Il problema di tutti i film su Berlusconi è che il Berlusconi vero è sempre molto più incredibile di qualsiasi Berlusconi finto. A uno sceneggiatore non verrebbe mai in mente di far fare a un Presidente del Consiglio tutte le cose che fa Berlusconi, perché le giudicherebbe troppo grottesche o inverosimili, invece Berlusconi le fa, e così gli sceneggiatori sono sempre un passo indietro rispetto alla sua biografia. È un po’ come per i film di fantascienza: i buchi neri descritti dalla metrica di Schwarzschild sono molto più spettacolari di quelli immaginati dagli sceneggiatori di Hollywood. Detto questo, ecco il mio film su Berlusconi. Titolo: “la lampada di Schrödinger”.
SCENA 1
In strada. Un ventenne coi capelli rasta, la barba rasta e i peli delle ascelle rasta (Jerry) rovista fra i bidoni dell’immondizia. “È incredibile quello che buttano via ‘sti borghesi”, dice a Spurgy, il suo cane rasta. Mentre è indeciso se portarsi via un materasso squarciato o la carcassa di un televisore, nota una strana luce provenire da dentro un bidone. Cosa sarà mai? Un principio di autocombustione? Scorie radioattive? La lampada di Schrödinger? Per creare un minimo di suspense, forse è meglio dare al film un titolo diverso, per esempio “Il cormoragno” o “Cuccioli di anguria”.
SCENA 2
Cucina. Una donna ricoperta di piercing e tatuaggi che raffigurano piercing (Jenny) è a mollo in una vasca da bagno scrostata con un cruciverba in mano. Entra Jerry.
Senti qua, Jerry: ha quattro zampe e abbaia. Quattro lettere.
Cosa?
“Co-sa”. Si vede che hai fatto le medie.
Guarda cos’ho trovato.
È una lampada.
Una lampada magica.
Oddio, no!
Volevo dire “maciga”.
Ah, okay.
Se schiacci l’interruttore esaudisce i desideri.
Come fai a dirlo?
Ecco qua.
Okay, Jerry, ti credo. Ora fammi riapparire.
SCENA 8
Soggiorno. Jerry va avanti e indietro con la lampada in mano, pensieroso. Spurgy gli saltella intorno con la lingua penzoloni e scodinzolando come per dimostrare tutto il suo affetto. In realtà è solo un povero cane epilettico. A un certo punto Jerry preme il tasto della lampada: sul tavolo appare una tazza di caffè. Lo preme di nuovo e appare una bustina di zucchero. Lo preme e appare un cucchiaino. Chi non vorrebbe una lampada così? Preme ancora il tasto e scompare tutto. Il caffè non gli va più.
Entra Jenny.
Jerry, ho deciso.
Cosa?
Come usare la lampada.
Sentiamo.
Allora: una casa per tutti, benessere a volontà, basta guerre --
Frena frena!
Che c’è?
Ha un numero limitato di desideri, cosa credi?
Come lo sai?
C’è scritto.
Jerry capovolge la lampada: sotto la base c’è scritto 1028. Jenny dà un cazzotto a Spurgy.
SCENA 15
Soggiorno. Jerry è stravaccato in una poltrona sfondata. Preme il tasto della lampada senza nemmeno guardare: compare il caffè. Lo preme ancora: scompare il caffè. Preme: appare il caffè. Preme: scompare. Preme: appare. Preme: scompare. Preme: appare. Preme: scompare. Preme: appare.
Jenny.
Cosa c’è?
Sicura che non ti va un caffè?
Sicura.
Preme: scompare.
Jenny sta cercando di aprire una bottiglia di Moretti con le unghie. Jerry la guarda impotente: se solo quel giorno avesse trovato nell’immondizia un apribottiglie... preme: si accende la tv. Il conduttore di un tg fa sapere che il Governo ha presentato un decreto legge che abolisce il timballo di carne, introduce un limite massimo alla concentrazione di sgombri nell’acqua potabile e legalizza la caccia alle ciabatte di gomma.
