PRUDEMONTE

Tratto da “William Shakespeare – Frammenti ritrovati”
pp. 315-318 (Einaudi, 2001)


TESEO – Riponi l’arma!

PRUDEMONTE – Sono uomo onesto e di cuore aperto. Non vedo armi se non questa lama affilata.

ENOBARBO – Tregua signori, per pietà! Arriva il Re!

PRUDEMONTE – Venga pure. Ucciderò lui, la regina sua moglie, i suoi figli e i figli dei suoi figli, massacrerò i cortigiani e la servitù, i palafrenieri e tutti i cavalli delle scuderie, farò a pezzi anche il nobile nonno che con occhio amareggiato ci guarda da quella pittura a olio sul caminetto. Farò tutto questo, se necessario, e anche peggio finché la mia ira non sarà placata.

TESEO – Parole più odiose non avrebbe potuto pronunciare il diavolo in persona.

PRUDEMONTE – Tieni a freno la lingua, o te la stacco con un fendente.

ENOBARBO – Riponete le armi, signori! Vi scongiuro!

PRUDEMONTE – Difenditi, Teseo.

TESEO – In guardia!

PRUDEMONTE – Assaggia la mia spada!

TESEO – E tu prendi questo!

PRUDEMONTE – Ah! Para questo se ti riesce.

TESEO – Oplà.

PRUDEMONTE – Prendi, vigliacco.

TESEO – Ah!

PRUDEMONTE – Oh, ah!

TESEO – Ah! Prendi.

PRUDEMONTE – Ah!

TESEO – Tutto qua quello che sai fare? Ia-ha!

PRUDEMONTE – Ah, tieni questo!

RE – Che sta succedendo nella mia sala d’udienza?

ENOBARBO – Altissimo sire, il nobile Prudemonte, vostro pupillo, ha perso il senno! Straparla e sparge sangue innocente! Ha persino minacciato la vostra incommensurabile persona!

PRUDEMONTE – Taci per sempre, vile sicofante.

ENOBARBO – Ah, muoio!

RE – Deponete le armi nobili signori e risolvete la questione secondo il vostro rango.

PRUDEMONTE – Non prima di aver reso il dovuto a questa infame canaglia.

RE – Guardie, all’armi!

TESEO – Mi ha colpito! Son morto.

RE – Che hai fatto, sciagurato?

PRUDEMONTE – Giustizia, sire. Né più, né meno.

RE – Ma quale giustizia! Teseo era tuo fratello!

PRUDEMONTE – Voi mentite!

RE – Lo giuro sulla tomba della tua amatissima cagnetta, e questi sono i tuoi figli: Big Tits e Free Porn Movies.

BIG TITS – Ciao Papà.

FREE PORN MOVIES – Babbo.

RE – Per lunghi anni li ho tenuti nascosti nella cisterna dei salatini, insieme al conte di Gloucester e Giancarlo Pomata, rispettivamente tuo cugino in seconda e il compagno di banco del fratello di latte di Mardiano, che ancora non conosci.

PRUDEMONTE – Ah sì? Lodate la mia riconoscenza, Sire!

BIG TITS – Ah, son morto!

FREE PORN MOVIES – Son morto anch’io!

CONTE DI GLOUCESTER – Anch’io!

GIANCARLO POMATA – E anch’io!

RE – Che hai fatto?

PRUDEMONTE – E ora tocca a voi.

RE – Guardie! Presto! Soccorrete la mia regale persona!

GUARDIE – Che accade? Avete chiamato, Sire? Dove sono i francesi?

PRUDEMONTE – Questo per le vostre menzogne!

RE – Troppo tardi arrivate, miei valorosi soldati. Sono ferito a morte.

GUARDIE – Ma i francesi dove sono?

PRUDEMONTE – Ce n’è anche per voi, sapete?

GUARDIE – Ah! Siam morti! Addio.

RE – Crudele Prudemonte. A tutti i miei figli, eredi di questo vasto regno, ti ho sempre preferito. Al mio fianco ti ho sempre fatto sfilare, a testa alta, fra il tripudio delle folle, col destriero riccamente bardato e le vesti degne del più ricco dei sovrani di Persia (che, fra parentesi, è il tuo allenatore di sumo delle elementari). Sfrontato e altezzoso eri già allora, quando ti trovai in fasce sotto una frasca del mio giardino incantato. Ahimè, ho io dunque trascurato la gloria della mia stessa stirpe per essere tradito in questo modo indegno?

PRUDEMONTE – Ancora parli? Prendi questo!

RE – Muoio!

PRUDEMONTE – Vittoria!

VITTORIA – Eccomi, mio carissimo nipote. Santo cielo, che è questa carneficina?

PRUDEMONTE – Ho vendicato il tuo onore violato.

VITTORIA – Ma che dici? Io e Teseo eravamo sposati. Regolarmente sposati in chiesa, capisci? Volevamo farti una sorpresa.

RE – Stavo per dirtelo, ma tu... tu...

PRUDEMONTE – Stai zitto!

RE – Son morto.

PRUDEMONTE – Dimmi che non è vero, zia! Dimmelo!

VITTORIA – No, Prudy, è tutto vero.

PRUDEMONTE – Oh, quale beffa! Volevo vendicare la mia amata zia e invece cos’ho fatto? Ho ucciso un sacco di persone innocenti e per di più sangue del mio sangue, almeno stando a sentire quello lì.

RE – È Così.

PRUDEMONTE – La vendetta non porta da nessuna parte, è proprio vero, e la violenza chiama solo altra violenza, come un circolo vizioso, come un cane che si morde la coda. La mia cagnetta lo faceva sempre, mordersi la coda, dico, e infatti non è che abbia mai risolto niente, però era simpatica, mi faceva compagnia. Se gli uomini fossero come la mia cagnetta non ci sarebbero le guerre e i terremoti e tutte le altre cose brutte. Lei sì che mi capiva, e adesso dov’è? Dov’è? Sottoterra, morta, e non tornerà più! Mai più! Non torneranno più quei bei momenti! Dove sei Batuffolo? Dove sei? Perché non hai attraversato sulle strisce come ti avevamo insegnato io ed Enrico V? Perché? Perché? Perché? Basta. Mi uccido. Ah. Son morto.

VITTORIA – Tutto questo mi avvilisce. Ora mi applico al seno questo aspide crudele e la faccio finita. Ah, muoio.

RE – Lo stesso vale per me.