IL FUMO UCCIDE, lo sanno tutti, chi è morto lo sa per esperienza, gli altri hanno un pacchetto di sigarette che glielo ricorda ogni giorno. Gli effetti della campagna mondiale antifumo sono stati devastanti, almeno su di me. Un tempo fumavo serenamente: caffè e sigaretta, birra e sigaretta, sesso e sigaretta, ogni cosa chiamava la sigaretta, anche la sigaretta. Certo non pensavo che facesse bene, sapevo perfettamente che IL FUMO UCCIDE. Quando si fa una scelta di semplice edonismo poi non bisogna pensarci più, è la regola, se no che edonismo è? Adesso invece è impossibile fumare senza qualcosa o qualcuno che ti ricordi che IL FUMO UCCIDE. Si potrebbe pensare che lo facciano per il tuo bene, se non fosse che lo dicono fregandosi le mani. Più che un consiglio, sembra un augurio. È un po’ la logica del peccato originale: se ti procuri un piacere devi essere punito, quindi se fumi devi morire e se non muori, beh, che almeno ti vada di traverso.
IL FUMO UCCIDE, perfetto, ma come funziona? Zero sigarette sei salvo, una muori? Non è possibile. Niente in natura funziona così, a salti, a parte ovviamente la meccanica quantistica, ma non mi pare che le sigarette siano particelle subatomiche.
Per esempio l’uranio fa male, molto più male di qualsiasi marca di sigarette, infatti su Hiroshima hanno buttato una bomba all’uranio, non un pacchetto di MS senza filtro. Ma l’uranio non viene dall’iperspazio, è presente in natura normalmente, sparpagliato un po’ ovunque, e questo non perché il pianeta sia inquinato o altro, ma perché madre Natura nella sua infinita saggezza ha pensato bene di dare una bella spolverata di uranio a tutta la superficie terrestre, di modo che è praticamente impossibile non farsi la propria dose tutti i giorni. Ogni persona ne assume in media un microgrammo al giorno, tutti i giorni, cioè circa trenta milligrammi nell’arco di tutta la vita. Trenta milligrammi sembrano pochi, certo, ma stiamo parlando di uranio, non di olio di palma. Per radere al suolo Hiroshima è bastato mandarne in fissione sette etti, con trenta milligrammi si può a occhio e croce far saltare in aria un condominio.
Un microgrammo di uranio al giorno fa male, sì, ma poco, così poco che in pratica non fa assolutamente niente. È il concetto di quantità trascurabile, un concetto facile da capire, ma evidentemente non alla portata degli scrittori di avvisi di pericolo. Dopotutto è comprensibile, è come per i cani, se non vuoi che entrino in casa devi dire LA CASA UCCIDE e magari rafforzare il concetto con una ciabattata sul naso, non puoi metterti a spiegare che in fondo, sì, possono entrare ma solo con le pattine, facendo attenzione al ficus e se poi hanno proprio voglia di farsi uno spuntino, dio santo, almeno che non mangino quell’orrendo cibo per cani.
Qualche giorno fa ho fatto una visita da uno pneumologo. Non che avessi niente di particolare, è che preferisco prevenire invece che curare.
Dov’è che le fa male esattamente?
Qui.
Perfetto, ora potrebbe indicarmi un punto sul suo corpo?
Alla fine non avevo niente, “sano come un pesce” mi ha detto, e sono sicuro che non intendeva un pesce in via di estinzione. Così, visto che rimaneva del tempo, gli ho chiesto un parere sul fumo.
IL FUMO UCCIDE.
Sì, dottore, questo lo so, quello che volevo sapere --
UCCIDE.
Okay.
...
Ma --
UCCIDE.
Ora l’ha detto meno convinto.
Non lo so, forse gli ho solo fatto compassione, fatto sta che dopo un lungo sospiro si alza, chiude a chiave la porta dell’ambulatorio, tira le tende, ammaina tutti i poster sul tumore ai polmoni e strappa una piccolissima striscia di carta da una rivista medica. Ci scrive sopra qualcosa in fretta, a matita, e me la passa senza guardarmi: “due sigarette al giorno non c’è rischio”. Non faccio in tempo ad alzare gli occhi che la sta già deglutendo.
