Permetti due parole sull’ateismo?
Stavo giusto per chiederti di parlarmene.
Non so se l’hai sentito dire, ma molta gente sostiene che teismo e ateismo siano sullo stesso piano.
In che senso?
Dicono che tutte e due le posizioni siano in fin dei conti una fede. Lo dicono anche insigni filosofi, non solo vescovi e soubrette.
Lo sospettavo.
Più o meno dicono così: l’esistenza di dio è indimostrabile? Va be’, anche la sua non esistenza è indimostrabile. Uno a uno.
Sì, l’ho sentito dire.
È un’assurdità.
Ti giuro, sento che stai per dire qualcosa di incredibilmente saggio.
Supponiamo che io dica che questo sasso sia, che ne so, mia nonna. Ci sei?
Quale? Questo qui?
Questo sasso è mia nonna.
Sì.
Tu mi chiederai che cosa me lo fa credere. Che cosa mi fa credere che questo sasso sia mia nonna?
Che cosa te lo fa credere?
Non è importante.
Ah.
Non ho bisogno di dimostrarlo, capisci? Io lo so.
Lo sai...
Lo sento.
Ma non è che lo pensi veramente, giusto?
Tu cosa credi che sia questo sasso?
Un sasso.
Un sasso e basta?
Un sasso che somiglia a tua nonna.
Dimostramelo se sei capace.
In che senso, scusa?
Nessuna analisi, nessun esperimento, niente di niente potrà mai stabilire se qui dentro ci sia o no mia nonna.
Ho capito.
Quindi sostenere che questo sasso sia un sasso e basta è la stessa cosa che sostenere che sia mia nonna, un gatto o la Juventus.
Giusto.
Naturalmente è solo un sasso.
Sul serio?
Il punto è che non posso mettermi a sostenere una cosa assurda, una a caso, e poi pretendere che sia vera solo per il fatto che è assurda. L’ho scelta apposta così!
Giusto.
Ora lasciamo stare la storia del sasso.
Okay.
Se prendiamo una cosa un po’ più sedimentata, una credenza dalle origini storiche indefinite, tramandata di avo in avo e magari insegnata pure a scuola...
Tipo la rivoluzione francese?
Quello che voglio dire --
Aspetta aspetta! Posso dirlo io?
Prego.
No, niente.
Ascolta, quello che voglio dire è che un ateo è come uno che se ne sta tranquillo, sdraiato in veranda col suo giornale e la sua gazzosa. Arriva uno vestito in modo strano e gli ordina di prostrarsi di fronte alla maestà del suo dio. Quello, giustamente, gli dice di levarsi dalle palle. Eh no! Risponde l’altro, dimostramelo che devo levarmi dalle palle! Capisci?
Sì.
È una gran scocciatura.
Mi hai convinto.
Stavo giusto per chiederti di parlarmene.
Non so se l’hai sentito dire, ma molta gente sostiene che teismo e ateismo siano sullo stesso piano.
In che senso?
Dicono che tutte e due le posizioni siano in fin dei conti una fede. Lo dicono anche insigni filosofi, non solo vescovi e soubrette.
Lo sospettavo.
Più o meno dicono così: l’esistenza di dio è indimostrabile? Va be’, anche la sua non esistenza è indimostrabile. Uno a uno.
Sì, l’ho sentito dire.
È un’assurdità.
Ti giuro, sento che stai per dire qualcosa di incredibilmente saggio.
Supponiamo che io dica che questo sasso sia, che ne so, mia nonna. Ci sei?
Quale? Questo qui?
Questo sasso è mia nonna.
Sì.
Tu mi chiederai che cosa me lo fa credere. Che cosa mi fa credere che questo sasso sia mia nonna?
Che cosa te lo fa credere?
Non è importante.
Ah.
Non ho bisogno di dimostrarlo, capisci? Io lo so.
Lo sai...
Lo sento.
Ma non è che lo pensi veramente, giusto?
Tu cosa credi che sia questo sasso?
Un sasso.
Un sasso e basta?
Un sasso che somiglia a tua nonna.
Dimostramelo se sei capace.
In che senso, scusa?
Nessuna analisi, nessun esperimento, niente di niente potrà mai stabilire se qui dentro ci sia o no mia nonna.
Ho capito.
Quindi sostenere che questo sasso sia un sasso e basta è la stessa cosa che sostenere che sia mia nonna, un gatto o la Juventus.
Giusto.
Naturalmente è solo un sasso.
Sul serio?
Il punto è che non posso mettermi a sostenere una cosa assurda, una a caso, e poi pretendere che sia vera solo per il fatto che è assurda. L’ho scelta apposta così!
Giusto.
Ora lasciamo stare la storia del sasso.
Okay.
Se prendiamo una cosa un po’ più sedimentata, una credenza dalle origini storiche indefinite, tramandata di avo in avo e magari insegnata pure a scuola...
Tipo la rivoluzione francese?
Quello che voglio dire --
Aspetta aspetta! Posso dirlo io?
Prego.
No, niente.
Ascolta, quello che voglio dire è che un ateo è come uno che se ne sta tranquillo, sdraiato in veranda col suo giornale e la sua gazzosa. Arriva uno vestito in modo strano e gli ordina di prostrarsi di fronte alla maestà del suo dio. Quello, giustamente, gli dice di levarsi dalle palle. Eh no! Risponde l’altro, dimostramelo che devo levarmi dalle palle! Capisci?
Sì.
È una gran scocciatura.
Mi hai convinto.