C’è stato un tempo in cui i rapporti fra le persone erano semplici e diretti, ognuno sapeva cosa fare e quale fosse il suo posto nel mondo e tutti vivevano in armonia. Erano i luminosi tempi delle monarchie assolute, dove i forti comandavano e i deboli servivano, e nessuno si lamentava per la bolletta del telefono o la coda in posta.
I servi nascevano per fare i servi, con tanto di libretto delle istruzioni e garanzia. Non c’era da scandalizzarsi che uno schiavo facesse lo schiavo, era nato apposta. Gli aristocratici invece venivano al mondo già laureati, con tutto l’occorrente per la caccia alla volpe e i favoriti. Tutto funzionava a meraviglia. Nessuno si lamentava.
Poi, un bel giorno...
Perché mi fate questo, signore?
Cosa?
Perché mi torturate con ferri roventi e trapani elettrici?
Perché è divertente.
Io non mi diverto.
Che c’entri tu?
Sono un essere umano come voi.
È una battuta?
Quello che fate è male, signore.
Si dice “fa male”. Se vuoi monto una punta cilindrica da due millimetri.
Torturare il prossimo è male.
Ah, sì?
Sì.
E che cosa vuol dire?
È un’azione riprovevole.
Va be’. Datti una pulita e va’ a casa.
Grazie, signore.
Io vado di là a sodomizzare le tue sette figlie.
Anche questo è male.
E che palle!
I servi nascevano per fare i servi, con tanto di libretto delle istruzioni e garanzia. Non c’era da scandalizzarsi che uno schiavo facesse lo schiavo, era nato apposta. Gli aristocratici invece venivano al mondo già laureati, con tutto l’occorrente per la caccia alla volpe e i favoriti. Tutto funzionava a meraviglia. Nessuno si lamentava.
Poi, un bel giorno...
Perché mi fate questo, signore?
Cosa?
Perché mi torturate con ferri roventi e trapani elettrici?
Perché è divertente.
Io non mi diverto.
Che c’entri tu?
Sono un essere umano come voi.
È una battuta?
Quello che fate è male, signore.
Si dice “fa male”. Se vuoi monto una punta cilindrica da due millimetri.
Torturare il prossimo è male.
Ah, sì?
Sì.
E che cosa vuol dire?
È un’azione riprovevole.
Va be’. Datti una pulita e va’ a casa.
Grazie, signore.
Io vado di là a sodomizzare le tue sette figlie.
Anche questo è male.
E che palle!
Potete venire con me a pascolare il bestiame, sfornare figli che non passeranno il primo mese di vita e spargere sementi che per lo più si mangeranno i corvi.
Scommetto che questo non è male.
Indovinato.
Un bel giorno arrivò la religione. Non i politeismi o gli spiritualismi pagani che promettevano lussuria e bagordi, ma la religione con la erre maiuscola, quella del dio unico e incazzato come una bestia. Il dio dei servi.
Pronto, signorina, vorrei parlare con il signor Sedicesimo Luigi.
Attenda in linea, per favore. Maestà è per lei.
Chi è?
Un tizio che parla con l’eco.
Dia qua. Pronto?
Signor Sedicesimo?
Sì, chi parla?
Sono il dio dei servi e dei malriusciti, la chiamo per dirle che da oggi comando io.
Ah, e che fine hanno fatto tutte quelle divinità piene d’immaginazione?
Adesso comando io.
Questo l’ho capito.
Volevo dirle di trovarsi un lavoro, signor Sedicesimo.
Capisco.
Gli ultimi saranno i primi, gli inetti e gli indecisi siederanno sugli scanni dei tribunali, gli analfabeti sforneranno un libro dopo l’altro e gli ignoranti reggeranno le sorti del pianeta.
Gran bel piano, complimenti.
E deve ancora sentire il resto.