MONTANELLI'S FALLACY


Chi non ha mai sentito nominare la Montanelli’s fallacy non si preoccupi, me la sono appena inventata. Prima di dire in cosa consiste, faccio rapidamente il punto sull’attuale situazione politica italiana per gli eventuali lettori del futuro, i quali, poverini, potrebbero non essere più a conoscenza del concetto di “passato”.

IL PUNTO
Dopo svariati anni di populismo idealista (“un milione di posti di lavoro”) e una parentesi di populismo frugale (“80 euro a tutti”), nel 2018 ha preso il potere il populismo sfrenato (“soldi gratis”), nato dall’alleanza tra il partito dei razzisti e il partito dei complottisti, di cui segue un significativo esempio di manifesto elettorale.


Fine del punto.

Fin qui tutto normale, sono abituato a essere in minoranza. Se io fossi in maggioranza in questo momento a capo del governo ci sarebbe Carlo Azeglio Ciampi. Sì, lo so, Carlo Azeglio Ciampi è morto, ma è molto meglio un Ciampi morto che un Salvini e un Di Maio vivi. Per il lettore del futuro: non sto a dire chi siano Ciampi, Salvini e Di Maio, penso che bastino le loro facce.


Ciampi è quello che non sembra scappato dallo zoo.
La cosa che invece mi stupisce è che sento molte persone dire cose come “speriamo che governino, così chi li ha votati capirà che sono dei ciarlatani”. Ecco, è questa la Montanelli’s fallacy.
Prima delle elezioni del 2001, quando il populismo idealista del cosiddetto Berlusconi stava per andare definitivamente al potere, Indro Montanelli, stimato giornalista del Novecento, aveva detto “mi auguro la vittoria di Berlusconi, perché Berlusconi è una di quelle malattie che si curano col vaccino. Per guarire da Berlusconi, ci vuole una bella iniezione di vaccino di Berlusconi”. Lo si può ascoltare qui, al minuto 3:00.
Beh, gli italiani hanno avuto la loro bella dose di vaccino di Berlusconi, cinque anni, eppure alle elezioni del 2008 lo hanno votato di nuovo, altri tre anni di vaccino, e nel 2018, nonostante tutto quello che è successo e tutte le cose incredibili che ha combinato, il 16% degli italiani ha comunque continuato a votarlo e molti di quelli che hanno smesso di votarlo non è che sono guariti dalla loro credulità, ma l’hanno solo rivolta verso altri ciarlatani. Tutti questi anni di Berlusconi non solo non hanno curato il populismo ma lo hanno cronicizzato, e quello che prima era fuori dalla norma, le promesse assurde, i contratti farlocchi, il fastidio per le procedure costituzionali, il partito di proprietà personale, il disprezzo dei fatti, le teorie del complotto, la propaganda permanente e soprattutto l’abitudine a mentire, tutte queste cose sono ora la norma. Prima di Berlusconi, quando un politico diceva una bugia, faceva almeno lo sforzo di accordarla con i fatti in modo da darle una spennellata di verosimiglianza, ora invece può tranquillamente dirti che i gatti sono ologrammi alieni provenienti dal pianeta Carlo senza nessun bisogno di aggiungere altro. Quindi per quale motivo adesso dovrei credere che "la gente capirà"? La gente non capirà mai e i populisti di oggi, come è già successo a quelli di ieri, verranno solo sostituiti da populisti ancora più populisti.
Possiamo quindi definire la Montanelli’s fallacy come l’ingiustificata fiducia nella capacità degli elettori di riconoscere che i loro eletti li stanno danneggiando. Tale fiducia è fondata sull’errato presupposto che la gente voti chi le conviene, mentre in realtà vota semplicemente chi le somiglia, e, se per caso succede che chi le somiglia la mandi in rovina, la colpa verrà data a qualcun altro: le potenze straniere, le banche, i giornali, gli immigrati, chiunque non le somigli.

LA BELLEZZA

IL PRIMO VIDEO NON SI SCORDA MAI

Mentre rovistavo nell'hard disk alla ricerca di una cosa di fondamentale importanza che ora non ricordo, ho trovato il mio primo esperimento animato. Risale al 2007, quando ero ancora giovane e pieno di speranze, cioè un cretino. È un video molto breve e realizzato con la tecnica classica (il mouse), ma è grazie a questo video che ho capito le grandi potenzialità espressive dell'animazione.
Chissà perché non ho mai avuto il coraggio di metterlo in rete?

