PICCOLA GUIDA PER RICONOSCERE I NAZISTI

Una cosa che ultimamente va molto di moda è dire che certa gente è come i nazisti. Lo so, non mi sfugge niente. C'è chi accusa di nazismo gli animalisti, i musulmani, gli israeliani, gli scienziati, "le associazioni gay che difendono Elton John", gli elfi di Tolkien, i fissati con la grammatica, l'Unione Europea. Lo so che può sembrare scemo dire che l’UE è nazista, visto che non è nemmeno una persona, eppure c’è tanta gente che lo pensa


e non tutti sembrano studenti del DAMS fuori corso.
Il problema è che tutti hanno dato del nazista a tutti e ormai la parola "nazista" è diventata sinonimo di "uffa". Questo non va bene, perché i nazisti esistono veramente, esisteranno sempre e sono sempre esistiti, fin dalla preistoria, e sarebbe importante riuscire a riconoscerli, visto che, in teoria, bisognerebbe evitare di votarli. I nazisti sono relativamente innocui finché tutto il loro potere consiste nel condividere meme scemi su Facebook, ma quando hanno in mano uno Stato possono diventare molesti. Ma come si fa a distinguere un nazista da uno che ci sta solo antipatico? 
A fare del nazista un nazista non è l'avercela con gli ebrei o il farneticare di una presunta razza ariana. Quelli che fanno così sono solo dei banali imitatori del nazismo tedesco del Novecento, non autentici nazisti. Se i nazisti tedeschi se la fossero presa con i collezionisti di francobolli, non sarebbero stati meno nazisti. E non è nemmeno l’aver ucciso milioni di persone. Hitler sarebbe stato un nazista anche se avesse fatto il pittore e si fosse limitato a dipingere per tutta la vita meme scemi. L'essere nazista di una persona non sta nel riuscire a mettere in pratica le proprie idee naziste ma nel fatto di avere quel tipo di idee, e le idee del nazista, per essere considerate tali, devono possedere tre e solo tre caratteristiche fondamentali:
a) Razzismo,
b) Nazionalismo,
c) Complottismo.
"Razzismo" inteso come odio per una o più categorie di persone fondato su pregiudizi; "nazionalismo" nel senso di ritenere il proprio popolo il più civile, bello e sexy del mondo; "complottismo" nel senso di complottismo. Per esempio Hitler era convinto che il mondo fosse in mano a una loggia massonica che controllava l'economia mondiale e riduceva i popoli in miseria, com'era spiegato nei cosiddetti "Protocolli dei Savi di Sion". Il fatto che i giornali dicessero che questi protocolli erano una bufala era per lui una conferma della loro autenticità, visto che i giornali facevano parte del complotto. Suona familiare, vero?
Bene, ora che abbiamo determinato le caratteristiche distintive del nazista, è possibile stabilire caso per caso chi lo è e chi non lo è.

Primo caso: mio zio Mario.


Razzista? No. È la persona più buona del mondo.
Nazionalista? No, visto che è comunista.
Complottista? Sì, visto che è comunista.
Punteggio: 1/3. Non nazista.

Secondo caso: Pentolino.


Pentolino è effettivamente un po' razzista, come del resto tutti gli animali, e se qualcuno mette piede nel suo territorio, lui inizia ad abbaiare e gli mostra i denti, che è il tipico comportamento di ogni nazionalista. Però in compenso non l'ho mai sentito fare discorsi su Bilderberg.
Punteggio: 2/3. A rischio.

Terzo caso: l'UE.
Dunque, vediamo un po', l'UE è razzista? Solo quando prendono la parola i parlamentari di Lega Nord, Ukip o Fronte Nazionale per la Salvezza della Bulgaria, ma sono una minoranza, almeno per ora. È nazionalista? No, visto che è un ente sovranazionale. Complottista? Non ho mai sentito un solo complotto che sia stato messo in giro dall'UE, mentre sono a conoscenza di tante teorie del complotto che riguardano l'UE.
Punteggio: 0.

L'ultimo caso è lasciato per esercizio.

L'INCIDENTE

SEMPRE POLCHINSKI!

