100% POLIETILENVINILACETATO

Ci sono cose di uso comune alle quali nessuno fa più caso. Sto parlando degli apribottiglie, dei lacci da scarpe o delle penne a sfera, tutte cose semplici ma di grande importanza senza le quali non potremmo aprire bottiglie, allacciare scarpe o scrivere a sfera. Per quanto un oggetto sia piccolo e apparentemente insignificante, dietro c’è sempre chi l’ha inventato, c’è qualcuno che l’ha progettato, l’ha registrato, ha venduto il brevetto per due soldi ed è morto poverissimo in Tunisia.
Prendiamo le tende da doccia. Chi ha inventato le tende da doccia? Perché le ha inventate? Quando? Di che sesso era? Faceva sesso? Sotto la doccia? Perché non ha inventato anche il canapè da doccia, la cassetta delle lettere da doccia o la doccia da doccia? È la stessa persona che ha scoperto l’acqua calda?
Se si cercano in rete le parole “invenzione”, “tenda” e “doccia”, facendo attenzione a far precedere ogni parola da un “+” e evitando di mettere tutto fra virgolette, non si troverà assolutamente niente, il che ci dice che non può essere un’invenzione degli ultimi anni. Questo è un indizio.
Ora, andiamo per esclusione: io non le ho inventate, mia madre non le ha inventate, mio padre nemmeno. Questo esclude una grande fetta delle persone che conosco.
Infine si può fare ricorso alla logica. Deve essere per forza un’invenzione successiva a quella della doccia, altrimenti le docce si chiamerebbero docce per tende, ed è più che plausibile che la doccia sia stata inventata dopo la scoperta dell’acqua, a sua volta resasi necessaria dopo la scoperta del fuoco, quindi questo taglia fuori tutti gli australopitechi anamensis e il cerchio si chiude sul conte Rideau de Douche.
Nato a Parigi nel 1896 e morto a Cartagine nel 277 a.C., Rideau de Douche fu tra l’altro anche l’inventore della macchina del tempo, oggi comunemente nota col nome di grappa cinese, e in vita fu molto stimato e rispettato dai suoi concittadini che lo sbeffeggiavano con molto riguardo.
L’idea della tenda da doccia gli venne quando abitava in subaffitto nel ripostiglio di suo cugino. Una sera, mentre sbirciava nella toppa della porta del bagno per assicurarsi che le sue nipoti non si ferissero col bidet, fu testimone di un episodio veramente curioso: vide suo cugino che montava una tenda da doccia.


Che cosa stai facendo, cugino?

Rideau! Non si bussa più?

Scusa, non pensavo avessero già inventato il bussare.

Appendo intorno alla doccia questo drappo in tessuto idrorepellente 100% polietilenvinilacetato con stampe variopinte e anelli di plastica. È una cosa che mi rilassa.

Okay, ma io come faccio a lavarmi?

Non preoccuparti, appena ho finito metto via tutto.


E proprio mentre faceva la doccia, Rideau de Douche ebbe l’idea geniale. Mentre osservava impotente i suoi vestiti appoggiati sullo sgabello che si inzuppavano d’acqua, sentì un moto di ribellione.


NO!

Hai detto qualcosa, Rideau?

No.

Mi sembrava di averti sentito.

Ho detto no.

Ho capito, ho capito.

Cugino.

Che c’è, Rideau?

Credo di avere avuto un’idea geniale.


Rideau mostrò immediatamente al cugino la sua grande invenzione: “lo sgabello un po’ più distante”. Perfezionando quest’idea, a poco a poco, venne fuori l’odierna tenda da doccia, anche se prima ci furono molti tentativi frustranti, come le tende di carta di riso, quelle a striscioline verticali con palline di vetro e le tende immaginarie, molto economiche e maneggevoli, ma abbastanza deludenti.
Rideau de Douche registrò l’invenzione, vendette il brevetto per due soldi e morì poverissimo in Tunisia.