SCIENZA! SCIENZA! SCIENZA!

Gli affreschi della Cappella Sistina sono uno dei maggiori esempi del genio umano: scene dell’Antico e del Nuovo Testamento dipinte con ineguagliabile maestria a più di venti metri di altezza! Come ha fatto Michelangelo ad arrivare là in alto? Vecchio, malato, probabilmente omosessuale. Aveva pennelli lunghissimi? Come ha fatto a sollevarli? Si dice con pulegge azionate da migliaia di schiavi egizi, ma dove sono finiti questi favolosi pennelli? Distrutti, bruciati, sepolti? Da chi? Può una buca essere più profonda di un pennello di venti metri? Ecco un primo indizio:



Giorgio Vasari in “vite e opere di artisti in odore di essere extraterrestri” ci narra questo strano episodio della vita di Michelangelo: “nol conobbi né mai lo vidi”. Come può Vasari, il primo critico d’arte nel senso moderno del termine (cioè artista mediocre), non avere mai incontrato Michelangelo? Eppure, stando alla teoria del Big Bang, il mondo di allora era più piccolo di quello di oggi. È forse Vasari il vero autore degli affreschi della Cappella Sistina? E se sì, cosa ci faceva coi pennelli di Michelangelo?
Lo studioso John Shapiro avanza un’ipotesi giudicata dai più stravagante: “forse la Cappella Sistina è stata pensata per osservatori esterni”. Ma è un’idea poi così stravagante? Ecco gli affreschi visti dallo spazio.


Cosa significa veramente “Cappella Sistina”? Questa espressione appare per la prima volta nelle carte dei progetti della Cappella Sistina. È anche questa una coincidenza? C’è poi un interessante particolare che da secoli suscita la curiosità degli studiosi.


Cosa rappresenta questo misterioso simbolo? Un serpente? Dio? Pennelli lunghissimi? A prima vista sembrerebbe un sigaro sovrastante due propulsori ad antimateria, ma come faceva l’ignoto autore di questi affreschi a conoscere l’esistenza del sigaro? Com’è noto il tabacco è arrivato in Europa solo dopo la scoperta dell’America (1789) ed è da escludere che nel Cinquecento fosse già stata inventata la macchina del tempo. Oggetti molto simili compaiono in numerosi dipinti coevi e, cosa ancor più strana, l’attrice porno Janet Honey, ventitré anni e tutta una carriera davanti (e di dietro), sostiene di averne recentemente avvistato uno a poche miglia da Huston.


Stavo rientrando al ranch di zio Randy, ero molto stanca e disinibita.

Che ore erano?

Non saprei. A un certo punto vedo uno di questi cosi venirmi incontro.

Un oggetto volante non identificato?

Sì, a parte il fatto che non volava. Ero così spaventata che mi sono subito dovuta spogliare.

Veramente?

È una cosa che mi rilassa. Purtroppo però ne è arrivato subito un altro, poi un altro e un altro ancora... mio dio, erano enormi! Poi finalmente è arrivato zio Randy, ma ne aveva uno anche lui.


Forse non conosceremo mai la verità, forse il segreto dei pennelli di Janet Honey resterà custodito per sempre fra le rovine di Pompei, la città etrusca distrutta dal terribile asteroide che ha estinto i mammut, Dracula e la grande muraglia cinese.