18. TRE BREVI OSSERVAZIONI SUL MODELLO
La prima osservazione è che questo modello non ha ancora un nome. Ero indeciso fra Nicolas e Kevin, che adesso vanno tanto di moda, ma alla fine penso che lo chiamerò semplicemente “Buca dell’Amor Proprio”. Un nome dovrebbe sempre essere la sintesi più breve e precisa di quello che nomina, per questo sarebbe bene che tutti chiamassero i propri figli “Prurito”.
La seconda osservazione è che in base al suddetto modello sembrerebbe che l’intelligenza e l’amor proprio di una persona siano fissati per sempre. Così, per esempio, se uno nasce con un’intelligenza inferiore alla media e/o un amor proprio superiore a quello di Alessandro Magno è destinato a essere poco saggio per tutta la vita, e per quanti sforzi faccia non farà altro che cose poco sagge, dirà solo cose poco sagge, si pettinerà in modo poco saggio e in generale ogni suo comportamento, fin nei più piccoli dettagli, sarà assolutamente e inevitabilmente poco saggio. Ovviamente tutti sanno che non è così. Nella realtà l’intelligenza e l’amor proprio non sono parametri fissi ma variano continuamente al variare della situazione e dello stato d’animo in cui ci si trova, in modo tale che può succedere che la mattina uno sbrighi le sue pratiche d’ufficio con inappuntabile saggezza e poi la sera faccia a pezzi moglie e figli con un trinciapollo. Questa mancanza di flessibilità del modello non è però un difetto, ma solo un aspetto della realtà che il modello non pretende di spiegare. Un modello, per quanto possa funzionare bene, è sempre e solo un modello, cioè una descrizione della realtà semplificata e che ha senso solo sotto precise condizioni. Un modello non va mai applicato oltre i limiti entro cui pretende di essere valido, altrimenti si fa lo stesso errore di chi prende la teoria politica di un filosofo del XIX secolo e la usa per spiegare tutto, anche le strategie ai box della Formula Uno.
La terza osservazione, importantissima, non me la ricordo.
19. UN’ALTRA COSA
Perché la gente dice che la gente è stupida? Penso infatti sia evidente a tutti che questa frase viene detta davvero molto spesso, forse addirittura più spesso di “è per il futuro dei nostri figli”. Ma chi è che l’ha inventata? Cosa significa esattamente? Ma soprattutto è vera? E se non è vera, da dove arriva quest’impressione così forte che sia vera?
La prima domanda è facile: come tutte le frasi fatte è stata inventata circa cinque milioni di anni fa da un ardipiteco molto pigro, un certo Luigi.
Senti.
Cosa c’è?
E se scendessimo?
Spiegati meglio.
Perché non scendiamo un attimo?
Sei impazzito?
Per cambiare un po’.
È pericoloso.
Ma non sei stufo di stare tutto il giorno su quest’albero?
Quest’albero, per tua informazione, è l’albero dove mio padre ha cresciuto me e tutti i suoi figli, e dove il padre di mio padre ha cresciuto il padre che diceva a suo figlio, il padre dei miei figli, che il padre di suo padre ha cresciuto tutti i padri dei figli che hanno cresciuto i padri dei padri dei padri e così via.
Quindi non scendi.
No.
Facciamo quattro passi, ci sgranchiamo un po’ le zampe e poi magari, chissà, ci evolviamo in qualcosa di meglio.
Cos’ha quest’albero che non va?
Niente.
Eppure deve avere qualcosa che non va, non trovi?
Non prenderla così, Luigi.
No, adesso tu mi dici cos’ha quest’albero che non va!
Beh, ammetterai che non è molto elegante farla da quassù.
È per il futuro dei nostri figli.
Sì, lo so.
Ma se tu ci tieni tanto, scendi.
Giusto cinque minuti.
Poi però non venirti a lamentare con me.
Ormai scendono tutti.
Per forza, la gente è stupida.
