COPPIA D’ANIMALI

Molte specie animali formano coppie: rinoceronti, pesci martello, ratti della sabbia, eccetera. Naturalmente esistono delle eccezioni, per esempio i tonni se ne stanno isolati in piccole lattine di metallo, comportamento comune a molti animali sott’olio, mentre alcune specie di molluschi si ammucchiano in grandi quantità attorno al proprio capo di partito, tuttavia si tratta di casi rari. La maggior parte degli animali tende a formare coppie. La stabilità di queste coppie varia da specie a specie e può andare da pochi nanosecondi (il tempo medio di una copula per l’homo sapiens sposato) a centinaia di anni, come per le statuine di plastica sulle torte nuziali. È bene precisare che non si sta parlando di monogamia, comportamento abbastanza raro in natura e praticato soprattutto dopo i novant’anni, ma semplicemente di coppie, cioè di gruppi di due animali più o meno della stessa specie dove uno dei due, quasi sempre lo stesso, introduce una parte del proprio corpo, quasi sempre la stessa, nel corpo dell’altro senza essere denunciato. Eccezione: se un essere umano introduce nel proprio stomaco un petto d’anatra, costui e l’anatra non vanno considerati una coppia, a meno che l’anatra non sia consenziente.
Qual è l’origine di questo comportamento? A cosa serve? È qualcosa che ha a che fare col sesso?
Chiunque abbia un po’ di esperienza avrà certamente notato che al mondo esistono due sessi. Attenzione: “sessi”, non “generi”. La parola “genere” appartiene al gergo politicamente corretto oggi tanto in voga e non vale la pena usarla, perché presto sarà sostituita da qualche altro eufemismo, qualcosa come “tipo” o “categoria”, finché di ammorbidimento in ammorbidimento tutte le parole del mondo saranno sostituite da un più asettico “cosa”.


Cosa cosa cosa, cosa.

Cosa cosa cosa.

Cosa?

Cosa.


Perché due sessi e non sette o otto? O, ancora meglio, uno solo? Sarebbe fantastico se ci fosse un sesso solo, la vita sarebbe incredibilmente più semplice e serena. Un essere umano dedica circa la metà del suo tempo all’accoppiamento (il doppio se si tratta di un maschio): il novanta percento di questo tempo è speso a pensare all’accoppiamento, l’uno percento a praticarlo e il resto a pulirsi. È chiaro che senza queste preoccupazioni uno potrebbe dedicarsi maggiormente a cose più serie, come l’ufologia o i viaggi nel tempo, la sua vita scorrerebbe pacifica e serena finché un giorno, alla prima masturbazione, paf! si sdoppierebbe in due neonati identici, entrambi forniti di mammelle per potersi autoallattare. Purtroppo il problema è che con un solo sesso sarebbe impossibile il rimescolamento genetico e oggi il genere umano non sarebbe così assurdamente evoluto. Probabilmente vivrebbe ancora in enormi scatoloni di cemento e andrebbe pazzo per i quiz televisivi.
Un numero di sessi superiore a due garantirebbe un rimescolamento genetico molto superiore e la specie umana riuscirebbe ad adattarsi anche ai cambiamenti climatici più rapidi: in inverno nascerebbero bambini con le orecchie pelose e in estate con le ciabatte di gomma, però diminuirebbero in modo proporzionale le possibilità di accordarsi sul giorno e il luogo della copula. È già difficile mettersi d’accordo in due, figuriamoci se ci fossero più sessi, ognuno col suo ben determinato set di orifizi e protuberanze e la sua personalissima idea su come deve essere un rapporto.
Chiaramente due sessi è il compromesso migliore: è più facile accontentarsi e c’è un briciolo di speranza che il figlio non sia un imbecille come i genitori.