Jenny, ho avuto un’idea.
Il caffè non mi va.
No, non è il caffè.
Ah, no?
No.
Allora cos’è?
Come cos’è? Prendiamo Berlusconi e lo ammazziamo.
Naturalmente una didascalia si sarà premurata di informare lo spettatore che il film è ambientato nel 2005.
SCENA 18
Soggiorno. Jenny e Jerry s’infilano dei passamontagna. Lei ha in mano la lampada, lui una bottiglia vuota che tiene per il collo. Spurgy saltella intorno a loro con gli occhi chiusi, probabilmente sta dormendo.
Sei pronta?
Pronta.
Tu premi e io lo colpisco, okay?
Tu lo colpisci e io premo.
Prima premi e poi io colpisco, se no è inutile.
Okay.
Okay?
E se non muore?
Tutti muoiono. Sei pronta?
Quando vuoi.
Vai!
Jenny preme l’interruttore: Spurgy esplode.
Dài, riprova.
Scusa.
Non fa niente, era per una giusta causa. Concentrati.
Ci sono.
Cerca di immaginarti Berlusconi qui davanti a noi, okay? Immaginatelo... non so...
Berlusconi si materializza davanti a loro ricoperto di guano. Jerry gli dà una bottigliata in testa.
Questo è per tutte le leggi ad honorem che hai fatto, stronzo!
Adesso ti insegniamo noi come si sta al mondo, Berlusconi!
Berlusconi si tampona la ferita sulla fronte con un fazzoletto, si dà una sistemata alla cravatta e tira fuori una pistola. Jerry e Jenny rimangono paralizzati dalla paura.
Allora esiste veramente!
L’italico sta a indicare l’accento brianzolo. Nota tecnica: un altro grande difetto dei film su Berlusconi è che dopo anni e anni di imitazioni di Berlusconi, di barzellette su Berlusconi, di allusioni a Berlusconi, chiunque interpreti Berlusconi in un film sembra inevitabilmente una macchietta come tutti gli altri, quindi la soluzione è una sola: far interpretare Berlusconi a Berlusconi. Convincerlo non dovrebbe essere difficile, basta inserire una scena di sesso.
Allora esiste veramente!
Cosa?
Quella.
Certo che esiste, per chi ci hai presi?
È la lampada quantistica di Schrödinger, vero?
No, bello! Questa è nostra!
Datemela, forza.
Jerry preme il tasto e la pistola scompare. Berlusconi si guarda sbalordito la mano vuota.
Notevole... davvero notevole. Ora potrei riaverla, per favore?
SCENA 34
Camera da letto, cioè il ripostiglio. Jerry e Jenny sono a letto, cioè sdraiati su un tappetino lercio steso per terra.
Che ce ne facciamo adesso, Jerry?
Di chi? Di Berlusconi?
Eh.
Lo ammazziamo.
E a cosa serve?
Non lo so, a questo pensiamo dopo.
Jerry, dobbiamo fare qualcosa.
Tipo torturarlo?
Dico qualcosa di utile per il mondo.
A questo pensaci tu.
Okay.
Quando hai finito svegliami che carico il fucile.
Jerry si volta dall’altra parte e si tira dietro tutte le coperte, cioè dei fogli di giornale.
SCENA 41
Soggiorno. Il frastuono di una lavatrice nel mezzo di un lavaggio per sporco ostinato. Jerry legge Marx seduto sulla lavatrice. Ride sguaiatamente. Entra Jenny.
Cosa fai!?
Leggo Marx. Forte, l’hai letto?
Tiralo subito fuori di lì!
Affacciato all’oblò della lavatrice, le mani premute contro il vetro, Berlusconi gira vorticosamente.
Che palle!
Asciugalo, puliscilo e portamelo in cucina.
Perché?
Ho un piano.
Che piano?
Ti fidi di me?
