SOLUZIONE DEL PROBLEMA ONTOLOGICO

Capita di avere un pensiero fisso, per alcuni è la morte, per altri i soldi, i rapporti sessuali o il proletariato. Il mio pensiero fisso è il problema ontologico. Da quando ne ho sentito parlare dal dentista non riesco più a togliermelo dalla testa.


Inconcepibile...

La prego, non mi dica che va devitalizzato.

No, no, tranquillo. Mi chiedevo perché l'essere e non il nulla.


Per fortuna l'altra sera, in modo del tutto casuale, ho trovato la soluzione. Ero al ristorante con Giuseppe, Giuseppe e Giuseppe (per comodità scelgo solo amici con lo stesso nome). Arrivati al dessert, Giuseppe vuole ordinare quei dolci cinesi con dentro il messaggio. Io non ero d'accordo, faccio molta fatica a digerire i messaggi, però Giuseppe insiste e così alla fine decido di accontentarlo. Io accontento sempre tutti, mi piace vedere la gente smettere di insistere.
Purtroppo, come tutti i dolci cinesi, anche questi sapevano di muco rappreso. Non che io sappia che sapore ha il muco rappreso, ma m'immagino che sia più o meno così: dolciastro, farinoso, con un retrogusto di limone dimenticato in frigorifero da tre settimane. Anche i messaggi dentro ai dolci non erano proprio il massimo: "Attraversa sulle strisce solo se ci sono", "Non prestare soldi al gatto", "Il mondo finirà nel 1993", "Complimenti hai vinto un altro dolce cinese". Quest'ultimo capita proprio a me.


Cosa dice il tuo messaggio? 

No, niente.

Perché lo nascondi?

Non lo sto nascondendo.

L'hai messo in tasca.

Non mi pare.

Da' qua.

Guarda, è vuota.

L'altra tasca!

Mi dispiace, Giuseppe, ma ho una tasca sola.

E questa cos'è?

Ah, la chiamate tasca anche se è a sinistra?

Ma dai, che fortuna! Hai vinto un altro dolce cinese. Cameriere!


In teoria i dolci li avevano finiti, ma è incredibile quello che può inventarti un bravo cuoco con quel poco che ha in cucina: zucchero, farina e limone dimenticato in frigorifero da tre settimane. 


Allora? Che dice il messaggio?

Oddio...

Cos'hai? Perché fai quella faccia?

Giuseppe...

Dimmi.

Dimmi.

Dimmi.

È la soluzione del problema ontologico.

Ah. E non dice nient'altro?