LA VITA DI CIOCCOLATINI COME UNA SCATOLA È

Allora, io non so chi abbia scritto “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, ma penso che questa persona dovrebbe essere frustata in piazza. Penso che uno degli scopi dell’umanità, oltre al progresso, la conoscenza e tutto il resto, dovrebbe essere andare a casa di questa persona, chiederle “sei tu che hai scritto si sta come d’autunno sugli alberi le foglie?” e se risponde “sì, sono io”, prenderla, denudarla, trascinarla in piazza legata a un mulo e frustarla davanti a tutti fino a quando non perde i sensi, e se invece risponde “no”, frustarla lo stesso fino a quando non perde i sensi, perché non è certo con una banale bugia che può sperare di cavarsela. Ma anche nel caso in cui questa persona sia già morta (prima o poi succede a tutti), scopo dell’umanità dovrebbe essere quello di trovare un modo per riportarla in vita, prenderla, denudarla, eccetera e frustarla fino a quando non perde i sensi. È crudele, lo so, ma mai così crudele come l’avere introdotto nel mondo una cosa come “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, perché è oggettivo che questa cosa abbia reso il mondo un posto peggiore, visto che ha reso un numero considerevole di persone, cioè almeno una, cioè me, oggettivamente più infelice. Certo, poco più infelice e per poco tempo, ma non penso di esagerare nel dire che, con tutte le cause di infelicità che già ci sono nel mondo e che spontaneamente si producono in continuazione, produrne volontariamente di nuove è una colpa che difficilmente una punizione corporale potrà mai far espiare, anche se, come si dice, tentar non nuoce. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” non è una (sto per dirlo) poesia, né una brutta (lo dico di nuovo) poesia e non è nemmeno, a voler essere buoni e facendo finta di non aver sentito bene, una semplice frasetta del cazzo, no, questa è una coltellata nella testa e nessun grande scrittore di questo mondo con tutti i suoi capolavori potrà mai cancellare il segno lasciato da una coltellata, così come nessun sorbetto può togliere il sapore che ti resta in bocca dopo aver mangiato un pesce marcio.
Ricordo ancora il male che ho sentito da bambino la prima volta che questa cosa mi è stata conficcata nella testa. Ricordo che ho pensato “perché mi fai questo, autore della cosa? Neanche ci conosciamo”. Già sarebbe stato ingiusto aggredirmi con un più innocuo “si sta come le foglie sugli alberi d’autunno” o anche solo con un “la vita è come una scatola di cioccolatini”, ma arrivare addirittura a spostare qua e là qualche parola per mascherare la banalità del pensiero è una cosa davvero crudele, ed è assurdo che a diffondere questa cosa vergognosa e orribile sia proprio la scuola, il posto in teoria adibito all’educazione. Un genitore si sforza di tenere suo figlio lontano dai pericoli, di proteggerlo e farlo crescere sano e educato, e poi lo manda in un posto dove non solo gli insegnano parolacce come “foglie d’autunno”, “volto diletto”, “sussulti d’amor” e “frastuoni di pensieri struscianti”, ma gli violentano le orecchie con “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Perché una stupidaggine è solo una stupidaggine, ma una stupidaggine travestita da (giuro, ultima volta) poesia si chiama violenza.
Poi un giorno dirò due parole anche su “m’illumino d’immenso”, chiunque sia l'autore.