Posso parlare apertamente?
Tu portamelo in cucina, al resto penso io.
SCENA 45
Cucina. Jenny sistema una videocamera su un cavalletto. Entrano Jerry e Berlusconi. Jerry gli tiene il fucile puntato alla nuca.
Dove lo vuoi?
Sulla sedia.
Jerry indica col fucile la sedia e Berlusconi si siede. Fa quasi pena: spettinato, senza trucco e i vestiti tutti fradici. Povero vecchio. Jenny gli dà un foglio e poi guarda nell’obiettivo della videocamera.
Spostati un po’ più a destra, Berlusconi.
L’hai sentita?
Ancora un po’. Ancora. Okay.
Così va bene?
Entro un’ora devi aver imparato quello che c’è scritto su quel foglio.
Questo?
Tutto.
Anche gli strafalcioni?
Non fare il furbo.
Chiedevo.
Non c’è nessuno starfalcione.
SCENA 46
Bahamas. Berlusconi deflora otto vergini e un vitello.
SCENA 47
Cucina. Berlusconi sulla sedia davanti alla videocamera, Jenny lo riprende. Jerry assiste alla scena seduto sul tavolo col fucile sulle ginocchia.
Azione!
In tv non si dice “azione”.
Vai, Berlusconi!
Sì, dunque... cari elettrici e elettori, vi ho imbrogliati.
Jenny fa il pollice in su.
Con promesse ingannevoli e qualche spot indovinato ho ottenuto i vostri voti, ma io sono un uomo spergevole. Scusa, Jenny, posso --
Continua!
Ho monopolizzato il mercato televisivo e editoriale calpestando tutte le norme antitrust, ho prodotto programmi scadenti e diffuso ogni tipo di malcostume (Mediaset stessa è un malcostume), ho evaso il fisco, corrotto i giudici, licenziato senza giusta causa e inaugurato la moda dei partiti col nome scemo, e tutto questo solo per dispetto. Per questi e altri motivi vi chiedo di non votarmi mai più e di non gettare la carta nell’indifferenziata. Grazie.
Jenny estrae la cassetta dalla videocamera e la solleva come fosse la Coppa del Mondo.
È finita la pacchia, Berlusconi!
Voi pensate che io sia una carogna.
Nooo, perché dici così?
Voi non sapete quant’è dura: tutte quelle responsabilità...
Tutti quei soldi. Eh, Jenny?
Tutti che pretendono qualcosa, tutti sempre lì a criticare... e va bene, non sono perfetto, e allora? Non crediate che uno nella mia posizione possa fare tutto quello che vuole. Non sono Dio, però mi sono sempre sforzato di fare il bene. Qualche volta ho sbagliato, d’accordo.
Qualche volta?
Spesso ho sbagliato, okay? Non è mica facile, cosa credete? La politica è quello che è e c’è sempre qualcuno che vuole farti le scarpe, per non dire di peggio. No, ragazzi, sul serio, non è per niente facile essere Berlusconi.
Che fai? Che fa, Jenny?
Credo stia piangendo.
Secondo me è solo sudore.
Il sudore non esce dagli occhi.
Eppure...
Certo se potessi avere la vostra lampada...
Jenny guarda Jerry: Jerry è in piedi e sta inserendo le cartucce nella doppietta.
Jerry.
Cosa?
Se gliela prestassimo un paio di giorni?
No.
Che ci costa?
No.
Sii un po’ altruista una volta tanto! Berlusconi ha imparato la lezione. Vero, Berlusconi?
Sì.
Dài, Jerry.
Gli sparo solo in un ginocchio.
Jerry!
Okay, Berlusconi, senti: duecento euro al giorno e chi rompe paga, okay?
Cinquanta.
Brutto stronzo!
Va bene, va bene! Duecento.
No, Jerry. Berlusconi la può tenere gratis, purché ce la renda fra due giorni. Okay, Berlusconi?
Okay.
Prometti.
Te lo prometto.
“Te lo prometto, Jenny”.
Te lo prometto, Jenny.
Tieni, fanne buon uso.
Grazie, Jenny.
Scusa se ti abbiamo giudicato male.
Due giorni, hai capito?
Ha capito, ha capito... vero?
Mm.
Perché fai quella faccia? Non siamo più amici?
Berlusconi preme l’interruttore.
SCENA 1
In strada. Un ventenne coi capelli rasta, la barba rasta e i peli delle ascelle rasta (Jerry) rovista fra i bidoni dell’immondizia. “È incredibile quello che buttano via ‘sti borghesi”, dice a Spurgy, il suo cane rasta. Mentre è indeciso se portarsi via un materasso squarciato o la carcassa di un televisore, nota una strana luce provenire da dentro un bidone. Cosa sarà mai? Un principio di autocombustione? Scorie radioattive? La lampada di Schrödinger? Per creare un minimo di suspense, forse è meglio dare al film un titolo diverso, per esempio “Il cormoragno” o “Cuccioli di anguria”.
SCENA 2
Cucina. Una donna ricoperta di piercing e tatuaggi che raffigurano piercing (Jenny) è a mollo in una vasca da bagno scrostata con un cruciverba in mano. Entra Jerry.
Senti qua, Jerry: ha quattro zampe e abbaia. Quattro lettere.
Cosa?
“Co-sa”. Si vede che hai fatto le medie.
Guarda cos’ho trovato.
È una lampada.
Una lampada magica.
Oddio, no!
Volevo dire “maciga”.
Ah, okay.
Se schiacci l’interruttore esaudisce i desideri.
Come fai a dirlo?
Ecco qua.
Okay, Jerry, ti credo. Ora fammi riapparire.
SCENA 8
Soggiorno. Jerry va avanti e indietro con la lampada in mano, pensieroso. Spurgy gli saltella intorno con la lingua penzoloni e scodinzolando come per dimostrare tutto il suo affetto. In realtà è solo un povero cane epilettico. A un certo punto Jerry preme il tasto della lampada: sul tavolo appare una tazza di caffè. Lo preme di nuovo e appare una bustina di zucchero. Lo preme e appare un cucchiaino. Chi non vorrebbe una lampada così? Preme ancora il tasto e scompare tutto. Il caffè non gli va più.
Entra Jenny.
Jerry, ho deciso.
Cosa?
Come usare la lampada.
Sentiamo.
Allora: una casa per tutti, benessere a volontà, basta guerre --
Frena frena!
Che c’è?
Ha un numero limitato di desideri, cosa credi?
Come lo sai?
C’è scritto.
Jerry capovolge la lampada: sotto la base c’è scritto 1028. Jenny dà un cazzotto a Spurgy.
SCENA 15
Soggiorno. Jerry è stravaccato in una poltrona sfondata. Preme il tasto della lampada senza nemmeno guardare: compare il caffè. Lo preme ancora: scompare il caffè. Preme: appare il caffè. Preme: scompare. Preme: appare. Preme: scompare. Preme: appare. Preme: scompare. Preme: appare.
Jenny.
Cosa c’è?
Sicura che non ti va un caffè?
Sicura.
Preme: scompare.
Jenny sta cercando di aprire una bottiglia di Moretti con le unghie. Jerry la guarda impotente: se solo quel giorno avesse trovato nell’immondizia un apribottiglie... preme: si accende la tv. Il conduttore di un tg fa sapere che il Governo ha presentato un decreto legge che abolisce il timballo di carne, introduce un limite massimo alla concentrazione di sgombri nell’acqua potabile e legalizza la caccia alle ciabatte di gomma.
Jenny, ho avuto un’idea.
Il caffè non mi va.
No, non è il caffè.
Ah, no?
No.
Allora cos’è?
Come cos’è? Prendiamo Berlusconi e lo ammazziamo.
Naturalmente una didascalia si sarà premurata di informare lo spettatore che il film è ambientato nel 2005.
