ISTITUZIONI DI ESTETICA DEI SELFIE

Il giorno in cui si è deciso che gli autoscatti si chiamano "selfie" (29 giugno 2007), la loro popolarità è aumentata a dismisura e oggi è difficile trovare qualcuno che non ne se ne faccia almeno una quindicina al giorno. Del resto "autoscatto" era una parola poco maneggevole, era troppo scomodo doverla tirare fuori ogni volta, posizionarla con cura e restare in posa per secondi e secondi. "Selfie" invece ha solo due sillabe. Due sillabe contro... boh, mille? Senza contare che "autoscatto" aveva qualcosa di equivoco, forse per colpa del prefisso "auto". Non è semplice dire cose come "ora vado in bagno e mi sparo una bella autoscatto".
In questi anni ho visto miliardi di selfie e mi sono sempre chiesto: perché alcuni tizi sembrano dei normali tizi che si fanno una foto e altri invece sembrano dei cretini? Di solito, quando a scattare la foto è un altro, questo non succede. Per sembrare cretini nelle foto degli altri bisogna fare qualcosa di cretino, tipo cavalcare un gatto, rotolarsi nell'azoto liquido, mettersi il berretto al contrario, eccetera, invece in un selfie si può sembrare cretini a prescindere, anche se si sta dimostrando il teorema di Fermat.
Dopo vari esperimenti in cui mi sono fotografato in tutti i modi possibili, anche con la luce accesa, sono arrivato alla conclusione che c'è un solo modo per fotografarsi senza sembrare cretini: guardare nell'obiettivo e sorridere. È il modo più onesto. Il sorriso dice “ciao” a chi guarda, è un segno di cortesia, e il guardare nell'obiettivo dice "eccomi qui, questo sono io". Si può sembrare brutti, disordinati, squallidi, ma di certo non cretini, visto che non si sta facendo niente di cretino.
Se invece uno non guarda nell'obiettivo e magari fa pure un'espressione diversa dal sorriso, allora cambia tutto. È il caso per esempio di chi si fotografa mentre scruta l'orizzonte con uno sguardo malinconico e l'espressione vagamente imbronciata, come se fosse assorto in pensieri profondi, molto più profondi di "mo' me faccio ‘na foto". Di fronte a una foto del genere viene istintivamente da dire: ma sei cretino? Tutti sappiamo che fuori campo c'è la tua mano che regge il telefono, sappiamo che ti sei messo faticosamente in posa controllando di continuo lo schermo e che magari ti sei fatto duecentocinquantamila scatti cercando poi quello in cui sembravi il più malinconico e imbronciato possibile. Un conto è se la foto te l’ha fatta un altro e ti ha colto in un momento in cui scrutavi l'orizzonte malinconico e imbronciato, ma se te la sei fatta da solo, usando preziosi minuti di vita solo per darmi a bere che sei malinconico e imbronciato, allora sei un cretino. La cretineria non sta nel fotografarsi, sta nel fotografarsi facendo finta di non fotografarsi.
Per esempio questo non va bene.


Questo invece è perfetto.


In realtà c'è un altro modo in cui è possibile non sembrare cretini: fotografarsi mentre si fa i cretini. Paradossalmente se ci si fotografa da soli mentre si cavalca un gatto, ci si rotola nell'azoto liquido o si ha il berretto al contrario, si può non sembrare cretini. Certo è rischioso, ma se veramente si riesce a cogliere il proprio essere spontaneamente e sinceramente cretini, nessuno può darti del cretino. Infatti il vero cretino è chi non sa di esserlo, mentre sapere di essere cretini è una cosa molto intelligente.