PROVACI ANCORA, PIERO

Pronto, ciao Silvia, tutto bene? Non indovinerai mai dove sono.

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Piero. Non indovinerai --

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Piero Scapecchio, ci siamo conosciuti il 18 aprile a Roncadelle.

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La conferenza di Franco Boni sugli impressionisti telematici e il surrealismo pralinato. C’erano anche delle straordinarie tele di Mirko Pagliacci a 70 euro al metro quadro. Praticamente niente se pensi a quanto costa la tela al giorno d’oggi.

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18 aprile 2004.

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Me l’hai dato tu.

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Beh, non direttamente, l’ho segnato mentre lo davi a un mio amico. Io ero quello nascosto dietro la pianta.

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Un ficus, credo, ma non ci giurerei.

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Ah, non ne ho idea, non dirmi che tu ricordi i nomi di tutti i tuoi amici? Come si fa? Ho anche provato a usare quelle tecniche mnemoniche, hai presente? Quelle dove usi una storiella per mandare a mente i nomi, ma poi non mi ricordo mai quali personaggi corrispondano a quali amici e allora tanto vale. Senza contare che io non ho amici. Non indovinerai mai dove --

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Piero.

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Scapecchio, non Scopecchio. Non mi permetterei mai.

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Scusa se interrompo i tuoi saluti, ma volevo dirti che sono a Vigarano Mainarda.

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Pensa che coincidenza! Sono qui per una personale di Nando Chiappa e chissà perché mi sei venuta in mente tu. Vuoi venire?

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Nessun problema, anch’io devo ancora pranzare. Se vuoi ti passo a prendere. Via Cavour 61, giusto?

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Ah, ecco perché non rispondi al citofono. Non lo sapevo. Senti, faccio un salto lì in Zimbabwe, ci facciamo una pasta col colera e poi torniamo qui a vedere il Chiappa, okay? Pare ci siano le sue prime opere: colazioni astratte, 140x200, caffelatte su tovaglia. Spettacolari!

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Nemmeno a me interessano. Pranziamo e basta, offro io.

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Giusto, allora facciamo così: vengo lì e me lo succhi. Offro io.

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Pronto? PRONTO?

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Pronto, Silvia, credo sia caduta la linea.