Ogni tanto mi capita di imbattermi in un mio post, e questo di per sé non è poi così strano visto che io leggo spesso il mio blog (anche se non così spesso come vorrei), la cosa strana è invece quando mi imbatto in un mio post sul blog di un altro, immerso nel template di un altro, ma soprattutto con la firma di un altro che sostiene di essere me col nome diverso, in pratica uno scopiazzone.
Penso che prima o poi capiti a tutti e la cosa non mi dà particolarmente fastidio. Da un lato mi fa piacere che qualcuno apprezzi così tanto quello che scrivo da sentire il bisogno di spacciarlo per suo, dall’altro provo un po’ di compassione, visto che, come dice quella famosa battuta di “Scarpette rosse”, è molto più deprimente dover rubare che essere derubati. Ciò non toglie che attribuirsi il lavoro di un altro sia una carognata, non perché si violi la legge di qualche persona visibile o invisibile, ma semplicemente perché ci si sta intestando un pezzettino di vita di un'altra persona. Io preferisco quando mi rubano la bicicletta, almeno posso ricomprarla.
Ma la cosa che mi stupisce di più degli scopiazzoni non è tanto la carognaggine, quella non scarseggia mai, ma l’assurdità del loro comportamento. Un conto è copiare a scuola, lo si fa per essere promossi, o copiare un collega, lo si fa per non essere licenziati, ma copiare un blog che senso ha? Blogspot mica può licenziarti, almeno che io sappia. E anche nel caso in cui uno rubi un post nella speranza di essere apprezzato, questo non potrà mai dargli nessuna soddisfazione, perché se il post non piace lo scopiazzone sarà triste perché non piace, se invece piace sarà triste perché sa di non averlo scritto lui. Assecondare la propria vanità è una cosa abbastanza stupida già di per sé, ma farlo per interposta persona è veramente da pazzi, è come cercare di ubriacarsi guardando un altro che beve. Allora com’è possibile?
Dopo averci pensato su per tutta la doccia, alla fine ho capito che la risposta sta nelle piccole differenze fra l’originale e la copia. Lo scopiazzone non copia mai un post così com’è, cut and paste, ma introduce sempre qua e là delle piccole modifiche: aggiunge una battuta, sostituisce una parola, moltiplica inspiegabilmente il numero dei puntini di sospensione e così via. Piccoli dettagli apparentemente insignificanti che però servono a dare allo scopiazzone l’illusione che quello che ha rubato sia suo. Sembra incredibile che cambiando due parole uno riesca a illudersi di aver scritto una cosa che non ha scritto, eppure è così. Del resto se la gente riesce a illudersi di essere immortale, questo mi sembra il meno.
Eppure, per quanto uno si sforzi di non vedere quello che ha davanti agli occhi, alla fine lo vede lo stesso (il cervello non si lascia fregare tanto facilmente), e così succede che tutti gli scopiazzoni in fondo sanno di aver copiato e questo li fa soffrire, non per la vergogna o per il senso di colpa, figuriamoci, ma perché è molto deprimente rendersi conto di non essere chi si vorrebbe far finta di essere.
Penso che prima o poi capiti a tutti e la cosa non mi dà particolarmente fastidio. Da un lato mi fa piacere che qualcuno apprezzi così tanto quello che scrivo da sentire il bisogno di spacciarlo per suo, dall’altro provo un po’ di compassione, visto che, come dice quella famosa battuta di “Scarpette rosse”, è molto più deprimente dover rubare che essere derubati. Ciò non toglie che attribuirsi il lavoro di un altro sia una carognata, non perché si violi la legge di qualche persona visibile o invisibile, ma semplicemente perché ci si sta intestando un pezzettino di vita di un'altra persona. Io preferisco quando mi rubano la bicicletta, almeno posso ricomprarla.
Ma la cosa che mi stupisce di più degli scopiazzoni non è tanto la carognaggine, quella non scarseggia mai, ma l’assurdità del loro comportamento. Un conto è copiare a scuola, lo si fa per essere promossi, o copiare un collega, lo si fa per non essere licenziati, ma copiare un blog che senso ha? Blogspot mica può licenziarti, almeno che io sappia. E anche nel caso in cui uno rubi un post nella speranza di essere apprezzato, questo non potrà mai dargli nessuna soddisfazione, perché se il post non piace lo scopiazzone sarà triste perché non piace, se invece piace sarà triste perché sa di non averlo scritto lui. Assecondare la propria vanità è una cosa abbastanza stupida già di per sé, ma farlo per interposta persona è veramente da pazzi, è come cercare di ubriacarsi guardando un altro che beve. Allora com’è possibile?
Dopo averci pensato su per tutta la doccia, alla fine ho capito che la risposta sta nelle piccole differenze fra l’originale e la copia. Lo scopiazzone non copia mai un post così com’è, cut and paste, ma introduce sempre qua e là delle piccole modifiche: aggiunge una battuta, sostituisce una parola, moltiplica inspiegabilmente il numero dei puntini di sospensione e così via. Piccoli dettagli apparentemente insignificanti che però servono a dare allo scopiazzone l’illusione che quello che ha rubato sia suo. Sembra incredibile che cambiando due parole uno riesca a illudersi di aver scritto una cosa che non ha scritto, eppure è così. Del resto se la gente riesce a illudersi di essere immortale, questo mi sembra il meno.
Eppure, per quanto uno si sforzi di non vedere quello che ha davanti agli occhi, alla fine lo vede lo stesso (il cervello non si lascia fregare tanto facilmente), e così succede che tutti gli scopiazzoni in fondo sanno di aver copiato e questo li fa soffrire, non per la vergogna o per il senso di colpa, figuriamoci, ma perché è molto deprimente rendersi conto di non essere chi si vorrebbe far finta di essere.
Mi piace questa cosa che il male torna indietro a chi lo fa. Dovrebbe succedere più spesso.