IL PAZZO

BATTUTORIAL

Com'è universalmente riconosciuto, scopo principale di una battuta è far ridere. Ne deriva che le battute belle sono quelle che fanno ridere, mentre le battute brutte sono quelle che non fanno ridere. Questo potrebbe far ingenuamente pensare che una battuta abbia mediamente il 50% di probabilità di essere bella e il 50% di essere brutta, visto che uno può o

a) ridere

o

b) non ridere,

ma in realtà non è così, perché c'è anche chi

c) si offende.

È importante sottolineare che c) non è un banale sotto caso di b), ma un terzo caso a sé stante. "Non ridere" significa semplicemente e neutralmente trovare una battuta non divertente, come quando non si mangia un certo cibo perché non lo si trova buono, invece offendersi significa ritenere che quel cibo trasgredisca una qualche norma più o meno divina.
Il seguente diagramma mostra tutte le possibili reazioni di un essere umano mediamente permaloso quando sente una battuta.


Supponendo per semplicità che tutti i percorsi del diagramma siano equiprobabili, si vede che uno ride solo in un caso su sei, cioè nel 17% dei casi, mentre si limita a non ridere nel 33% dei casi e addirittura si offende nel 50%. Può così succedere che quando si fa una battuta in pubblico ci siano quelli che si offendono per quello che hai detto, quelli che si offendono per quello che credono che tu abbia detto e quelli che si offendono perché non hanno capito quello che hai detto, così, per sicurezza.
Il diagramma appena visto fornisce però anche un modo molto semplice per aumentare le probabilità di successo di una battuta, basta evitare tutte le diramazioni indesiderate. Vediamo come.
Il primo bivio che si incontra è quello che divide chi capisce la battuta da chi non la capisce, dunque per imboccare la strada che porta alla risata sarà sufficiente esprimersi nel modo più chiaro possibile. Le battute devono essere semplici, esplicite, magari accompagnate da un accenno di spiegazione. Per esempio bisogna assolutamente evitare di fare quelle battute in cui si dice una certa cosa, ma in realtà dal contesto uno dovrebbe capire che si intende esattamente l’opposto. Sono battute che rifuggono la risata, così come i vampiri, creature che notoriamente vivono di notte (cioè in assenza di luce), rifuggono la luce.
Una volta eliminata la possibilità di non essere capiti, le probabilità diventano:

Risata 33%
Non risata 33%
Offesa 33%

Già meglio.
Per aumentare ulteriormente le probabilità della risata, è assolutamente indispensabile che al bivio successivo nessuno imbocchi la strada del sentirsi toccato nel vivo. Prendiamo per esempio la battuta appena fatta:

“sono battute che rifuggono la risata come i vampiri rifuggono la luce”.

Questa ha scarsissime possibilità di toccare qualcuno, visto che i vampiri non esistono, ma se invece avessi scritto

“sono battute che rifuggono la risata come i neuroni rifuggono i grillini”

(cosa che peraltro non penso) avrei offeso circa il 30% della popolazione italiana, e questo è un problema, soprattutto se voglio vendere un libro, una cremina bio o un berretto di stagnola per proteggersi dai raggi cosmici.
Oggi lo spettro degli argomenti che possono offendere la gente si è molto allargato, inoltre, grazie ai cosiddetti social media, il processo di individuazione della battuta sgradita e di linciaggio del colpevole è molto più rapido e efficace rispetto al passato. Se l’Inquisizione avesse avuto Facebook, avrebbe bruciato molte più streghe. O vampiri.
Ecco dunque un elenco provvisorio e necessariamente incompleto degli argomenti che bisogna assolutamente evitare quando si fa una battuta:

Politica
Religione
Calcio
Abitudini alimentari
Difetti fisici
Animali (ma solo quelli carini, la tenia solium può essere sbertucciata senza pietà)
Musica
Cinema e televisione
Sistemi operativi
Minoranze (a meno che tu non appartenga a quella minoranza, in tal caso è ok)
Pedofilia
Cataclismi
Olocausti
Posizione del rotolo della carta igienica

Anche i vecchi argomenti da Settimana Enigmistica, tipo la suocera, la moglie o i bambini rompicoglioni, sono temi troppo sensibili per essere affrontati senza rischi, dunque sarà bene inserirli nella suddetta lista.
Ci sarebbero ancora molte cose da dire, per esempio che è sempre meglio accompagnare le battute con faccine sorridenti o farle in dialetti ritenuti simpatici, tipo il romanesco, il fiorentino, il romanesco o, in alternativa, il romanesco, ma se già ci si limita a seguire le poche regole qui esposte, le probabilità di successo di una battuta saranno circa del 50%, che non è poco.
Quello che segue è un ottimo esempio di battuta divertente: