il lato positivo. Ok, i postfascisti hanno stravinto le elezioni, è sicuramente un momento triste per tutte le persone che soffrono quando vedono gli scemi che prendono il sopravvento (anche se è un po’ strano che queste persone non si siano ancora abituate), ma ehi, persone che soffrite, non lasciatevi andare allo sconforto così facilmente: esistono dei lati positivi che forse non avete preso in considerazione. Proprio così: “lati positivi”, plurale, non “lato positivo” come ingannevolmente dice il titolo di questo post (mai fidarsi di quello che si legge su internet).
Prima di passare in rassegna i suddetti lati positivi, rispondo subito a una possibile obiezione che già sento aleggiare: “Quando vincono quelli che ti piacciono è democrazia, quando vincono quelli che non ti piacciono hanno vinto gli scemi!”.
Allora, prima di tutto precisiamo che è democrazia chiunque vinca le elezioni, scemo o non scemo. Poi bisogna vedere se questa democrazia rimarrà anche dopo.
Seconda cosa: non è che proprio ci siano “quelli che mi piacciono”, come dice l’obiezione immaginaria che mi è stata mossa, nel senso che io non sono innamorato di un partito in particolare, ma giudico le singole persone. In fatto di politica ho pretese davvero molto basse, mi va bene una qualunque persona razionale, aperta al dialogo, che parli solo di quello che sa e che non prometta azioni punitive contro intere categorie per far contento il popolino. Mi sembrano veramente dei requisiti minimi, eppure nel panorama politico italiano sembrano il curriculum di un supereroe.
Infine (terza e ultima precisazione), io non disprezzo il fascismo perché sono di sinistra (non so nemmeno fino a che punto io sia “di sinistra”), io disprezzo il fascismo perché disprezzo gli scemi.
Precisazione alla terza precisazione: volendo mettere i cosiddetti puntini sulle “i”, io non disprezzo gli scemi in sé, ma le idee sceme. Il mio disprezzo per gli scemi è solo una conseguenza del mio disprezzo per le loro idee. Se uno scemo cambiasse idea (non succede quasi mai), io non lo disprezzerei più, anzi lo stimerei, perché rendersi conto di essere stati degli scemi è un segno di grande intelligenza.
E le idee sceme non sono le idee con cui non sono d’accordo (sì, ok, è un’altra precisazione). Per esempio io non sono d’accordo con chi ritiene che si debba aumentare la tassazione dei patrimoni, ma non per questo penso che sia uno scemo. Mentre disprezzo chi parla di “famiglia naturale” o “lobby gay” o “metalli pesanti nei vaccini”, perché sta parlando di cazzate che esistono solo nella sua testa.
Le idee sceme sono tutte quelle idee che non hanno altro fondamento se non il sentito dire, il sospetto, la paura, e sono idee che uno ci tiene a mantenere non perché siano convincenti, ma perché soddisfano un qualche suo bisogno irrazionale: per esempio il bisogno di sentirsi legittimati a odiare una certa categoria di persone o il bisogno di vendicarsi contro tutti quei maledetti professoroni che lo hanno bocciato al liceo eccetera.
Dunque, precisato tutto il precisabile, quali sarebbero i famosi lati positivi di questo grande sopravvento degli scemi?
Allora, il primo grande lato positivo è che l’Italia avrà un Governo che rappresenterà in modo molto più preciso e aderente i suoi cittadini. Popolo di merda, Governo di merda. Suona bene, vero?
Non ha senso che una popolazione che non ha ancora capito come funzionano le strisce pedonali abbia come Presidente del Consiglio uno come Mario Draghi. Che cazzo c’entra Draghi con l’Italia? Ha persino il senso dell’umorismo.
Avevo già espresso questo concetto in un post di qualche anno fa in cui mi auguravo che Berlusconi vincesse le elezioni, quindi non ha senso che ora io mi sforzi di riscriverlo con parole diverse. Copio e incollo (sostituisco solo la parola “Berlusconi” con “postfascisti”):
Il cardiologo mi ha detto che, se non faccio almeno tre chilometri al giorno, al prossimo infarto potrei restarci secco (il prossimo infarto sarebbe anche il primo). Quindi ho bisogno di camminare e quando cammino ho bisogno di essere sereno e rilassato, e se c’è una cosa che mi turba davvero tanto sono le coppie male assortite. Non perché l’infelicità degli sconosciuti mi rattristi, ma per una semplice questione di ordine. A me piace che le cose, tutte le cose, siano al loro posto. Mi piace il sapone nella sua vaschetta, la verdura nel cassetto in basso del frigo, i libri in ordine alfabetico per autore, il pinot nero a sedici gradi e soprattutto mi piacciono le coppie ben assortite. Ora, mi sembra evidente che i postfascisti e la società italiana siano fatti gli uni per l’altra: stessi libri preferiti (nessuno), stesse passioni (lamentarsi), stessi interessi (se stessi), stessa faccia (di merda). I postfascisti e l’Italia sono indiscutibilmente una coppia perfetta e io voglio che stiano insieme per sempre.
Il secondo lato positivo è che ci siamo tolti dalle palle Di Maio.