Bene, ma cosa significa? Cominciamo con l’osservare che “la gente è stupida” non può significare letteralmente “tutta la gente è stupida”, visto che chi pronuncia questa frase è sempre disposto ad ammettere l’esistenza di almeno una persona non stupida, cioè lui stesso. Chi dice “la gente è stupida” intende in realtà dire “la stragrande maggioranza della gente è stupida”, e questo possiamo dire che è sicuramente falso, almeno se con “stupidità” intendiamo “intelligenza inferiore alla media” (parte 11). Sicuramente esistono definizioni di stupidità migliori di questa, non lo metto in dubbio, ciò non toglie che ha senso parlare di stupidità umana solo se si prende come riferimento un livello di intelligenza caratteristico dell’umanità, non un’intelligenza astratta opportunamente grande per dire che tutti sono stupidi o opportunamente piccola per dire che tutti sono intelligenti ma non si applicano. L’intelligenza media è lo spartiacque più naturale per distinguere chi è stupido da chi è intelligente. Dunque la frase “la gente è stupida” è falsa per il semplice fatto che le persone con un’intelligenza inferiore alla media sono presumibilmente tante quante le persone con un’intelligenza superiore alla media, almeno in prima approssimazione. Si potrebbe allora arrivare alla conclusione che chi dice “la gente è stupida” faccia in realtà parte della metà di gente stupida, la quale, non essendo in grado di valutare la stupidità altrui, pensa giustamente che tutti siano stupidi tranne lei. Questo chiuderebbe elegantemente il cerchio della stupidità e permetterebbe di distinguere a colpo sicuro chi è stupido da chi non lo è, con enorme risparmio di tempo, soldi e vite.
Ho organizzato un viaggio a Urumqui, vuoi venire?
Bellissimo.
Facciamo la traversata del deserto di Taklamakan in bicicletta.
E, senti, secondo te la gente è stupida?
Certo.
Magari un’altra volta.
Ma purtroppo non è così. Come chiunque può constatare, gli estimatori della frase “la gente è stupida” sono la stragrande maggioranza della gente, cioè sono significativamente più di quanti è lecito presumere siano gli stupidi, senza contare che esiste la più che fondata possibilità che la gente stupida non solo non sia la stragrande maggioranza, ma sia addirittura la minoranza. Tutto dipende da come la gente è distribuita rispetto all’intelligenza (i). Se è distribuita simmetricamente intorno alla media (im), allora metà della gente è stupida (i<im) e metà no (i≥im), cioè la media della distribuzione coincide con la mediana (iM)
La prima osservazione è che questo modello non ha ancora un nome. Ero indeciso fra Nicolas e Kevin, che adesso vanno tanto di moda, ma alla fine penso che lo chiamerò semplicemente “Buca dell’Amor Proprio”. Un nome dovrebbe sempre essere la sintesi più breve e precisa di quello che nomina, per questo sarebbe bene che tutti chiamassero i propri figli “Prurito”.
La seconda osservazione è che in base al suddetto modello sembrerebbe che l’intelligenza e l’amor proprio di una persona siano fissati per sempre. Così, per esempio, se uno nasce con un’intelligenza inferiore alla media e/o un amor proprio superiore a quello di Alessandro Magno è destinato a essere poco saggio per tutta la vita, e per quanti sforzi faccia non farà altro che cose poco sagge, dirà solo cose poco sagge, si pettinerà in modo poco saggio e in generale ogni suo comportamento, fin nei più piccoli dettagli, sarà assolutamente e inevitabilmente poco saggio. Ovviamente tutti sanno che non è così. Nella realtà l’intelligenza e l’amor proprio non sono parametri fissi ma variano continuamente al variare della situazione e dello stato d’animo in cui ci si trova, in modo tale che può succedere che la mattina uno sbrighi le sue pratiche d’ufficio con inappuntabile saggezza e poi la sera faccia a pezzi moglie e figli con un trinciapollo. Questa mancanza di flessibilità del modello non è però un difetto, ma solo un aspetto della realtà che il modello non pretende di spiegare. Un modello, per quanto possa funzionare bene, è sempre e solo un modello, cioè una descrizione della realtà semplificata e che ha senso solo sotto precise condizioni. Un modello non va mai applicato oltre i limiti entro cui pretende di essere valido, altrimenti si fa lo stesso errore di chi prende la teoria politica di un filosofo del XIX secolo e la usa per spiegare tutto, anche le strategie ai box della Formula Uno.
