Prima cosa, contrariamente a quello che vogliono far credere i Vangeli, Gesù non era gay. Il fatto che tenesse in poca considerazione le donne, usandole perlopiù per lavarsi i piedi, e che gli piacesse circondarsi di giovani uomini con addosso solo un lenzuolo, non dipendeva dall’orientamento sessuale di Gesù, ma dall’orientamento sessuale di quell’epoca. La Palestina di duemila anni fa era un po’ come la California degli anni Settanta.
Inoltre gay è un concetto recente, sarebbe sciocco volerlo trasportare indietro nel tempo e usarlo per giudicare i comportamenti delle persone. Fare le ammucchiate con una dozzina di discepoli era una pratica comune a molti profeti del tempo e veniva vista come un’attività che temprava lo spirito e la mente, cosa che comunque Gesù non ha mai fatto. Gesù odiava temprare lo spirito e la mente. Al massimo si concedeva qualche piccola effusione con Giovanni, il suo discepolo preferito, ma mantenendo tutto nei limiti di un rapporto amichevole e senza mai andare oltre a un po’ di petting.
È anche falso che non sapesse andare in bicicletta. Sebbene poco noti, esistono decine di dipinti e mosaici pregiotteschi che raffigurano Gesù in bici nel deserto, su una specie di mountain bike con le rotelle, raffigurate come due piccoli protomi d’angelo. Questa iconografia è stata pian piano abbandonata perché giudicata sconveniente, infatti lo svolazzare delle vesti poneva ai pittori il problema di dipingere le mutande di Gesù.
Nel Vangelo secondo Loris, ritenuto apocrifo per via delle foto ritoccate, sono numerose le parabole in cui compare la bicicletta, e a un certo punto (Loris 13,52) si parla esplicitamente di una partecipazione di Gesù al giro d’Italia, vinto miracolosamente all’ultima tappa.
Terzo. La storia che abbia detto “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato” è una leggenda metropolitana. In realtà la frase che ha gridato prima di spirare sul Golgota è un’altra: “è lì, è lì Abbas Kiarostami”. È infatti noto che molte persone quando stanno agonizzando sono convinte di assistere a un film di Kiarostami. È normale. Avrebbe anche potuto dire “è lì, è lì Gabriele Muccino”.
Altra balla colossale: non è per niente vero che la passione di Gesù fosse farsi crocifiggere. Come si può pensare una cosa del genere? In nessun racconto dell’infanzia o della giovinezza di Gesù, apocrifo o canonico che sia, si parla di Gesù che gioca con gli amici a farsi crocifiggere. Nella sua cameretta non aveva croci né altri strumenti di tortura, e per tutta la sua breve vita non ha mai dato a intendere che avesse una preferenza per le cose fatte a forma di croce. Anzi, ogni volta che ne vedeva una si toccava discretamente gli zebedei, cioè Giacomo e Giovanni.
La sua grande passione, come si è già detto, era la bicicletta. Dunque il simbolo della cristianità dovrebbe essere Gesù in bicicletta, non Gesù in croce.
Infine pare che non sapesse nuotare.
Inoltre gay è un concetto recente, sarebbe sciocco volerlo trasportare indietro nel tempo e usarlo per giudicare i comportamenti delle persone. Fare le ammucchiate con una dozzina di discepoli era una pratica comune a molti profeti del tempo e veniva vista come un’attività che temprava lo spirito e la mente, cosa che comunque Gesù non ha mai fatto. Gesù odiava temprare lo spirito e la mente. Al massimo si concedeva qualche piccola effusione con Giovanni, il suo discepolo preferito, ma mantenendo tutto nei limiti di un rapporto amichevole e senza mai andare oltre a un po’ di petting.
È anche falso che non sapesse andare in bicicletta. Sebbene poco noti, esistono decine di dipinti e mosaici pregiotteschi che raffigurano Gesù in bici nel deserto, su una specie di mountain bike con le rotelle, raffigurate come due piccoli protomi d’angelo. Questa iconografia è stata pian piano abbandonata perché giudicata sconveniente, infatti lo svolazzare delle vesti poneva ai pittori il problema di dipingere le mutande di Gesù.
Nel Vangelo secondo Loris, ritenuto apocrifo per via delle foto ritoccate, sono numerose le parabole in cui compare la bicicletta, e a un certo punto (Loris 13,52) si parla esplicitamente di una partecipazione di Gesù al giro d’Italia, vinto miracolosamente all’ultima tappa.
Terzo. La storia che abbia detto “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato” è una leggenda metropolitana. In realtà la frase che ha gridato prima di spirare sul Golgota è un’altra: “è lì, è lì Abbas Kiarostami”. È infatti noto che molte persone quando stanno agonizzando sono convinte di assistere a un film di Kiarostami. È normale. Avrebbe anche potuto dire “è lì, è lì Gabriele Muccino”.
Altra balla colossale: non è per niente vero che la passione di Gesù fosse farsi crocifiggere. Come si può pensare una cosa del genere? In nessun racconto dell’infanzia o della giovinezza di Gesù, apocrifo o canonico che sia, si parla di Gesù che gioca con gli amici a farsi crocifiggere. Nella sua cameretta non aveva croci né altri strumenti di tortura, e per tutta la sua breve vita non ha mai dato a intendere che avesse una preferenza per le cose fatte a forma di croce. Anzi, ogni volta che ne vedeva una si toccava discretamente gli zebedei, cioè Giacomo e Giovanni.
La sua grande passione, come si è già detto, era la bicicletta. Dunque il simbolo della cristianità dovrebbe essere Gesù in bicicletta, non Gesù in croce.
Infine pare che non sapesse nuotare.