SPUNTI PER UN FILM MOLTO PIÙ INTROSPETTIVO

1.

Un uomo in pigiama (Paolo) suona rapito il pianoforte a muro di casa sua. È un’esplosione di passione e accessi di lirismo, le dita (delle mani) scorrazzano sulla tastiera in vortici di inaudito virtuosismo e tutto il corpo partecipa sfrenatamente a quel mirabile momento d’estasi. Davvero si può dire che l’artista sia tutt’uno col cosmo.
Vibrato l’ultimo accordo, Paolo si accascia a terra fra estatici applausi registrati. Stordito, si rialza faticosamente e raccoglie l’ultimo rimasuglio di forza per uno sguardo di gratitudine verso il proprio pubblico: cinque gattini di ceramica e Sara, la sua inseparabile scopa elettrica.

2.

Un piccolo bar all’ora di chiusura (sedie sui tavoli, cameriere che passa lo straccio, saracinesca a mezz’asta e un cartello con scritto “il bar sta per chiudere”). Paolo sorseggia svogliatamente un bicchiere di Bianco Sarti e parla fra sé.

Perché sono così solo? Un pianista come me! Io che suono Bach, suono tutto! Non è giusto.

Mi scusi, il bar sta per chiudere.

Paolo paga il conto in natura ed esce.

3.

Cammina in un giardinetto di begonie sommamente concentrato nella lettura di Jacques Prévert.

Ah, quant’è commovente passeggiare solitari e malinconici con il proprio libro di poesie! Soavi, dolci, sporadiche poesie dell’immortale maestro...

Legge.

Jacques Prévert!

Si avvicina saltellando a una begonia.

Dolce fiore della sera, odi questa manierata poesia dell’immortale maestro...

Legge.

Jacques Prévert!

Declama.

O dolce fremito della sera! Colmo di spigoli che inebetiscono! Solitudine è il tuo nome e inasprisci il mio cuore di perle colorate.

S’incazza.

Inasprisci il mio cordoglio verecondo!? Osi auscultarmi con occhi sornioni!? Serpe del demonio! Torci la fecazzuola dello sberleffo! Assapora la sensata esalazione! Della! Morte!

Tornato in sé, resta qualche istante in silenzio, in attesa che il destino faccia la sua prossima mossa (il destino sarà impersonato da un cavallo di colore).
Una voce femminile lo fa sobbalzare.

Nobile lo spirito che ha snocciolato versi tanto commoventi!

Sono stato io!

Sì, certo...

Giuro.

Tu menti.

Cascasse il mondo se non sono stato io! Guarda!

Paolo mostra il libro di poesie ai fiori, ai ruscelli, al vento.

Sei veramente tu?

So anche suonare il pianoforte.

Io adoro il pianoforte.

Hai il ragazzo?

Il ragazzo?

Il fidanzato, qualcuno...

Mi fai arrossire.

Ce l’hai o non ce l’hai?

Silenzio. La voce è scomparsa nel nulla: uno scherzo giocato dal destino? (Nitriti). Un rapimento alieno? O più semplicemente l’improvvisa lesione del nervo acustico?

Dove sei rosellina? Uccellino di bosco! Minuscola cricetina! Ho sempre qui con me il mio libro di...

Legge.

Jacques Prévert!

Paolo si accorge che invece del libro ha in mano un bicchiere di Sambuca.

No!

È sconvolto.

Questa non è Sambuca!

Annusa.

È Deltarinolo!

Crolla a terra stordito e depistato.

4.

Paolo russa a letto. Improvvisamente uno squillo elettrico acutissimo e fastidiosamente periodico (probabilmente una sveglia, oppure un apparecchio che riproduce esattamente il suono di una sveglia) gli fa spalancare gli occhi. Con smodato stupore scopre di non essere in un giardino di begonie, ma nel letto di casa sua: si è trattato forse di un sogno? E se sì, dove finisce il sogno e dove comincia la realtà? Fabio cerca di suicidarsi (d’ora in avanti, per comodità, Paolo si chiamerà Fabio): inghiotte un flacone di Smarties, si incide i polsi con un ghiacciolo, si getta dal battiscopa. Più volte.

5.

Telefona a sua madre.

Ciao madre, sono Fabio. Come Fabio chi? Tuo figlio. Mi dici che non hai figli? Ma certo che li hai. Chissà perché ti sei messa in testa quest’idea dopo il trapianto di cervello. Mi chiedi che cosa telefono a fare? Così, per sentire come va. Sai, ieri ho conosciuto una donna meravigliosa che forse si è innamorata di me, però poi è scomparsa e c’è anche il caso che fosse tutto un sogno. Come? Mi chiedi come farò a rivedere quella donna che, non dimentichiamolo, probabilmente non ho mai conosciuto e che non sono nemmeno sicuro di avere visto? Proprio questo volevo chiederti. Pronto, mamma? Hai riattaccato o stai cercando di comunicare in codice morse?

6.

Fabio sta giocando a tennis col presidente degli Stati Uniti.

Bel colpo, presidente! Un altro punto per lei.

Oggi sono in forma.

In formissima. Ora posso riavere la mia racchetta?

Prima finiamo la partita.

Sì, naturalmente. Volevo chiederle, non ha per caso visto una donna invisibile?

Non mi pare, perché?

È la mia fidanzata.

Come si chiama?

Non lo so.

Ace!

Bravissimo.

Vale anche se rimbalza prima da me, vero?

Soprattutto.

Sa cosa potrebbe fare?

Cosa?

Potrebbe mettere un annuncio sul giornale.

Geniale!

È la cosa più semplice da fare.

E, mi scusi, per cosa?

Per la sua fidanzata.

Geniale!

7.

Fabio compra il Corriere della Sera e ci scrive sopra: “pianista di fama condominiale, serissimo, non ancora sessantenne, con pochissimi problemi intestinali, cerca compagna di aspetto gradevole, grande adulatrice, che ami le pulizie domestiche e il sesso orale. Ci vediamo a casa mia sul divano-letto”.

8.

Fabio è seduto senza mutande sul divano-letto. Vicino a sé un orologio digitale, un calendario per adulti e una scatola di fazzoletti di carta. Fabio passa freneticamente da un oggetto all’altro, senza sapersi decidere.
Un ritratto di Bach lo scruta severamente dalla parete.

FAAABIOOO, FAAABIOOO!

Maestro!

FAAABIOOO!

Sono io!

Fabio!

Sì, l’ascolto maestro!

Fabio, Fabio, Fabio.

Sì?

FABIO!!!

Maestro, deve dirmi qualcosa?

Fabio.

9.

Fabio è rannicchiato sul pavimento della cucina e ascolta in silenzio il riposante ronzio del frigorifero. In ogni angolo della casa sbocciano coloratissime begonie e inizia a spirare una fresca aria di campagna.

Leggimi una poesia, ti prego.

Amore, sei tu!!!

È tanto tempo che non mi leggi una poesia.

Dove sei, amore!? Cerbiattina, coniglietta, leprottina, scoiattolina, adorata marsupialina, mostrati a me, ti prego! Possibilmente nuda.

Devo confidarti una cosa.

Sono qui, amore!

È una cosa importante.

Ti ascolto. Dimmi.

Sei pronto?

Sì.

FAAABIOOO!

Titoli di coda.