ANCHE SE NON NE SO NIENTE

Bisogna diffidare di chi si autodenigra. Di solito uno che si autodefinisce stupido non pensa veramente di esserlo, sta solo chiedendo di essere smentito. Chi pensa veramente di essere stupido lo tiene nascosto, non lo scrive sul biglietto da visita. Non è piacevole rivelare agli altri i propri difetti, veri o presunti che siano, nessuno va in giro a dire “sono impotente” o “mi puzzano le ascelle”, perché allora dovrebbe dire “sono uno stupido“?
La verità è che l’autodenigrazione è spesso una trappola. Uno che parla male di sé appare innocuo e indifeso, invoglia a incoraggiarlo un po’, a fargli qualche carezza, impietosisce e tranquillizza, ma appena abbassi la guardia, zac! ti fa un appunto sull’abbigliamento, ti critica la dizione o ti insulta più o meno velatamente. È una tecnica come un’altra per metterti i piedi in testa, la cosa a cui tutti mirano: c’è chi fa l’arrogante e il prepotente per metterti i piedi in testa, e c’è invece chi si autodenigra in modo che sia tu a chinarti, a prendergli il piede con le tue stesse mani e mettertelo in testa.
Quando ci si trova con uno che si autodenigra, la cosa più saggia da fare è scappare, tutto qui, al minimo accenno di autodenigrazione bisogna volatilizzarsi. Per questo nelle relazioni sociali è sempre buona norma tenere a portata di mano un motorino acceso.
Spesso però non è semplice riconoscere queste persone, perché sono pochi quelli che si presentano con nome, “stupido” e cognome, e nella maggior parte dei casi le tecniche di autodenigrazione sono più sottili. Quella più usata è l’“io non ne so niente, ma”. Chiunque dica “io non ne so niente, ma” pensa in realtà di saperne tantissimo, per non dire tutto, pensa di essere una specie di esperto e non vede l’ora di sentirselo riconoscere. Verificarlo è semplice, quando uno avanza dei dubbi sulle proprie conoscenze basta dargli ragione, con convinzione, e vedere quanto gli fa piacere.


Dunque, premesso che io non ne so nulla --

Hai perfettamente ragione.

Cosa?

È vero, non ne sai niente.

Io, be’...

No, no, non sminuirti, non ne sai assolutamente un cazzo.

...

Quando uno ha ragione, ha ragione.


Ma esistono modi di sminuirsi ancora più impercettibili e dunque più pericolosi. Ecco alcuni esempi con relativa risposta.

a) “Posso fare un modesto appunto?”, “se è modesto puoi anche stare zitto”.

b) “Non sono sicuro di avere capito”, “allora rassicurati: non hai capito”.

c) “Forse ricordo male, ma --“, calcio nelle palle.