PODIO PER TUTTI

Carissimi,
sono Giancarlo Trombetta e come tutti voi ho preso parte alla prestigiosa corsa campestre di Bovinate in Puntarecchia. Domenica prossima, tempo permettendo, ci sarà la cerimonia di premiazione in piazza Duomo in presenza del sindaco, una vetrina importante per atleti giovani come noi, alcuni anche anagraficamente, che ambiscono a fare di questo sport la loro professione. Potete immaginare il mio disappunto quando ho saputo che l’organizzazione ha deciso di predisporre il podio solo per i primi tre classificati. No, dico, i primi tre! A questo punto perché non i primi zero? In un Paese come il nostro dove si dice sempre che bisogna dare spazio ai giovani, premiare solo tre persone è una vergogna! Perché sminuire così l’impegno e la dedizione di chi arriva quarto? Ha forse fatto meno fatica dei primi tre? Di certo non ha potuto godere delle raccomandazioni che sempre spingono avanti i soliti noti. Immagino non sia sfuggito a nessuno che il vincitore è, guarda caso, il figlio di un caro amico del fratello dell’istruttore di nuoto di una donna che, si dice, lavorava nel negozio di caccia e pesca dove ora si serve il cognato del sindaco in persona! Ma voglio credere che sia solo una coincidenza.
Ho dunque deciso di inviare un comunicato di protesta alle redazioni del Gazzettino di Puntarecchia e dell’Eco di Sorbolana per denunciare questa ignobile discriminazione nei confronti di tutti coloro che arrivano quarti, chiedendo espressamente che d’ora in avanti venga loro riconosciuto il diritto di salire sul podio insieme ai primi tre. È una battaglia di civiltà cui spero vogliate aderire numerosi. Questo schifo deve finire!
Solo per pura coincidenza sono arrivato quarto.
Giancarlo Trombetta

Buongiorno a tutti,
sono assolutamente d’accordo con Giancarlo. Dobbiamo far sentire la nostra voce se vogliamo che questo sport che amiamo e che tutti si ostinano a considerare un banale hobby (fare le passeggiate in campagna) diventi in futuro un lavoro serio e rispettato come gli altri, una professione cui possa accedere chiunque abbia volontà e passione, non solo una piccola elite di kenioti raccomandati.
Faccio solo notare che arrivare quinti non è poi così diverso che arrivare quarti. Per questo sarei propenso ad estendere il principio sacrosanto affermato da Giancarlo anche alla quinta posizione.
Sicuro che non vorremo certo dividerci su questo punto, vi saluto con un abbraccio.
Per pura coincidenza sono arrivato quinto.
Paolo Sorite

Ciao ragazzi,
concordo sull’importanza di essere tutti uniti nel chiedere rispetto e parità di diritti per tutti gli atleti, senza distinzioni di credo, razza o posizione di arrivo. Basta! Non è possibile che alcuni siano trattati con tutti gli onori mentre gli altri non siano degnati nemmeno di una medaglia. È semplicemente scandaloso! Per questo credo che la cosa più giusta da fare sia far salire sul podio tutti i partecipanti.
Per pura coincidenza sono arrivato ultimo.
Sandro Pelosi

Caro Sandro,
la tua osservazione è comprensibile e anch’io penso che si debba porre fine una volta per tutte al precariato nel mondo dell’atletica leggera. Eppure, perdonami, non credo che la tua proposta sia del tutto adeguata a questo caso particolare. I partecipanti all’ultima corsa sono stati circa 1500 e, come puoi ben capire, il podio verrebbe troppo alto. Se conti che l’altezza di un gradino è circa trenta centimetri, un podio del genere dovrebbe essere alto quasi mezzo chilometro. Chi ha voglia di fare una salita del genere, soprattutto dopo quaranta chilometri di corsa? Per non parlare del fatto che i primi arrivati, finendo a tali altezze, sarebbero meno visibili degli ultimi, il che sarebbe una plateale ingiustizia. Rispetto la tua dignità di ultimo arrivato, ma credo che il podio debba essere allargato solo al quarto. Al massimo al quinto.
Giancarlo Trombetta

Ciao.
Sono d’accordo con Giancarlo.
Paolo Sorite

Scusate,
ma i numeri di Giancarlo non mi convincono. A parte che i partecipanti non sono 1500 ma 1482, vorrei far notare che i gradini di un podio non si susseguono uno dopo l’altro come quelli di una scala, ma sono sfalsati. Ciò significa che per ogni gradino bisogna contare un’altezza di quindici centimetri, non trenta, il che porta al dimezzamento della stima fatta da Giancarlo. Se poi consideriamo che nessuno vieta di fare gradini più bassi, ce la si può tranquillamente cavare con un podio non più alto di cento metri. Cosa sono cento metri? Se uno ha vinto una corsa di quaranta chilometri sarà pur capace di salire cento metri di corsa, no? Oppure devo pensare che c’è sotto qualcosa?
In ogni caso io credo che sia più rispettoso per la dignità delle persone non differenziare le posizioni di arrivo con un’umiliante disposizione in altezza, per questo è di gran lunga preferibile fare a meno del podio e dare la medaglia d’oro a tutti. Sono sicuro di non essere l’unico a pensarla così.
Sandro Pelosi.

Ciao a tutti,
scusate se intervengo così tardi ma ho rubato questo computer solo ora. Appoggio la proposta di Sandro e propongo di estenderla anche ai non partecipanti. È assurdo che in un paese civile si escluda dalla premiazione di una gara chi non ha partecipato alla gara. Quante persone vediamo correre dalla mattina alla sera senza che nessuno ricompensi la loro fatica? C’è chi corre per prendere il treno, chi per rispondere al telefono o per andare in bagno, e tutte le volte senza ricevere la minima considerazione dei media. È un’ingiustizia che non si può più sopportare.
Peppe

Carissimi,
il comunicato avrebbe avuto senso se lo avessimo inviato immediatamente dopo la gara, com’era nelle mie intenzioni, e soprattutto se condiviso da tutti. Mi duole invece constatare che hanno prevalso gli individualismi e questo ha tolto forza e credibilità alle nostre rivendicazioni. Pertanto ho deciso di non inviarlo.
Un saluto a tutti e in bocca al lupo per il futuro.
Giancarlo Trombetta
P.S. Per pura coincidenza il terzo classificato è stato squalificato.