Vorrei riportare un attimo l’attenzione su Polchinski, la serie che ho messo su Youtube da aprile a maggio. Intendo la mia ultima serie web animata dal titolo Polchinski, su Youtube, aprile e maggio, Polchinski. Siccome ci ho messo due anni (2) a disegnarlo, non vorrei che passasse via così, come se niente fosse.
A scanso di equivoci voglio subito dire a RAI e Mediaset che non ho nessuna intenzione di venderlo. Mi dispiace, niente da fare. Non faccio queste animazioni per soldi e soprattutto non le mischierei mai con la robaccia che mandate in onda, anche se per diecimila euro potrei cambiare idea. 
Due anni, dicevo. Due anni per venti minuti fanno grosso modo un secondo e mezzo al giorno. Se Go Nagai fosse andato allo stesso ritmo avrebbe finito Goldrake nel 2185, quando la gente non ci avrebbe più visto niente di fantascientifico. “Guarda questi qui che si spostano ancora con Goldrake”, avrebbero detto.
Come mai due anni per venti minuti? Beh, per prima cosa io non ho i collaboratori di Go Nagai, in secondo luogo non ho i suoi mezzi, quali che siano. Poi, non so se conta, c’è anche il fatto che non so disegnare. Ho iniziato il primo fotogramma nel gennaio del 2014 e mi sono risvegliato che eravamo nel 2016. È incredibile come passa il tempo quando disegni Polchinski.
Per questo motivo ho deciso di caricare la versione tutta attaccata che è stata proiettata al festival Cortisonici il 22 marzo, in modo tale che uno se la possa guardare tutta di seguito senza fare la fatica di cliccare ogni due minuti.


La versione sottotitolata in inglese è qui.


Ricordo che le voci sono di Guglielmo Favilla (Polchinski) e Fabrizio Odetto (interrogante), che sono riusciti nel miracolo di far sembrare animati dei disegni praticamente inanimati.

APPELLO AL POPOLO AMERICANO

Popolo americano, siediti, devo dirti una cosa. Non ha importanza chi sono io, diciamo che rappresento il popolo italiano. 
Tu hai inventato un sacco di cose fantastiche, lo ammetto. Hai inventato i viaggi sulla luna, i cracker, la carta igienica e la democrazia. Intendo la democrazia vera, non quella finta degli antichi greci. Ma anche noi italiani abbiamo inventato delle cose importanti. Abbiamo inventato il Papa, la mafia, il fascismo e Donald Trump. Proprio così: Donald Trump, solo che da noi si chiama Silvio Berlusconi.
Mi rendo conto che "Berlusconi" e "Trump" sono due nomi diversi, ma non basta dare un nome nuovo a una cosa vecchia per dire di averla inventata, mi spiace. Non è possibile che ogni cosa crediate di averla inventata voi: il gelato, la pizza, il cinema, tutto. Quando una cosa la inventano gli altri, è giusto riconoscerlo, e questa nuova forma di populismo post-televisivo che avete adesso l'abbiamo inventata noi, in Italia, nel 1994.
È stato Berlusconi il primo milionario tutto gnocche e tv a entrare in politica e a sfruttare l'irresistibile fascino del riportino. È lui che ha capito che le figure di merda in pubblico non sono mai figure di merda, ma visibilità, ed è sempre lui che ha portato in politica il disinteresse per l'aderenza fra parole e realtà, l'ostentazione dell'incoerenza, il disprezzo per l'indipendenza dei giudici, l'insofferenza per la libertà di stampa, il bullismo, la misoginia, l'apolitica e l'uso spietato dei cappellini buffi.


