Mi piace molto pensare ai progetti futuri. È forse l’unica cosa che sarei veramente felice di fare come lavoro, con doveroso corredo di sveglia alle sette, capoufficio rompipalle e colleghi lagnosi. Non mi dispiacerebbe ricevere uno stipendio per andare tutti i giorni nel mio ufficio, sedermi alla scrivania e dedicarmi finalmente all’unica cosa che mi piace veramente fare: pensare a quello che farò il giorno dopo. Il futuro mi piace molto di più del presente o del passato, perché rispetto a questi due ha l’innegabile vantaggio di non esistere e le cose che non esistono, non so, hanno quel qualcosa in più che le rende speciali.
L’unico problema è che sono molto scaramantico e quindi, per quanto mi piaccia pensare ai progetti futuri, non mi piace per niente parlarne. Per questo non menzionerò nessun progetto futuro, ma un progetto passato che metterò online in futuro, un cortometraggio scritto da me e disegnato da Emanuelesi. Il suo titolo è “Homo homini bisonte”, parla di uomini e bisonti, e “bisonte” non è l’ablativo di “bison, bisontis”, che sarebbe un errore, ma è la parola italiana “bisonte”, che è sempre un errore, ma almeno un errore simpatico.
Voci: Guglielmo Favilla (narratore), Fabrizio Odetto (uomini), Simona De Vitis (donne).
L’unico problema è che sono molto scaramantico e quindi, per quanto mi piaccia pensare ai progetti futuri, non mi piace per niente parlarne. Per questo non menzionerò nessun progetto futuro, ma un progetto passato che metterò online in futuro, un cortometraggio scritto da me e disegnato da Emanuelesi. Il suo titolo è “Homo homini bisonte”, parla di uomini e bisonti, e “bisonte” non è l’ablativo di “bison, bisontis”, che sarebbe un errore, ma è la parola italiana “bisonte”, che è sempre un errore, ma almeno un errore simpatico.
Voci: Guglielmo Favilla (narratore), Fabrizio Odetto (uomini), Simona De Vitis (donne).