LA VITA A FASI

C’è l’età anagrafica, l’età biologica, l’età psichica e così via. Ci sono un sacco di età, molte più di quelle che uno s’immagina, e siccome perlopiù non coincidono, c’è sempre la possibilità di scegliere quella dove si è più giovani. Per esempio, se uno ha settantacinque anni, è fisicamente indistinguibile da Jabba the Hut e ha salutato buona parte dei suoi neuroni, può sempre ripiegare sull’età sessuale immaginata (da non confondere con l’età sessuale e basta) e tentare di sedurre le amiche di sua nipote. Normalmente questo funziona solo se si ha un’età economica molto avanzata.
L’età di una persona non è una cosa univoca, ma altre cose lo sono, e sono le stesse per tutti, da Socrate al doppiatore del Gabibbo. Sono le fasi della vita.
La vita di ogni essere umano è suddivisa in dieci fasi che vanno percorse tutte, una dopo l’altra, fino in fondo.
La prima fase è quella dell’animalità senza freni, quando si bramano ammucchiate epiche con gente di tutti i sessi e di tutte le dimensioni. Questa fase è dominata da due soli pensieri: sesso e sesso a volontà. Sfortunatamente finisce prima che l’individuo sia in grado di mettere in pratica i suoi propositi.
Il secondo momento è segnato dallo sbocciare della razionalità, cioè ci si rende conto che la sola volontà cieca e ostinata di fare sesso non è sufficiente per farlo veramente, così si decide di dare un’occhiata al cosiddetto mondo esterno, magari può tornare utile:
a. esiste non-io;
b. non-io non risponde ai comandi;
c. approfondire il concetto di “no”;
d. importanza delle mutande nella società contemporanea;
f. il mondo ha un fondamento.
Dopo di che si perde il filo. È qui che inizia il terzo e fondamentale momento della vita: l’apprendistato. In questa fase si assorbe qualsiasi informazione provenga da insegnanti, preti e altre persone in costume, la si incamera e buonanotte. L’individuo impara a fare le divisioni e a staccarsi l’ostia dal palato, tifa Juventus, diventa dipendente da gel con effetto bagnato e si masturba nel cesso sulle foto del Postalmarket. Poi un giorno, inaspettatamente, scopre di essere infelice.
Sia chiaro, non c’è niente di male a essere infelici, è una cosa normale, il problema è che dopo un po’ l’infelicità stufa e uno si chiede quale strana concatenazione di eventi lo abbia portato a succhiare Speedy Pizza congelate davanti a vecchie puntate di Magnum PI.
Seguono alcuni tentativi di suicidio (fase quattro) e una settimana in campeggio nel Polesine con gli zii (fase cinque), dopodiché (fase sei) si decide di cambiare radicalmente vita e si stabilisce in modo definitivo e irrevocabile che la gente è stupida e io sono un genio. In pratica si inizia a fumare.
Fase sette: giro dell’Europa in moto, passione per il cinema muto, scoperta delle birre economiche, Monster of Rock, esperimenti culinari passivi, aerofagia, immersione nel Gange, amicizia con lo psicologo, masturbazione sul Postalmarket.
Fase otto: forse la gente non era poi così stupida, intanto che ci penso mi trovo un lavoro e faccio un paio di figli.
Nove: no, no, è proprio stupida.
Dieci: rottura del femore.