SCENA 18
Soggiorno. Jenny e Jerry s’infilano dei passamontagna. Lei ha in mano la lampada, lui una bottiglia vuota che tiene per il collo. Spurgy saltella intorno a loro con gli occhi chiusi, probabilmente sta dormendo.
Sei pronta?
Pronta.
Tu premi e io lo colpisco, okay?
Tu lo colpisci e io premo.
Prima premi e poi io colpisco, se no è inutile.
Okay.
Okay?
E se non muore?
Tutti muoiono. Sei pronta?
Quando vuoi.
Vai!
Jenny preme l’interruttore: Spurgy esplode.
Dài, riprova.
Scusa.
Non fa niente, era per una giusta causa. Concentrati.
Ci sono.
Cerca di immaginarti Berlusconi qui davanti a noi, okay? Immaginatelo... non so...
Berlusconi si materializza davanti a loro ricoperto di guano. Jerry gli dà una bottigliata in testa.
Questo è per tutte le leggi ad honorem che hai fatto, stronzo!
Adesso ti insegniamo noi come si sta al mondo, Berlusconi!
Berlusconi si tampona la ferita sulla fronte con un fazzoletto, si dà una sistemata alla cravatta e tira fuori una pistola. Jerry e Jenny rimangono paralizzati dalla paura.
Allora esiste veramente!
L’italico sta a indicare l’accento brianzolo. Nota tecnica: un altro grande difetto dei film su Berlusconi è che dopo anni e anni di imitazioni di Berlusconi, di barzellette su Berlusconi, di allusioni a Berlusconi, chiunque interpreti Berlusconi in un film sembra inevitabilmente una macchietta come tutti gli altri, quindi la soluzione è una sola: far interpretare Berlusconi a Berlusconi. Convincerlo non dovrebbe essere difficile, basta inserire una scena di sesso.
Allora esiste veramente!
Cosa?
Quella.
Certo che esiste, per chi ci hai presi?
È la lampada quantistica di Schrödinger, vero?
No, bello! Questa è nostra!
Datemela, forza.
Jerry preme il tasto e la pistola scompare. Berlusconi si guarda sbalordito la mano vuota.
Notevole... davvero notevole. Ora potrei riaverla, per favore?
SCENA 34
Camera da letto, cioè il ripostiglio. Jerry e Jenny sono a letto, cioè sdraiati su un tappetino lercio steso per terra.
Che ce ne facciamo adesso, Jerry?
Di chi? Di Berlusconi?
Eh.
Lo ammazziamo.
E a cosa serve?
Non lo so, a questo pensiamo dopo.
Jerry, dobbiamo fare qualcosa.
Tipo torturarlo?
Dico qualcosa di utile per il mondo.
A questo pensaci tu.
Okay.
Quando hai finito svegliami che carico il fucile.
Jerry si volta dall’altra parte e si tira dietro tutte le coperte, cioè dei fogli di giornale.
SCENA 41
Soggiorno. Il frastuono di una lavatrice nel mezzo di un lavaggio per sporco ostinato. Jerry legge Marx seduto sulla lavatrice. Ride sguaiatamente. Entra Jenny.
Cosa fai!?
Leggo Marx. Forte, l’hai letto?
Tiralo subito fuori di lì!
Affacciato all’oblò della lavatrice, le mani premute contro il vetro, Berlusconi gira vorticosamente.
Che palle!
Asciugalo, puliscilo e portamelo in cucina.
Perché?
Ho un piano.
Che piano?
Ti fidi di me?
Posso parlare apertamente?
Tu portamelo in cucina, al resto penso io.
SCENA 45
Cucina. Jenny sistema una videocamera su un cavalletto. Entrano Jerry e Berlusconi. Jerry gli tiene il fucile puntato alla nuca.
Dove lo vuoi?
Sulla sedia.