La terza osservazione, importantissima, non me la ricordo.
19. UN’ALTRA COSA
Perché la gente dice che la gente è stupida? Penso infatti sia evidente a tutti che questa frase viene detta davvero molto spesso, forse addirittura più spesso di “è per il futuro dei nostri figli”. Ma chi è che l’ha inventata? Cosa significa esattamente? Ma soprattutto è vera? E se non è vera, da dove arriva quest’impressione così forte che sia vera?
La prima domanda è facile: come tutte le frasi fatte è stata inventata circa cinque milioni di anni fa da un ardipiteco molto pigro, un certo Luigi.
Senti.
Cosa c’è?
E se scendessimo?
Spiegati meglio.
Perché non scendiamo un attimo?
Sei impazzito?
Per cambiare un po’.
È pericoloso.
Ma non sei stufo di stare tutto il giorno su quest’albero?
Quest’albero, per tua informazione, è l’albero dove mio padre ha cresciuto me e tutti i suoi figli, e dove il padre di mio padre ha cresciuto il padre che diceva a suo figlio, il padre dei miei figli, che il padre di suo padre ha cresciuto tutti i padri dei figli che hanno cresciuto i padri dei padri dei padri e così via.
Quindi non scendi.
No.
Facciamo quattro passi, ci sgranchiamo un po’ le zampe e poi magari, chissà, ci evolviamo in qualcosa di meglio.
Cos’ha quest’albero che non va?
Niente.
Eppure deve avere qualcosa che non va, non trovi?
Non prenderla così, Luigi.
No, adesso tu mi dici cos’ha quest’albero che non va!
Beh, ammetterai che non è molto elegante farla da quassù.
È per il futuro dei nostri figli.
Sì, lo so.
Ma se tu ci tieni tanto, scendi.
Giusto cinque minuti.
Poi però non venirti a lamentare con me.
Ormai scendono tutti.
Per forza, la gente è stupida.
Bene, ma cosa significa? Cominciamo con l’osservare che “la gente è stupida” non può significare letteralmente “tutta la gente è stupida”, visto che chi pronuncia questa frase è sempre disposto ad ammettere l’esistenza di almeno una persona non stupida, cioè lui stesso. Chi dice “la gente è stupida” intende in realtà dire “la stragrande maggioranza della gente è stupida”, e questo possiamo dire che è sicuramente falso, almeno se con “stupidità” intendiamo “intelligenza inferiore alla media” (parte 11). Sicuramente esistono definizioni di stupidità migliori di questa, non lo metto in dubbio, ciò non toglie che ha senso parlare di stupidità umana solo se si prende come riferimento un livello di intelligenza caratteristico dell’umanità, non un’intelligenza astratta opportunamente grande per dire che tutti sono stupidi o opportunamente piccola per dire che tutti sono intelligenti ma non si applicano. L’intelligenza media è lo spartiacque più naturale per distinguere chi è stupido da chi è intelligente. Dunque la frase “la gente è stupida” è falsa per il semplice fatto che le persone con un’intelligenza inferiore alla media sono presumibilmente tante quante le persone con un’intelligenza superiore alla media, almeno in prima approssimazione. Si potrebbe allora arrivare alla conclusione che chi dice “la gente è stupida” faccia in realtà parte della metà di gente stupida, la quale, non essendo in grado di valutare la stupidità altrui, pensa giustamente che tutti siano stupidi tranne lei. Questo chiuderebbe elegantemente il cerchio della stupidità e permetterebbe di distinguere a colpo sicuro chi è stupido da chi non lo è, con enorme risparmio di tempo, soldi e vite.
