MAMMINA! MAMMINA! SEI TORNATA!
Venite qui, miei unici sedici figli! Raccogliamoci tutti insieme intorno al frigorifero. Quanto mi siete mancati! Vi amo così tanto che vorrei ripartorirvi tutti.
ERAVAMO TANTO IN PENA!
Ora sono di nuovo qui con voi, angioletti cari, venite! Abaco, Abbondanza, Abbondanzio, Abbondio, Abdone, Abelardo, Abele, Abenzio, Abibo, Abramio, Abramo, Acacio, Acario, Accursio, Achille, Acilia... dov’è Acilia?
AVEVAMO TANTA FAME, MAMMINA!
Venite qui, miei unici quindici figli! Finalmente ho trovato di che sfamarci.
URRÀ!
Non dovrete più temere la fame, povere smunte creature, né rodervi d’appetito di fronte a un frigo semivuoto.
PER NON DIRE VUOTO!
Che sventura maggiore di un frigo vuoto?
UN FRIGO PIENO DI CACCA!
Nel mio lungo viaggio in Indianapolis, terra di credenze mistiche e sortilegi, ho appreso la magia.
PER QUESTO SEI STATA VIA COSÌ TANTO?
Sì. Ora potremo tramutare le cose in cibo.
CIBO!
Tramuteremo le caccole in canditi, la forfora in parmigiano, il cerume in crema pasticcera e la smisurata massa di pidocchi che vi brulicano in testa in pidocchi!
DAVVERO!?
Ho scoperto che sono buonissimi fritti in pastella.
E LA PASTELLA?
Tramuteremo il pus in pastella.
TI VOGLIAMO BENE, MAMMINA!
C’è solo un accorgimento che dovrete sempre seguire, mi raccomando, voi e i vostri figli e i figli dei vostri figli e i figli dei figli dei figli e così via. Per sicurezza, è meglio se ve lo scrivete da qualche parte in un linguaggio tipo placca del Pioneer, presente? In modo che lo capiscano anche i posteri.
ABBIAMO FAMISSIMA!
Ogni volta che tramuterete qualcosa in cibo, avrete come sottoprodotto anche una piccolissima e insignificante pallina di cacca, niente di che, uno stronzetto poco più grande di un chicco di caffè...
URRÀ!
Che dovrete conservare in frigo per un milione di anni.
URRÀ...
Non c’è rosa senza scorie.
E QUANDO IL FRIGO SARÀ PIENO DI CACCA?
Beh, qualcuno dovrà mangiarla.
Venite qui, miei unici sedici figli! Raccogliamoci tutti insieme intorno al frigorifero. Quanto mi siete mancati! Vi amo così tanto che vorrei ripartorirvi tutti.
ERAVAMO TANTO IN PENA!
Ora sono di nuovo qui con voi, angioletti cari, venite! Abaco, Abbondanza, Abbondanzio, Abbondio, Abdone, Abelardo, Abele, Abenzio, Abibo, Abramio, Abramo, Acacio, Acario, Accursio, Achille, Acilia... dov’è Acilia?
AVEVAMO TANTA FAME, MAMMINA!
Venite qui, miei unici quindici figli! Finalmente ho trovato di che sfamarci.
URRÀ!
Non dovrete più temere la fame, povere smunte creature, né rodervi d’appetito di fronte a un frigo semivuoto.
PER NON DIRE VUOTO!
Che sventura maggiore di un frigo vuoto?
UN FRIGO PIENO DI CACCA!
Nel mio lungo viaggio in Indianapolis, terra di credenze mistiche e sortilegi, ho appreso la magia.
PER QUESTO SEI STATA VIA COSÌ TANTO?
Sì. Ora potremo tramutare le cose in cibo.
CIBO!
Tramuteremo le caccole in canditi, la forfora in parmigiano, il cerume in crema pasticcera e la smisurata massa di pidocchi che vi brulicano in testa in pidocchi!
DAVVERO!?
Ho scoperto che sono buonissimi fritti in pastella.
E LA PASTELLA?
Tramuteremo il pus in pastella.
TI VOGLIAMO BENE, MAMMINA!
C’è solo un accorgimento che dovrete sempre seguire, mi raccomando, voi e i vostri figli e i figli dei vostri figli e i figli dei figli dei figli e così via. Per sicurezza, è meglio se ve lo scrivete da qualche parte in un linguaggio tipo placca del Pioneer, presente? In modo che lo capiscano anche i posteri.
ABBIAMO FAMISSIMA!
Ogni volta che tramuterete qualcosa in cibo, avrete come sottoprodotto anche una piccolissima e insignificante pallina di cacca, niente di che, uno stronzetto poco più grande di un chicco di caffè...
URRÀ!
Che dovrete conservare in frigo per un milione di anni.
URRÀ...
Non c’è rosa senza scorie.
E QUANDO IL FRIGO SARÀ PIENO DI CACCA?
Beh, qualcuno dovrà mangiarla.