VECCHIAIA BRUCIATA

Il Papa non sa proprio che farci col suo ruolo di Papa, è come uno scimpanzè con uno Steinway. Ha uno Stato tutto per sé (una monarchia assoluta, non una repubblica marinara), masse di fedeli disposte a seguirlo ovunque, la possibilità di pontificare (okay, questa la usa), ma soprattutto il potere di inventare nuovi dogmi, così, di punto in bianco, nuovi comandamenti, nuovi sacramenti, tutto quello che gli passa per la testa purché lo dica “ex machina” o qualcosa del genere. Invece lui cosa fa? Dice messa in latino, saluta le suore dalla finestra, prende un tè col Patriarca di Costantinopoli, sfila col camauro di nutria e ogni tanto racconta barzellette sui gay. Per carità, è una vita rispettabilissima, ma c’era bisogno di diventare Papa? È come avere la vista a raggi X e usarla per leggere il giornale senza voltare le pagine. Capisco essere pigri, la pigrizia è uno dei miei hobby preferiti, ma questo è diverso, questo è immorale. Con tutta la gente che muore per mancanza di pontificati, non si può buttare via il proprio in questo modo, come se fosse una cosa da niente.
Ci sono un milione di cose che si possono fare con un pontificato, l’importante è sbizzarrirsi, stupire il mondo, lasciare un segno nella noiosissima storia di questo noiosissimo pianeta annoiato. E invece niente. Fra tutti quelli che si sono alternati in sella all’ambitissima papamobile (che prima dell’invenzione del motore a scoppio era una biga trainata da agnostici), chi può vantarsi di aver reso veramente giustizia al proprio ruolo papale? Forse si può salvare San Pietro, l’inventore del Paradiso, o Urbano II, quello delle crociate, volendo anche Alessandro VI, l’unico uomo con più figli che spermatozoi, ma gli altri chi se li ricorda? Cos’hanno fatto Pelagio I, Agapito II o Iridio CXCIII? Chi li ha mai sentiti nominare? E questo Benedetto XVI? Cosa aspetta? Già dalla scelta del nome si era capito che buttava male. Benedetto XVI esisteva già, era un tizio del Quattrocento, un certo Jean Langlade, detto “l’antipapa” probabilmente perché fatto interamente di antimateria. Cosa puoi aspettarti da uno che non si è nemmeno sforzato di trovare un nome nuovo? Solo sbadigli.
Ma io al suo posto saprei cosa fare, io, Papa Daitarn IV, per prima cosa dichiarerei guerra a San Marino e Andorra, e dopo averli conquistati scambierei i loro nomi, poi staccherei tutti gli affreschi vaticani e li riattaccherei alla rovescia, sostituirei la croce (simbolo desueto oltre che di malaugurio) con un punto di domanda, l’acqua santa con lo yogurt alla menta e le ostie con i ciccioli, e infine, com’è ovvio, creerei un certo numero di nuovi comandamenti, fra cui:

14. non mangiare pesce fritto durante le feste,

21. il surrealismo non esiste,

63. sposta l’orologio avanti di mezz’ora quando sbadigli,

65. non sterzare,

80. leggi solo le pagine dispari,

153. ricorda di santificare il martedì,

632. ama te stesso come il tuo prossimo,

846. è solo tosse nervosa,

921. mangia pesce fritto tutti i martedì,

e ogni domenica mattina, affacciandomi alla mia proverbiale finestra vaticana, mi masturberei sulla folla festante.
Resta da capire coma mai Papa Benedetto XVI si comporti come si comporta, da zelante amministratore dell’inessenziale, scrupoloso burocrate della noia, ostinato custode del niente di niente. Chi lo sa? Qualcuno sostiene che un comportamento estroso non si addica a un pensatore del suo calibro, peccato che la parola pensatore non si addica a un Ratzinger del suo calibro.