Ricevo e volentieri pubblico questa mail di Samantah, una ragazza che ho conosciuto per caso qualche giorno fa passando per la casella dello spam. In genere cestino queste cose, ma stavolta ho deciso di non restare indifferente.
Ciao,
Samantah è il mio nome e ho venticinque anni. Io vivo a Praga, in Polonia, una città bella e piena di libidine, ma anche così povera. Scusa se il mio italiano non è perfetto, ho iniziato a imparare di recente. Se per caso sbaglio qualche parola, per favore, leccami.
Durante il comunismo io e la famiglia siamo vissuti comodamente, non è che navigavamo nello smegma (si dice così, vero?), ma in qualche modo riuscivamo sempre a farcela. Ora tutto è diverso. Il capitalismo ha fatto buone cose, il libertino mercato e una certa lussuria, ma anche tanta ingiustizia. I miei genitori hanno perso il lavoro e io e la famiglia siamo caduti in disgrazia. Non ti descrivo le pene in cui viviamo, enormi e turgide pene.
Io ho trovato lavoro alla Durex, faccio la collaudatrice a cottimo, ma il poco denaro che guadagno è a malapena sufficiente per la cura medica. Devi sapere che soffro di una forma molto non scherzosa di ipertrofia al petto (le disgrazie non vengono mai sole) e il mio corpo sottile rende molto difficile trasportare queste enormi e sode mammelle. Periodicamente si gonfiano di latte e, se non trovo qualcuno disposto a succhiare, inizio a straripare e spruzzare in tutto il mondo e rischio lo svenimento in preda a spasmi, se qualcuno non aiuta i miei poveri capezzoli.
Ti allego alcune foto di me. Come puoi vedere non ho i soldi per comprare vestiti e sono costretta a stare tutto il giorno in mutandine di pizzo e giarrettiere. Non è una vita semplice e veramente non so più dove sbattere. Scusa se non sono molto brava a esprimere me stessa, ma immagino che tu sei abbastanza superdotato per capire.
Pensa che in inverno io e le mie piccole sorelle Sarah, Hannah e Luisah (tutte venticinque anni come me) per riscaldarci siamo costrette a strofinarci l’una contro l’altra. È molto penoso, perché Hannah è una persona eccitabile e questo tipo di cosa la sfinisce.
L’altro giorno, per combattere il freddo, si è cosparsa tutto il corpo di gelato alla crema, ma il gelato è tanto freddo (purtroppo non abbiamo nemmeno i soldi per studiare termodinamica) e così io e le altre abbiamo dovuto leccare. Tremava tutta, poverina! Tu al calduccio nella comoda casa italiana non sai nemmeno immaginare i posti dove riesce a infilarsi il gelato. È stato un lavoro lungo e cistercense, ma alla fine siamo riuscite a leccare tutto. Avresti dovuto vederla, quanta compassione faceva, tutta sgocciolante di saliva coi capezzoli appuntiti per il freddo.
Per questo ti chiedo di aiutarci e inviarci un paio di euro. Non importa una grande somma, quello che hai in banca va benissimo.
Un bacio grande grande con le mie grandi labbra.
Samantah
Ciao,
Samantah è il mio nome e ho venticinque anni. Io vivo a Praga, in Polonia, una città bella e piena di libidine, ma anche così povera. Scusa se il mio italiano non è perfetto, ho iniziato a imparare di recente. Se per caso sbaglio qualche parola, per favore, leccami.
Durante il comunismo io e la famiglia siamo vissuti comodamente, non è che navigavamo nello smegma (si dice così, vero?), ma in qualche modo riuscivamo sempre a farcela. Ora tutto è diverso. Il capitalismo ha fatto buone cose, il libertino mercato e una certa lussuria, ma anche tanta ingiustizia. I miei genitori hanno perso il lavoro e io e la famiglia siamo caduti in disgrazia. Non ti descrivo le pene in cui viviamo, enormi e turgide pene.
Io ho trovato lavoro alla Durex, faccio la collaudatrice a cottimo, ma il poco denaro che guadagno è a malapena sufficiente per la cura medica. Devi sapere che soffro di una forma molto non scherzosa di ipertrofia al petto (le disgrazie non vengono mai sole) e il mio corpo sottile rende molto difficile trasportare queste enormi e sode mammelle. Periodicamente si gonfiano di latte e, se non trovo qualcuno disposto a succhiare, inizio a straripare e spruzzare in tutto il mondo e rischio lo svenimento in preda a spasmi, se qualcuno non aiuta i miei poveri capezzoli.
Ti allego alcune foto di me. Come puoi vedere non ho i soldi per comprare vestiti e sono costretta a stare tutto il giorno in mutandine di pizzo e giarrettiere. Non è una vita semplice e veramente non so più dove sbattere. Scusa se non sono molto brava a esprimere me stessa, ma immagino che tu sei abbastanza superdotato per capire.
Pensa che in inverno io e le mie piccole sorelle Sarah, Hannah e Luisah (tutte venticinque anni come me) per riscaldarci siamo costrette a strofinarci l’una contro l’altra. È molto penoso, perché Hannah è una persona eccitabile e questo tipo di cosa la sfinisce.
L’altro giorno, per combattere il freddo, si è cosparsa tutto il corpo di gelato alla crema, ma il gelato è tanto freddo (purtroppo non abbiamo nemmeno i soldi per studiare termodinamica) e così io e le altre abbiamo dovuto leccare. Tremava tutta, poverina! Tu al calduccio nella comoda casa italiana non sai nemmeno immaginare i posti dove riesce a infilarsi il gelato. È stato un lavoro lungo e cistercense, ma alla fine siamo riuscite a leccare tutto. Avresti dovuto vederla, quanta compassione faceva, tutta sgocciolante di saliva coi capezzoli appuntiti per il freddo.
Per questo ti chiedo di aiutarci e inviarci un paio di euro. Non importa una grande somma, quello che hai in banca va benissimo.
Un bacio grande grande con le mie grandi labbra.
Samantah