Anni fa, poco prima che venisse fuori la faccenda dei plagi di Luttazzi, stavo scrivendo un post su quanto non mi era piaciuto il suo libro “La guerra civile fredda”, un libro noioso, prolisso e stranamente parsimonioso con le battute (“stranamente” per un comico), come se l’autore avesse deciso di diradarle (come immaginavo allora) oppure non fosse capace di farne (come penso ora). Poi è successo quello che è successo e ho lasciato il post a metà, ormai era superato dagli eventi.
Ora ho deciso di ritirarlo fuori e di pubblicarlo incompleto, così come l’avevo lasciato, un po’ perché mi sembra di essere stato lungimirante e un po’ perché non so.
COME SI CHIAMA QUELL’ALTRO?
Si chiama Luttazzi.
Perché le battute di Luttazzi funzionano? Perché sono tranchant, fanno associazioni inverosimili e si basano su luoghi comuni. Perché le dissertazioni di Luttazzi sull’economia, la storia e la politica non funzionano? Perché sono tranchant, fanno associazioni inverosimili e si basano su luoghi comuni. Le ragioni che fanno di Luttazzi un bravo comico sono le stesse che ne fanno un conferenziere mediocre.
Il problema è che se levi l’umorismo e tieni il tranchant, l’inverosimiglianza e i luoghi comuni, quello che rimane è un discorso superficiale, strampalato e banale. È come se un bravo professore usasse la precisione, la coerenza logica e la capacità di analisi per raccontare le barzellette: “ci sono un francese, un tedesco, un americano del Colorado e un italiano, anche se in realtà non è proprio un italiano, visto che sua madre è austriaca e lui ha passato quasi tutte le estati della sua infanzia dai nonni materni a Sankt Anton an der Jeßnitz, un piccolo paese vicino allo Ötscher-Tormäuer Nature Park, il parco naturale più grande di tutta la bassa Austria”, eccetera. Sarebbe uno strazio, e uno strazio è Luttazzi quando fa il professore. Più che un professore sembra un secchione che ripete la lezione, tutto impettito davanti alla classe col suo bel vestitino profumato e i capelli pettinati dalla mamma, mentre recita una poesia di Carducci con il moccio che gli cola dal naso. Un po’ fa tenerezza, un po’ lo prenderesti a sberle.
Probabilmente Luttazzi ha una segreta passione per l’insegnamento e quando è in fase “professore” decide di non fare più battute, il che non sarebbe un problema se non fosse che le battute sono la cosa che gli riesce meglio. Con le battute sei speciale, senza battute sei uno qualsiasi.
Per esempio, a pagina 84 del libro “La guerra civile fredda” Luttazzi inizia a spiegare le origini delle credenze cristiane. Ci siamo, penso, forse dovrei andarmene e tornare quando ha finito. Invece resto e leggo: “Horus, Krishna, Vecchio Testamento...”, pagina 85, “Iside, Osiride, Pegaso, Asino d’Oro...”, 88, “Narayana, piramide di Giza, Rificolona, Teodosio...”, 92, “Svetonio, equinozi, solstizi, Gargantua e mele cotte”, 95. Fine. C’è pure la bibliografia consigliata. Undici pagine confuse, abborracciate, noiosissime.
In un caso come quello di Luttazzi la mancanza di battute si nota parecchio. Non è come nel caso di Woody Allen che se gli levi le battute resta comunque l’ironia. L’umorismo di Luttazzi non è l’umorismo del distacco, ma della dissacrazione. Le sue battute sono cazzotti. Mi dà quasi più soddisfazione sentire Dio preso di mira da Luttazzi che vederlo preso veramente a cazzotti. Quasi.
Dà molta soddisfazione sentire le sue battute su Dio, perché ti sembra di vederlo preso a cazzotti. Ma senza
Luttazzi fa le battute perché non può dare cazzotti.
Cazzotti verbali.
per me “neoliberismo guerrafondaio” è un’espressione da
Ecco un’altra persona che si crede la migliore del mondo. Basta, qui siamo al completo.
Senza contare la boria. Se devi fare a pezzi qualcuno a suon di battute la boria serve, ma se pretendi di spiegare la politica estera
Come fai ad avere la competenza per parlare di economia? Come fai ad avere la competenza per parlare di storia? Come fai ad avere la competenza per parlare di astronomia?
Se, fra tutto quello che dici, la prima cosa che posso verificare è una stupidaggine, come faccio a prendere sul serio il resto? C’è solo una cosa peggiore del dire una stupidaggine, il dirla seriamente.
E poi questa fissa della satira. Basta. “E questo è satira, e quello non è satira”, che due palle! Quando sento questi discorsi
Il tuo talento è l’umorismo, ma sei troppo presuntuoso per renderti conto che non ne hai altri. Dio devi massacrarlo di battute, non devi spiegarmi che non esiste. Questo lo so da me, è per questo che le tue battute su Dio mi fanno ridere. Se pensassi che esiste mi farebbero arrabbiare. Quindi, se sulla non esistenza di Dio non hai niente di nuovo da dire (e non ce l’hai), limitati a fare delle battute. Non spiegarmi Dio. È come se un bravo cronista giudiziario, invece di limitarsi a raccontare i processi di Berlusconi, si mettesse anche a dire spiritosaggini. Sarebbe penoso.