Ma soprattutto è Berlusconi che per primo ha capito che, per vincere le elezioni, non serve sforzarsi di dire cose di destra per convincere quelli di destra o cose di sinistra per convincere quelli di sinistra, ma basta dire cose cretine per piacere ai cretini, come si fa in televisione. Perché piacere ai cretini è molto più facile che convincere i non cretini.
Il risultato è che Berlusconi ha vinto le elezioni italiane tipo due o tre volte, e questo è il meno. Ora tutti i leader politici italiani sono dei Berlusconi: c'è il Berlusconi di sinistra (Renzi), il Berlusconi neonazista (Salvini), il Berlusconi scemo (Grillo) e naturalmente il Berlusconi Berlusconi (Berlusconi). Quello c'è sempre. 
La tv, dopo cinquant'anni di programmi per cretini, ha finalmente prodotto una nuova classe dirigente: persone non cretine che sanno manipolare i cretini. La tv non ha prodotto i cretini, quelli sono sempre esistiti, ma ha prodotto nuove e più raffinate tecniche di manipolazione dei cretini. Tecniche tipo questa.
Ora, a me sta bene che voi vi riferiate a Trump chiamandolo "Trump" invece che "Berlusconi", per me potete chiamarlo come vi pare, anche "Jennifer Lopez", tutto quello che vi chiedo, molto semplicemente, da popolo a popolo, è di riconoscere la paternità italiana del fenomeno. Quindi, d'ora in poi, quando dite "Trump", ricordatevi sempre di aggiungere "made in Italy".
Grazie.

LA BOLOGNA CHE HO DI NUOVO IN MENTE

Domenica ci sono le elezioni per il sindaco di Bologna e anche questa volta ho deciso di candidarmi. Non lo faccio per me, io neanche ci abito a Bologna. Cioè, il mio corpo ci abita, invece la mia anima abita a Tetiaroa.


Lo faccio per i più piccoli, perché sono loro che più di tutti soffrono il degrado della città e non possono nemmeno andare a votare. Sto parlando dei cani.
Sulla scheda elettorale non ci sarà il mio nome, non ho avuto tempo di farcelo mettere, però, come sempre, chi vuole può semplicemente aggiungere a mano il mio simbolo e farci sopra una X.

Ovviamente c'è lo svantaggio che il voto potrebbe essere considerato nullo da qualche scrutatore pignolo, però c'è anche l'innegabile vantaggio che così posso essere eletto sindaco di Bologna anche in tutte le altre città.
Com'è ormai ampiamente accettato, la causa di tutti i problemi di Bologna sono gli studenti (lo dicono gli studi citati nella bibliografia). Migliaia di ventenni che ogni anno si riversano a Bologna con un'unica idea in testa: fare la Rivoluzione Russa. Cosa che consiste principalmente nello scrivere frasi rivoluzionare sui muri


assumere quantità rivoluzionarie di liquidi


e sovvertire le odiose convenzioni borghesi che costringono il proletariato a fare i propri bisogni in casa.


Durante queste operazioni, gli studenti sono costantemente scortati dalle forze dell'ordine, le quali hanno il compito di proteggerli da eventuali linciaggi della popolazione. Purtroppo il popolo è fatto così.
Il risultato è che la città è in mano a decine di migliaia di barbari assetati di birra Moretti che razziano i discount a cavallo dei loro cani. Questo non sarebbe neanche così grave, se non fosse che queste scorribande non avvengono in qualche quartiere della periferia, ma nel centro storico, anzi proprio in una delle parti più antiche del centro. In pratica, quello che hanno lasciato in piedi le bombe della seconda guerra mondiale, lo stanno buttando giù gli studenti.
Perché proprio il centro? Perché è lì che c'è l'università, così uno può comodamente fare filosofia teoretica, aperitivo e rivoluzione nell'arco della stessa giornata. È una rivoluzione pigra.
Questa è la mappa di Bologna.


In rosso è segnata la zona sotto il controllo dei ribelli. Come si può vedere, si sono arroccati in un piccolo trapezio il cui lato maggiore misura poco più di un chilometro e da cui non si muovono per nessuna ragione al mondo. A nord e a est li argina il traffico dei viali, mentre a ovest e a sud fanno da barriera invalicabile i negozi di abbigliamento di via Indipendenza e via Rizzoli. È il loro territorio, una triste landa dove regna lo spritz col pignoletto e i tramezzini al sapore di salmonella. In dialetto bolognese questa zona è chiamata Mordor.
Ma è proprio questa incredibile inerzia studentesca che mi ha dato l'idea per risolvere il problema in modo definitivo e senza un inutile spargimento di slogan: se diventerò sindaco di Bologna, sposterò Bologna più a sud di un chilometro.



BIBLIOGRAFIA