ANNO PERSO

E così il coso cinque cose ha perso. Anzi, A PERSO. Peccato. Già pregustavo gli show per le dimissioni di questo e quello, le elezioni anticipate, il governo degli Onesti®, il default dell’Italia-che-tanto-è-già-fallita, la conseguente ribellione armata dei pensionati, il colpo di stato militare, la dittatura dei colonnelli, la guerra con l’Alto Adige per il controllo della strada del vino, e invece niente. Tutto rimandato alla prossima rivoluzione su Facebook.
In questi giorni ho sentito tante spiegazioni di questo fallimento, tutte più o meno interessanti e plausibili, come interessante e plausibile è sempre ciò che non si può verificare, e anche a me è venuta voglia di dirne una. Prima però un breve riassunto per gli abitanti del futuro che non sanno cosa si stanno perdendo.
Domenica 25 maggio 2014 d.C., il partito denominato C5C, gestito da un comico in declino e da un tizio esperto di comunicazione che comunica solo attraverso il succitato comico (un po’ come Sauron e la bocca di Sauron), ha preso il 21% dei voti, che sarebbe tanto, se non fosse che i due avevano solennemente garantito di prenderne almeno il 104%, soglia minima per sentirsi legittimati a intraprendere un ambizioso progetto di sbertucciamento on line di tutti i potenti d’Italia, esclusi naturalmente il tizio stesso, la bocca del tizio e alcuni vip amici della bocca del tizio. Fine del riassunto.
Ora, una cosa che secondo me ha contribuito al fallimento del C5C è il diffusissimo e ormai scontato luogo comune che sia il partito dei gonzi.
Non sto dicendo che sia veramente il partito dei gonzi, magari posso pensarlo ma non lo sto dicendo, quello che sto dicendo è che questo luogo comune lo conoscono tutti e tutti devono farci i conti, anche quelli che non lo condividono. Per esempio, io non penso che Proust sia palloso, però so che è stato bollato come palloso, quindi se parlo con qualcuno di Proust dovrò prima riuscire a scavalcare la pallosità che si è appiccicata all’immagine di Proust (ovviamente è solo un esempio, non ho mai osato leggere niente).
Così succede che se uno vuole imitare il tipico fan 5C in modo chiaro e riconoscibile da tutti, basta che scriva in maiuscolo, sbagli apostrofi e accenti, abbondi coi punti esclamativi e spieghi ogni cosa con misteriosi complotti di poteri forti, banche, Europa, mafia, massoni, ebrei, Gormiti. Ormai è uno stereotipo, e la cosa peggiore è che questo stereotipo ha una caratteristica che non tutti gli stereotipi hanno e che ne facilita la diffusione in tutti gli angoli dei computer del mondo: fa ridere.
Chissà, forse si tratta di una precisa strategia politica:

1. I gonzi sono tantissimi
2. Forse addirittura il 104%
3. Prendo i voti di tutti i gonzi del mondo
4. O VINTO!!!1!

Questo spiegherebbe come mai il tizio esperto di comunicazione, dopo anni di mistero e aura mistica, si sia presentato in TV così


Mancava solo l’elica in cima al cappellino. “Eh, ma”, dicono, “serviva per coprire l’operazione alla testa”. Okay, e magari i capelli stile cocker servivano per coprire le orecchie a sventola, è possibile, ma allora eviti di andare in TV, perché se vai in TV combinato da gonzo, di una cosa sola puoi stare certo: darai l’impressione di essere un gonzo. Soprattutto, poi, se fai un’intervista che più che un’intervista sembra un test di Turing.
Io, giuro, quando l’ho visto ho pensato: è un genio! E invece no.
Un bravo populista deve sì riuscire ad attirare i gonzi, ma senza mai sembrare gonzo a sua volta. Non troppo, almeno. Altrimenti succede che non solo fa scappare quelli che gonzi non sono, ma fa scappare anche i gonzi.
Nemmeno ai gonzi piace passare per gonzi.