NE RESTERANNO SOLO SEI MILIARDI E MEZZO

Quand’ero piccolo sognavo di diventare un campione di kung-fu. Non era tanto il kung-fu che m’interessava, ma il campione. Sarebbe andato bene anche campione di judo, jujitsu, karate, ginseng, qualsiasi cosa tranne il sumo. Sognavo anche di diventare l’uomo col pene più lungo del mondo, ma non per motivi sessuali, era più una questione di pigrizia, mi sarebbe piaciuto fare pipì senza dovermi alzare per andare in bagno. Sognavo un pene lunghissimo con tante piccole zampette, un pene indipendente che sapesse badare a se stesso e che un giorno, chissà, sarebbe diventato qualcuno, magari Presidente della Repubblica. Ma soprattutto sognavo di diventare un campione di kung-fu.
Io e mio cugino eravamo dei patiti di film con Bruce Lee. Tutte le domeniche andavamo al cinema, un piccolo cinema di paese che di pomeriggio proiettava film di arti marziali, western e cartoni animati e la sera film porno. Noi neanche sapevamo cosa fosse un film porno, eravamo così piccoli che pensavamo ancora che i bambini nascessero sotto i cavoli dopo aver eiaculato in una vagina. Ogni volta che tornavamo da un film di arti marziali, poi passavamo tutta la sera a fare a cazzotti (non voglio pensare cos’avremmo fatto dopo un film porno).
Come sarebbe stata la mia vita se fossi stato un campione di kung-fu? Quando sei piccolo non è come da grande che puoi scegliere le persone da frequentare, persone che di solito non ti menano. Quando sei piccolo vieni sbattuto in quelle specie di zoo umani chiamati “scuole materne”, luoghi selvaggi dove il tempo è rimasto fermo al paleolitico e piccoli esseri umani imbizzarriti vivono allo stato brado, portando devastazione e rovina. Nelle scuole materne vige la legge del più forte e io, purtroppo, ero di gran lunga il meno più forte di tutti. Tanto per rendere l’idea, i miei due migliori amici, Gog e Magog, erano soliti pisciarmi sulla schiena, poi mi facevano coricare su una branda e mi pestavano fino a perdere i sensi (loro). Sono cose che ti segnano, soprattutto in faccia. Gli educatori (ma forse sarebbe più corretto chiamarli domatori) guardavano queste scene senza fare niente. Credo usassero il metodo darwiniano.
Comunque alla fine sono sopravvissuto. Contro ogni aspettativa stavolta è sopravvissuto il meno adatto. Quasi quasi farei un figlio solo per incasinare l’evoluzione della specie, solo che non vorrei mettermi in casa uno che mi piscia sulla schiena.