VOTA GRILLO

So di dire una cosa popolare e me ne scuso, ma io spero che Grillo vinca le elezioni. E questo nonostante lo disprezzi.
Lo disprezzo non tanto per le sue idee politiche (Grillo non ha idee politiche), né per la sua plateale ignoranza (chi oggi non parla di economia, medicina o previsioni del futuro senza saperne assolutamente niente?) e nemmeno perché va a braccetto coi complottisti (caso mai disprezzo i complottisti perché vanno a braccetto con Grillo), io lo disprezzo semplicemente per la persona che è: un comico piagnucoloso e saccente uscito da un varietà degli anni Ottanta. Ciononostante io spero sinceramente che lui e il suo “movimento”, anzi il suo “““““““““““““““movimento”””””””””””””””, vincano le elezioni. Per tre motivi.
Primo perché mi piace la Storia. Una cosa che mi sono sempre chiesto è: com’è che si passa dalla propaganda populista alla dittatura? Cosa può portare milioni di persone a mettersi volontariamente nelle mani di un mitomane paranoico che ha scambiato il mondo per un gioco in scatola? Si dice la crisi economica, il proverbiale fanatismo del popolo, gli intellettuali compiacenti, okay, ma in pratica come funziona? Non voglio leggere libri di storia più o meno scritti bene che mi facciano delle ricostruzioni più o meno sensate sulla base di documenti più o meno attendibili. Se vado ad Auschwitz non voglio vedere cimeli o (sbadiglio) monumenti, voglio vedere i dinosauri. È sempre stato il mio sogno avere una macchina del tempo e vedere come sono andate veramente le cose: Socrate ha bevuto la cicuta di proposito o pensava fosse un sorbetto? Mosca è stata incendiata dai russi in fuga o Napoleone si è addormentato con la pipa accesa? In che modo un comico simpatico come una gastroenterite riesce a diventare un dittatore? Wow! Un dittatore comico! Il fenomeno più incredibile dell’universo dopo l’universo stesso! È uno spettacolo che vale il prezzo del biglietto (33 € platea, 26,50 € tribuna centrale, 20 € tribuna laterale). Uno spettacolo appena iniziato e che posso godermi in diretta dall’inizio alla fine. Certo, è vero che adesso ci sono le elezioni europee e non le politiche, ma questi sono dettagli insignificanti.
Il secondo motivo è che indignarsi è bello. È bello vedere milioni di sedicenti amanti della democrazia che vanno dietro a uno che promette di cancellare i partiti altrui, di chiudere i giornali e che sogna elezioni dove i voti si danno come i like. Ti fa sentire moralmente superiore. Senza contare che una giusta dose di indignazione può dare quell’espressione seriosa che è tanto utile nei rituali di accoppiamento: ti avvicini a una donna che legge sola in treno, ti passi una mano fra i capelli arruffati e le sussurri nell’orecchio “TUTTI A CASA!!!1!”.
Poi c’è il terzo motivo, il più importante. Il mio insegnante di pianoforte mi ha detto che se non studio almeno sei ore al giorno non diventerò mai un grande pianista (non ho ancora avuto il coraggio di dirgli che non ho cinque anni). Quindi ho bisogno di suonare e quando suono ho bisogno di essere calmo e concentrato, e se c’è una cosa che mi distrae tantissimo sono le coppie male assortite. Il solo sapere che esistono mi fa venire la montata lattea. A me piace che le cose, tutte le cose, siano al loro posto. Mi piace il tg delle otto alle otto, la pizza friarielli e salsiccia senza il pomodoro, lo Champagne nelle apposite coppe settecentesche e, soprattutto, mi piacciono le coppie ben assortite. Ora, mi sembra evidente che Grillo e il cosiddetto popolo italiano siano fatti l’uno per l’altro: stesse competenze (inesistenti), stesso umorismo (televisivo), stessi miti (il popolo italiano), stesse capacità dialettiche (130 decibel). Grillo e l’Italia sono indiscutibilmente una coppia perfetta e io voglio che stiano insieme per sempre. Sarebbe bellissimo.
Ma se perde e torna a fare Sanremo, mi accontento.