Se mischi al bello un po’ di brutto quello che ottieni non è così così, ma brutto (potrebbe essere un enunciato alternativo del secondo principio della termodinamica).
“Mordacchia”?
Ora ho deciso di ritirarlo fuori e di pubblicarlo incompleto, così come l’avevo lasciato, un po’ perché mi sembra di essere stato lungimirante e un po’ perché non so.
COME SI CHIAMA QUELL’ALTRO?
Si chiama Luttazzi.
Perché le battute di Luttazzi funzionano? Perché sono tranchant, fanno associazioni inverosimili e si basano su luoghi comuni. Perché le dissertazioni di Luttazzi sull’economia, la storia e la politica non funzionano? Perché sono tranchant, fanno associazioni inverosimili e si basano su luoghi comuni. Le ragioni che fanno di Luttazzi un bravo comico sono le stesse che ne fanno un conferenziere mediocre.
Il problema è che se levi l’umorismo e tieni il tranchant, l’inverosimiglianza e i luoghi comuni, quello che rimane è un discorso superficiale, strampalato e banale. È come se un bravo professore usasse la precisione, la coerenza logica e la capacità di analisi per raccontare le barzellette: “ci sono un francese, un tedesco, un americano del Colorado e un italiano, anche se in realtà non è proprio un italiano, visto che sua madre è austriaca e lui ha passato quasi tutte le estati della sua infanzia dai nonni materni a Sankt Anton an der Jeßnitz, un piccolo paese vicino allo Ötscher-Tormäuer Nature Park, il parco naturale più grande di tutta la bassa Austria”, eccetera. Sarebbe uno strazio, e uno strazio è Luttazzi quando fa il professore. Più che un professore sembra un secchione che ripete la lezione, tutto impettito davanti alla classe col suo bel vestitino profumato e i capelli pettinati dalla mamma, mentre recita una poesia di Carducci con il moccio che gli cola dal naso. Un po’ fa tenerezza, un po’ lo prenderesti a sberle.
Probabilmente Luttazzi ha una segreta passione per l’insegnamento e quando è in fase “professore” decide di non fare più battute, il che non sarebbe un problema se non fosse che le battute sono la cosa che gli riesce meglio. Con le battute sei speciale, senza battute sei uno qualsiasi.
Per esempio, a pagina 84 del libro “La guerra civile fredda” Luttazzi inizia a spiegare le origini delle credenze cristiane. Ci siamo, penso, forse dovrei andarmene e tornare quando ha finito. Invece resto e leggo: “Horus, Krishna, Vecchio Testamento...”, pagina 85, “Iside, Osiride, Pegaso, Asino d’Oro...”, 88, “Narayana, piramide di Giza, Rificolona, Teodosio...”, 92, “Svetonio, equinozi, solstizi, Gargantua e mele cotte”, 95. Fine. C’è pure la bibliografia consigliata. Undici pagine confuse, abborracciate, noiosissime.
In un caso come quello di Luttazzi la mancanza di battute si nota parecchio. Non è come nel caso di Woody Allen che se gli levi le battute resta comunque l’ironia. L’umorismo di Luttazzi non è l’umorismo del distacco, ma della dissacrazione. Le sue battute sono cazzotti. Mi dà quasi più soddisfazione sentire Dio preso di mira da Luttazzi che vederlo preso veramente a cazzotti. Quasi.
Dà molta soddisfazione sentire le sue battute su Dio, perché ti sembra di vederlo preso a cazzotti. Ma senza
Luttazzi fa le battute perché non può dare cazzotti.
Cazzotti verbali.
per me “neoliberismo guerrafondaio” è un’espressione da
Ecco un’altra persona che si crede la migliore del mondo. Basta, qui siamo al completo.
Senza contare la boria. Se devi fare a pezzi qualcuno a suon di battute la boria serve, ma se pretendi di spiegare la politica estera
Come fai ad avere la competenza per parlare di economia? Come fai ad avere la competenza per parlare di storia? Come fai ad avere la competenza per parlare di astronomia?
Se, fra tutto quello che dici, la prima cosa che posso verificare è una stupidaggine, come faccio a prendere sul serio il resto? C’è solo una cosa peggiore del dire una stupidaggine, il dirla seriamente.
E poi questa fissa della satira. Basta. “E questo è satira, e quello non è satira”, che due palle! Quando sento questi discorsi
Il tuo talento è l’umorismo, ma sei troppo presuntuoso per renderti conto che non ne hai altri. Dio devi massacrarlo di battute, non devi spiegarmi che non esiste. Questo lo so da me, è per questo che le tue battute su Dio mi fanno ridere. Se pensassi che esiste mi farebbero arrabbiare. Quindi, se sulla non esistenza di Dio non hai niente di nuovo da dire (e non ce l’hai), limitati a fare delle battute. Non spiegarmi Dio. È come se un bravo cronista giudiziario, invece di limitarsi a raccontare i processi di Berlusconi, si mettesse anche a dire spiritosaggini. Sarebbe penoso.
Se mischi al bello un po’ di brutto quello che ottieni non è così così, ma brutto (potrebbe essere un enunciato alternativo del secondo principio della termodinamica).
“Mordacchia”?