CANI SENZA ZAMPE CON LE ORECCHIE CHE PRUDONO

Leggendo questo blog uno potrebbe farsi l’idea che io sia ateo, ma non è così. Io credo in Dio, solo che penso sia una carogna. Per dimostrarlo non c’è bisogno di citare tutte le torture medievali che ha introdotto in questo suo bel mondicino: zanzare, ulcere, cancri, rapper e così via, ma basta solo pensare a come ha progettato l’essere umano: un essere che vuole prima di ogni cosa vivere, ma che l’unica cosa che sa è che deve morire. Caligola in confronto era Topolino. Dopo una cosa del genere, tutte le disgrazie divine sopraelencate passano in secondo piano, se non altro perché sono evitabili. Se per esempio vuoi evitare il cancro basta che ti compri una tuta spaziale e mangi solo cacca di scoiattolo. Poi magari ti viene lo stesso, però almeno vivi pensando che non ti verrà, e questo è già qualcosa. Se invece vuoi evitare il voler vivere sapendo di dover morire non puoi, perché è proprio in questa particolare disgrazia che consiste l’essere umani.
L’uomo è un generatore perpetuo di autosofferenza: se vive bene soffre perché sa che deve morire, se vive male soffre perché vive male. C’è da diventare matti. E infatti la gente diventa matta, come dimostrano tutte le piroette mentali che deve fare per dimenticarsi la morte: chi la nasconde, chi la nega, chi la rimanda, chi la abbellisce, chi le cambia nome e così via, solo che nessuno riesce veramente a dimenticarsela, perché è come dimenticarsi di essere vivi. Al massimo la gente riesce a far finta di essersela dimenticata, che è abbastanza diverso, come dimostra il fatto che quando c’è un pericolo i preti scappano esattamente alla stessa velocità degli atei. E non è finita qui. La gente è talmente matta che non solo implora il suo torturatore di non torturarla, cosa abbastanza comprensibile, ma arriva persino a considerarlo saggio, giusto, buono e non so più cos’altro, e a incolpare se stessa delle torture che subisce. In pratica le religioni sono una gigantesca sindrome di Stoccolma collettiva.
Nessun tribunale umano assolverebbe mai uno che facesse le cose che fa Dio, invece Dio, oltre a farla franca, viene pure considerato infinitamente buono. Non buono e basta, ma “infinitamente buono". Cioè, più buono di così non si può. Se io creassi in laboratorio dei cani senza zampe e poi gli mettessi sulla testa delle pulci per vedere cosa succede, chiunque, anche la più carogna degli uomini, mi giudicherebbe una carogna. Nessuno direbbe che quei cani sono perfetti, che sono stati creati così per motivi imperscrutabili e che nessuno si può permettere di giudicare l’operato di una gran brava persona come me. Tutti direbbero che sono una carogna, invece se è Dio a creare un intero mondo di cani senza zampe con le orecchie che prudono, allora viene considerato infinitamente buono.

O Dio infinitamente buono,
principio del nostro essere senza zampe
e del nostro prurito,
ricevi il nostro umile ringraziamento per i tuoi benefici,
e fa’ che al generoso dono di questa vita così eccitante
(soprattutto dietro le orecchie)
corrisponda il nostro impegno a lodarti, onorarti
e servirti tutti i giorni di barba e di capelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Quando Dio ha creato il mondo aveva quattro possibilità, che ora elencherò dalla meno carognosa alla più carognosa:

1. Creature immortali e coscienti
2. Creature mortali e incoscienti
3. Creature immortali e incoscienti
4. Creature mortali e coscienti

E se proprio non era capace di creare un mondo fatto bene o anche solo benino (chissà, magari non è onnipotente come dicono le Sacre Scritture di regime), aveva pur sempre l’opzione 0:

0. Non creare un bel niente

che è una cosa che sono capaci tutti. Invece no, Dio ha voluto fare il mondo e lo ha fatto male. Male non secondo me, ma secondo il giudizio morale di tutti quelli che ci vivono. Male anche secondo il giudizio dei credenti, se solo avessero la coerenza di ammetterlo.
Io non so se esiste un aldilà, ma se esiste e Dio sarà così onnisprovveduto da farmi avvicinare a lui un po’ più del dovuto, io, lo giuro, gli spacco la faccia.