Ho organizzato un viaggio a Urumqui, vuoi venire?
Bellissimo.
Facciamo la traversata del deserto di Taklamakan in bicicletta.
E, senti, secondo te la gente è stupida?
Certo.
Magari un’altra volta.
Ma purtroppo non è così. Come chiunque può constatare, gli estimatori della frase “la gente è stupida” sono la stragrande maggioranza della gente, cioè sono significativamente più di quanti è lecito presumere siano gli stupidi, senza contare che esiste la più che fondata possibilità che la gente stupida non solo non sia la stragrande maggioranza, ma sia addirittura la minoranza. Tutto dipende da come la gente è distribuita rispetto all’intelligenza (i). Se è distribuita simmetricamente intorno alla media (im), allora metà della gente è stupida (i<im) e metà no (i≥im), cioè la media della distribuzione coincide con la mediana (iM)
im = iM
Ma se la distribuzione non è simmetrica questo non è più vero. Se per esempio la distribuzione è fatta così,
allora la gente è ancora equamente suddivisa fra chi sta sotto e chi sta sopra 0.5, ma mentre fra quelli che stanno sotto ci sono molte persone molto stupide, fra quelli che stanno sopra ci sono poche persone molto intelligenti, e questo fa abbassare la media
im < iM
In tutti i casi come questo le persone stupide sono la minoranza, dal momento che le persone non stupide sono la metà più tutte le persone con intelligenza compresa fra im e iM. Viceversa, quando
im > iM
le persone stupide sono la maggioranza. Ora, siccome è evidente che le persone molto intelligenti (quelle che scrivono Moby Dick) sono molte meno di quelle molto stupide (quelle che scrivono sui muri), la distribuzione reale della gente rispetto all’intelligenza sarà più alta verso i=0 che verso i=1, da cui segue che la gente stupida è la minoranza. Piaccia o non piaccia, bisogna imparare a convivere col fatto che la maggior parte dell’umanità è fatta di persone intelligenti.
E se “la gente è stupida” fosse in realtà solo un modo sbrigativo di dire “la gente è poco saggia”? Molte volte non si fa caso alle parole che si usano e magari in certe occasioni si preferisce ricorrere a espressioni più colorite di “poco saggio”, come per esempio quando si vuole gentilmente invitare un vicino di casa a traslocare in una tomba. Effettivamente è probabile che la maggior parte della gente sia poco saggia, dal momento che le persone stupide sono un piccolo sottoinsieme delle persone poco sagge (parte 15), ma ciò non implica che queste ultime siano la stragrande maggioranza, anzi, siccome chiunque si ami meno di Alessandro Magno può riuscire a essere saggio, guardando la lista degli amori storico-emblematici (parte 4) si vede che persino un calciatore professionista ha qualche possibilità di finire in zona saggezza (sopra la curva rossa in figura), e che una delle categorie al mondo con la più alta percentuale di saggi è sicuramente quella delle casalinghe. Peccato non abbiano tempo di scrivere trattati filosofici.
È quindi molto probabile che le persone sagge siano una numerosa minoranza e che dunque i poco saggi, per quanto numerosi siano, non possano essere la stragrande maggioranza. E non è nemmeno possibile che la gente che dice che la gente è stupida sia così poco saggia da essere convinta che la gente sia poco saggia, altrimenti la gente poco saggia, cioè la stessa gente che fa affermazioni poco lusinghiere sulla saggezza altrui, dovrebbe essere la stragrande maggioranza, cosa che abbiamo appena visto non essere vera. Bisogna allora prendere atto del fatto che esistono anche persone sagge che dicono che la gente è stupida, qualsiasi cosa intendano dire.
Per capire perché la gente dice che la gente è stupida e per sapere cosa intende veramente dire è allora necessario introdurre un terzo tipo di stupidità, una stupidità che non è proprio stupidità e nemmeno mancanza di saggezza, ma piuttosto uno sfortunato caso di ottundimento amoroso. Sfortunato per il giudicante, non per il giudicato.