Jerry indica col fucile la sedia e Berlusconi si siede. Fa quasi pena: spettinato, senza trucco e i vestiti tutti fradici. Povero vecchio. Jenny gli dà un foglio e poi guarda nell’obiettivo della videocamera.
Spostati un po’ più a destra, Berlusconi.
L’hai sentita?
Ancora un po’. Ancora. Okay.
Così va bene?
Entro un’ora devi aver imparato quello che c’è scritto su quel foglio.
Questo?
Tutto.
Anche gli strafalcioni?
Non fare il furbo.
Chiedevo.
Non c’è nessuno starfalcione.
SCENA 46
Bahamas. Berlusconi deflora otto vergini e un vitello.
SCENA 47
Cucina. Berlusconi sulla sedia davanti alla videocamera, Jenny lo riprende. Jerry assiste alla scena seduto sul tavolo col fucile sulle ginocchia.
Azione!
In tv non si dice “azione”.
Vai, Berlusconi!
Sì, dunque... cari elettrici e elettori, vi ho imbrogliati.
Jenny fa il pollice in su.
Con promesse ingannevoli e qualche spot indovinato ho ottenuto i vostri voti, ma io sono un uomo spergevole. Scusa, Jenny, posso --
Continua!
Ho monopolizzato il mercato televisivo e editoriale calpestando tutte le norme antitrust, ho prodotto programmi scadenti e diffuso ogni tipo di malcostume (Mediaset stessa è un malcostume), ho evaso il fisco, corrotto i giudici, licenziato senza giusta causa e inaugurato la moda dei partiti col nome scemo, e tutto questo solo per dispetto. Per questi e altri motivi vi chiedo di non votarmi mai più e di non gettare la carta nell’indifferenziata. Grazie.
Jenny estrae la cassetta dalla videocamera e la solleva come fosse la Coppa del Mondo.
È finita la pacchia, Berlusconi!
Voi pensate che io sia una carogna.
Nooo, perché dici così?
Voi non sapete quant’è dura: tutte quelle responsabilità...
Tutti quei soldi. Eh, Jenny?
Tutti che pretendono qualcosa, tutti sempre lì a criticare... e va bene, non sono perfetto, e allora? Non crediate che uno nella mia posizione possa fare tutto quello che vuole. Non sono Dio, però mi sono sempre sforzato di fare il bene. Qualche volta ho sbagliato, d’accordo.
Qualche volta?
Spesso ho sbagliato, okay? Non è mica facile, cosa credete? La politica è quello che è e c’è sempre qualcuno che vuole farti le scarpe, per non dire di peggio. No, ragazzi, sul serio, non è per niente facile essere Berlusconi.
Che fai? Che fa, Jenny?
Credo stia piangendo.
Secondo me è solo sudore.
Il sudore non esce dagli occhi.
Eppure...
Certo se potessi avere la vostra lampada...
Jenny guarda Jerry: Jerry è in piedi e sta inserendo le cartucce nella doppietta.
Jerry.
Cosa?
Se gliela prestassimo un paio di giorni?
No.
Che ci costa?
No.
Sii un po’ altruista una volta tanto! Berlusconi ha imparato la lezione. Vero, Berlusconi?
Sì.
Dài, Jerry.
Gli sparo solo in un ginocchio.
Jerry!
Okay, Berlusconi, senti: duecento euro al giorno e chi rompe paga, okay?
Cinquanta.
Brutto stronzo!
Va bene, va bene! Duecento.
No, Jerry. Berlusconi la può tenere gratis, purché ce la renda fra due giorni. Okay, Berlusconi?
Okay.
Prometti.
Te lo prometto.
“Te lo prometto, Jenny”.
Te lo prometto, Jenny.
Tieni, fanne buon uso.
Grazie, Jenny.
Scusa se ti abbiamo giudicato male.
Due giorni, hai capito?
Ha capito, ha capito... vero?
Mm.
Perché fai quella faccia? Non siamo più amici?
Berlusconi preme l’interruttore.