IL FUMO UCCIDE.
Sì. Grazie, dottore.
Non sono mai uscito così felice da una visita medica. È fantastico, due sigarette al giorno! Una per polmone! Questa sì che è una buona notizia! Se gli scrittori di avvisi di pericolo fossero onesti dovrebbero scrivere IL FUMO UCCIDE, CERTO, MA SE FUMI DUE SIGARETTE AL GIORNO NON C’È RISCHIO.
Ora non mi resta che trovare sigarette di ottanta centimetri.
IL FUMO UCCIDE, perfetto, ma come funziona? Zero sigarette sei salvo, una muori? Non è possibile. Niente in natura funziona così, a salti, a parte ovviamente la meccanica quantistica, ma non mi pare che le sigarette siano particelle subatomiche.
Per esempio l’uranio fa male, molto più male di qualsiasi marca di sigarette, infatti su Hiroshima hanno buttato una bomba all’uranio, non un pacchetto di MS senza filtro. Ma l’uranio non viene dall’iperspazio, è presente in natura normalmente, sparpagliato un po’ ovunque, e questo non perché il pianeta sia inquinato o altro, ma perché madre Natura nella sua infinita saggezza ha pensato bene di dare una bella spolverata di uranio a tutta la superficie terrestre, di modo che è praticamente impossibile non farsi la propria dose tutti i giorni. Ogni persona ne assume in media un microgrammo al giorno, tutti i giorni, cioè circa trenta milligrammi nell’arco di tutta la vita. Trenta milligrammi sembrano pochi, certo, ma stiamo parlando di uranio, non di olio di palma. Per radere al suolo Hiroshima è bastato mandarne in fissione sette etti, con trenta milligrammi si può a occhio e croce far saltare in aria un condominio.
Un microgrammo di uranio al giorno fa male, sì, ma poco, così poco che in pratica non fa assolutamente niente. È il concetto di quantità trascurabile, un concetto facile da capire, ma evidentemente non alla portata degli scrittori di avvisi di pericolo. Dopotutto è comprensibile, è come per i cani, se non vuoi che entrino in casa devi dire LA CASA UCCIDE e magari rafforzare il concetto con una ciabattata sul naso, non puoi metterti a spiegare che in fondo, sì, possono entrare ma solo con le pattine, facendo attenzione al ficus e se poi hanno proprio voglia di farsi uno spuntino, dio santo, almeno che non mangino quell’orrendo cibo per cani.
Qualche giorno fa ho fatto una visita da uno pneumologo. Non che avessi niente di particolare, è che preferisco prevenire invece che curare.
Dov’è che le fa male esattamente?
Qui.
Perfetto, ora potrebbe indicarmi un punto sul suo corpo?
Alla fine non avevo niente, “sano come un pesce” mi ha detto, e sono sicuro che non intendeva un pesce in via di estinzione. Così, visto che rimaneva del tempo, gli ho chiesto un parere sul fumo.
IL FUMO UCCIDE.
Sì, dottore, questo lo so, quello che volevo sapere --
UCCIDE.
Okay.
...
Ma --
UCCIDE.
Ora l’ha detto meno convinto.
Non lo so, forse gli ho solo fatto compassione, fatto sta che dopo un lungo sospiro si alza, chiude a chiave la porta dell’ambulatorio, tira le tende, ammaina tutti i poster sul tumore ai polmoni e strappa una piccolissima striscia di carta da una rivista medica. Ci scrive sopra qualcosa in fretta, a matita, e me la passa senza guardarmi: “due sigarette al giorno non c’è rischio”. Non faccio in tempo ad alzare gli occhi che la sta già deglutendo.
IL FUMO UCCIDE.
Sì. Grazie, dottore.
Non sono mai uscito così felice da una visita medica. È fantastico, due sigarette al giorno! Una per polmone! Questa sì che è una buona notizia! Se gli scrittori di avvisi di pericolo fossero onesti dovrebbero scrivere IL FUMO UCCIDE, CERTO, MA SE FUMI DUE SIGARETTE AL GIORNO NON C’È RISCHIO.
Ora non mi resta che trovare sigarette di ottanta centimetri.